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Pena sospesa e demolizione: obbligo legittimo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due persone condannate per abuso edilizio, le quali contestavano l’obbligo di demolire il manufatto come condizione per ottenere la sospensione della pena. I giudici hanno confermato che la subordinazione della pena sospesa e demolizione dell’opera abusiva è pienamente legittima ai sensi dell’art. 165 c.p., in quanto finalizzata a eliminare le conseguenze del reato. La decisione è rafforzata nel caso di precedenti penali, dove tale condizione diventa obbligatoria.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Pena Sospesa e Demolizione: un Legame Indissolubile per la Cassazione

L’ordinanza in commento affronta un tema centrale nel diritto penale dell’edilizia: il rapporto tra la pena sospesa e demolizione di un’opera abusiva. Con una decisione chiara, la Corte di Cassazione ha ribadito che subordinare il beneficio della sospensione condizionale della pena all’effettiva demolizione del manufatto illecito non solo è legittimo, ma in alcuni casi, costituisce un vero e proprio obbligo per il giudice.

I Fatti del Caso

Due persone, condannate per reati in materia edilizia, presentavano ricorso in Cassazione avverso la sentenza della Corte d’Appello. Il fulcro della loro doglianza risiedeva nella decisione dei giudici di merito di subordinare la concessione della sospensione condizionale della pena all’obbligo di demolire l’immobile abusivamente costruito e di ripristinare lo stato dei luoghi. Secondo i ricorrenti, tale condizione era illegittima.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto le argomentazioni dei ricorrenti, dichiarando i ricorsi inammissibili. I giudici hanno confermato la piena legittimità della scelta operata dalla Corte d’Appello, ancorandola saldamente al dettato normativo dell’articolo 165 del codice penale. La condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende ha suggellato la pronuncia.

Le Motivazioni: La Funzione Ripristinatoria della Pena Sospesa e Demolizione

Il cuore della motivazione risiede nell’interpretazione dell’art. 165 c.p. La Corte chiarisce che la subordinazione del beneficio all’eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose del reato è uno strumento pienamente legittimo. Nel caso di un abuso edilizio, tale conseguenza è rappresentata proprio dal manufatto illecito.

I giudici evidenziano un duplice effetto di questa condizione:
1. Dare effettività all’ordine di demolizione: La condizione rafforza l’ordine di ripristino, spesso disatteso.
2. Incentivare l’adempimento: Il condannato è motivato a demolire per poter usufruire del beneficio della sospensione della pena.

In questo modo, la pena non assume un carattere meramente punitivo, ma acquisisce una connotazione funzionale, volta a ripristinare l’ordinamento giuridico violato. La Corte sottolinea inoltre un aspetto cruciale del caso di specie: la presenza di un precedente penale a carico di uno dei ricorrenti, che aveva già goduto in passato della sospensione condizionale. In questa ipotesi, l’applicazione di una condizione, come la demolizione, non è più una facoltà del giudice, ma diventa un obbligo, come previsto dal secondo comma dell’art. 165 c.p. La legge stessa, quindi, ha già operato una valutazione di maggior rigore verso chi, avendo già beneficiato della sospensione, delinque nuovamente.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale: la sospensione condizionale della pena non è un diritto incondizionato, ma un beneficio la cui concessione può e, in certi casi, deve essere legata a un comportamento riparatorio da parte del reo. In materia di abusi edilizi, ciò si traduce nell’obbligo di cancellare fisicamente gli effetti dell’illecito attraverso la demolizione. Questa pronuncia serve da monito, chiarendo che la strada per evitare il carcere, soprattutto per chi è recidivo, passa necessariamente attraverso il ripristino della legalità violata. La pena, in quest’ottica, diventa uno strumento per educare al rispetto delle regole e per sanare le ferite inferte al territorio.

È legittimo subordinare la sospensione condizionale della pena alla demolizione di un’opera abusiva?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che è del tutto legittimo. Tale condizione costituisce un’applicazione dell’art. 165 del codice penale, che prevede la subordinazione del beneficio all’eliminazione delle conseguenze dannose o pericolose del reato.

Perché la demolizione viene imposta come condizione per la pena sospesa?
Perché persegue un duplice scopo: dare effettività all’ordine di demolizione e incentivare il condannato ad adempiere. In questo modo, la sanzione assume una funzione di ripristino dell’ordine giuridico violato, non meramente punitiva.

Cosa cambia se il condannato ha già ricevuto in passato una pena sospesa?
In caso di precedente penale con concessione della sospensione condizionale, la subordinazione del nuovo beneficio a un obbligo, come la demolizione, diventa obbligatoria ai sensi dell’art. 165, comma 2, del codice penale. Non si tratta più di una scelta discrezionale del giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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