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Pene sostitutive: i termini per la richiesta in appello

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso con cui si chiedeva l’applicazione di pene sostitutive. La richiesta era stata formulata tardivamente, non nei motivi di appello ma con una memoria depositata il giorno dell’udienza. La Corte ha ribadito che, in virtù del principio devolutivo, tali richieste devono essere presentate nei motivi di gravame principali o, al più tardi, con i motivi nuovi, per poter essere esaminate dal giudice.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Pene Sostitutive: la Cassazione fissa i paletti per la richiesta in appello

L’introduzione delle pene sostitutive con la Riforma Cartabia ha aperto nuove prospettive per la gestione delle sanzioni penali per reati di minore gravità. Tuttavia, l’accesso a questi benefici non è automatico e richiede il rispetto di precise regole procedurali. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è intervenuta per chiarire i termini perentori entro cui la richiesta di applicazione di tali pene deve essere formulata nel giudizio di appello, pena l’inammissibilità.

I Fatti del Caso

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un imputato condannato in primo grado. In sede di appello, la difesa non includeva nei motivi di gravame originari la richiesta di sostituzione della pena detentiva. Tale istanza veniva avanzata per la prima volta solo attraverso una memoria depositata lo stesso giorno dell’udienza, che si svolgeva peraltro con rito cartolare, ovvero senza la discussione orale in presenza delle parti.

La Corte d’Appello, e successivamente la Corte di Cassazione, hanno ritenuto tale modalità non conforme alle regole processuali, portando a una declaratoria di inammissibilità del ricorso.

La Decisione della Corte sulle Pene Sostitutive

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un’interpretazione rigorosa delle norme che regolano il giudizio di appello, in particolare il principio devolutivo sancito dall’art. 597 del codice di procedura penale. Secondo questo principio, il giudice di secondo grado ha il potere di decidere solo sui punti della sentenza impugnata che sono stati oggetto di specifica critica nei motivi di appello.

La richiesta di applicare le pene sostitutive non è una questione secondaria, ma un tema centrale che deve essere devoluto alla cognizione del giudice d’appello attraverso l’atto formale di impugnazione. Presentarla con una semplice memoria tardiva non è sufficiente a investire validamente la Corte della questione.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha spiegato che la disciplina transitoria della Riforma Cartabia (art. 95, D.Lgs. n. 150/2022) deve essere contemperata con i principi cardine del processo penale. Affinché il giudice d’appello possa valutare l’applicabilità delle nuove pene sostitutive, è indispensabile che la questione sia stata formalmente sollevata:

1. Con i motivi di appello principali: questa è la via maestra e corretta per portare la richiesta all’attenzione del giudice.
2. Al più tardi, con i motivi nuovi: lo strumento dei motivi nuovi, previsto dall’art. 585, comma 4, c.p.p., rappresenta l’ultima opportunità processuale per integrare l’impugnazione, ma deve comunque rispettare termini specifici.

Una memoria depositata il giorno dell’udienza, specialmente in un rito cartolare, è uno strumento processuale inidoneo e tardivo per introdurre un nuovo tema di giudizio così rilevante. La Corte ha richiamato un suo precedente conforme (Cass. n. 41313/2023), consolidando un orientamento giurisprudenziale chiaro sul punto.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame offre un’importante lezione pratica per la difesa tecnica: la richiesta di accesso alle pene sostitutive deve essere pianificata e formulata con tempestività e nel rispetto delle forme processuali. Confidare in memorie o istanze dell’ultimo minuto è una strategia rischiosa che, come dimostra questo caso, porta a precludere al proprio assistito una concreta opportunità di evitare la detenzione. La precisione e il rispetto dei termini processuali si confermano, ancora una volta, elementi essenziali per una difesa efficace.

È possibile chiedere le pene sostitutive per la prima volta con una memoria depositata il giorno dell’udienza d’appello?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la richiesta deve essere presentata con i motivi di appello principali o, al più tardi, con i motivi nuovi. Una memoria tardiva è inammissibile per questo scopo.

Qual è il principio che regola cosa può decidere il giudice d’appello?
È il principio devolutivo, secondo cui il giudice d’appello può pronunciarsi solo sui punti della sentenza di primo grado che sono stati specificamente contestati nei motivi di appello.

Cosa succede se la richiesta di pene sostitutive viene presentata in modo non corretto o tardivo?
La richiesta viene dichiarata inammissibile e il giudice d’appello non può prenderla in considerazione, precludendo all’imputato la possibilità di beneficiare di queste misure alternative alla detenzione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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