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Pene sostitutive: no avviso nel patteggiamento

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 20512/2024, ha stabilito che l’obbligo per il giudice di avvisare le parti sulla possibilità di convertire la pena detentiva in pene sostitutive, previsto dall’art. 545-bis c.p.p., non si applica al rito del patteggiamento. Il ricorso dell’imputato, che lamentava tale omissione, è stato dichiarato inammissibile poiché la norma è destinata esclusivamente al giudizio ordinario.

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Pubblicato il 18 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pene Sostitutive e Patteggiamento: La Cassazione Fa Chiarezza

L’introduzione delle pene sostitutive ha rappresentato un’importante evoluzione nel sistema sanzionatorio penale, offrendo alternative al carcere per pene detentive brevi. Tuttavia, la loro applicazione nei diversi riti processuali solleva questioni interpretative cruciali. Con la recente ordinanza n. 20512/2024, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale: l’obbligo del giudice di informare le parti sulla possibilità di richiedere tali pene non si estende al procedimento speciale del patteggiamento.

I Fatti del Caso: Un Ricorso Dopo l’Accordo sulla Pena

Il caso trae origine dalla sentenza del Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Modena, con la quale era stata applicata, su accordo delle parti (cd. patteggiamento), una pena per il reato di rapina a un giovane imputato. Successivamente, la difesa ha proposto ricorso per cassazione, lamentando una violazione procedurale: il giudice non aveva avvisato l’imputato della possibilità di richiedere la sostituzione della pena detentiva concordata con una delle pene sostitutive previste dall’art. 545-bis del codice di procedura penale.

La Questione Giuridica sull’obbligo di avviso per le Pene Sostitutive

Il fulcro del ricorso verteva sull’interpretazione dell’art. 545-bis, comma 1, c.p.p. Questa norma stabilisce che, in caso di condanna a una pena detentiva non superiore a quattro anni, il giudice deve avvisare le parti della facoltà di richiedere la conversione in una sanzione sostitutiva. La difesa sosteneva che tale obbligo di avviso dovesse valere anche nel contesto del patteggiamento, qualora l’accordo originario non contemplasse già tale richiesta. La Corte di Cassazione è stata quindi chiamata a decidere se questo adempimento informativo fosse applicabile a un rito che, per sua natura, si fonda su un accordo negoziale tra accusa e difesa.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, aderendo a un orientamento giurisprudenziale già consolidato. I giudici hanno affermato che la norma contenuta nell’art. 545-bis c.p.p. è stata “dettata esclusivamente per il giudizio ordinario”. La decisione si fonda su ragioni di carattere sia testuale che sistematico.

Il patteggiamento è un procedimento che si definisce sulla base di un accordo completo sulla pena, raggiunto prima della pronuncia del giudice. Di conseguenza, è onere delle parti includere nell’accordo originario ogni aspetto della sanzione, comprese eventuali richieste di pene sostitutive. L’avviso del giudice, invece, è funzionale al giudizio ordinario, dove la condanna è l’esito di un accertamento dibattimentale e non di un accordo. In quel contesto, l’avviso serve a garantire che la difesa possa esercitare una facoltà che sorge solo al momento della quantificazione della pena da parte del giudice.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio procedurale di notevole importanza pratica: chi sceglie la via del patteggiamento deve definire l’intero trattamento sanzionatorio nell’ambito dell’accordo con il Pubblico Ministero. Non è possibile attendere la sentenza per poi lamentare la mancata informazione su opzioni alternative come le pene sostitutive. Questa pronuncia rafforza la natura negoziale del rito, sottolineando che la completezza dell’accordo è responsabilità delle parti. Per la difesa, ciò significa che la strategia processuale deve essere definita in modo completo sin dalla fase delle trattative, valutando attentamente se inserire o meno la richiesta di sostituzione della pena detentiva nell’accordo da presentare al giudice.

Nel rito del patteggiamento, il giudice è obbligato a informare l’imputato della possibilità di richiedere pene sostitutive alla detenzione?
No. Secondo l’ordinanza, l’obbligo di avviso previsto dall’art. 545-bis cod. proc. pen. è dettato esclusivamente per il giudizio ordinario e non si applica al procedimento di patteggiamento.

Perché l’avviso sulle pene sostitutive non si applica al patteggiamento?
La Corte di Cassazione ha stabilito che, per ragioni testuali e sistematiche, la norma sull’avviso è concepita per il giudizio ordinario. Il patteggiamento si basa su un accordo predefinito tra le parti, che dovrebbe già includere ogni richiesta relativa alla sanzione, comprese eventuali pene sostitutive.

Quali sono le conseguenze se un ricorso basato su questo motivo viene dichiarato inammissibile?
La declaratoria di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro (nel caso specifico, 3.000 euro) alla Cassa delle Ammende, commisurata alla colpa nell’aver promosso un ricorso privo di fondamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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