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Patteggiamento in appello: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due imputate contro una sentenza di patteggiamento in appello. Le ricorrenti contestavano la motivazione sulla misura della pena, ma la Corte ha ribadito che, salvo i casi di palese illegalità, l’accordo sulla pena preclude la possibilità di impugnarne la congruità, poiché l’accordo stesso implica una rinuncia a tali motivi.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Patteggiamento in Appello: Quando l’Accordo sulla Pena Rende Inammissibile il Ricorso

L’istituto del patteggiamento in appello, reintrodotto dalla legge n. 103/2017, rappresenta uno strumento deflattivo del contenzioso, ma con precise conseguenze sulla possibilità di impugnare la sentenza. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce in modo netto i confini del ricorso avverso una sentenza che ratifica tale accordo, stabilendo che le doglianze sulla misura della pena sono inammissibili se non ne viene dedotta l’illegalità. Analizziamo insieme la pronuncia per comprendere la portata di questo principio.

I Fatti del Caso

Due imputate, dopo aver concordato la pena in secondo grado attraverso la procedura di patteggiamento in appello, decidevano di presentare ricorso per cassazione. Le loro censure non vertevano su una presunta illegalità della pena concordata, bensì sulla motivazione della sentenza d’appello. Nello specifico, le ricorrenti lamentavano una carente motivazione riguardo al giudizio di equivalenza tra le circostanze aggravanti e attenuanti e all’aumento applicato per la continuazione del reato. Si trattava, in sostanza, di una critica al percorso logico-giuridico che aveva portato alla quantificazione finale della sanzione, seppur da loro stesse concordata.

La Decisione della Corte: Il Patteggiamento in Appello e i Limiti all’Impugnazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili. La decisione si fonda su un principio consolidato in giurisprudenza: l’accordo sulla pena, una volta consacrato nella decisione del giudice, non può essere modificato unilateralmente. L’unica eccezione a questa regola è l’ipotesi in cui la pena concordata sia illegale, ovvero quando esce dai limiti edittali previsti dalla legge per quel determinato reato.

Il Principio della Rinuncia Implicita nel Patteggiamento in Appello

Il cuore del ragionamento della Corte risiede nel concetto di “rinuncia implicita”. Quando le parti (imputato e pubblico ministero) propongono e accettano una determinata misura della pena, rinunciano implicitamente a sollevare future contestazioni sulla sua congruità. L’accordo processuale, liberamente stipulato, preclude la possibilità di lamentarsi successivamente della sua adeguatezza o della motivazione che la sorregge.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha ribadito che il ricorso per cassazione avverso una sentenza di patteggiamento in appello è ammissibile solo per motivi circoscritti, come quelli relativi all’espressione della volontà dell’imputato o alla legalità della pena. Non è possibile, invece, contestare aspetti che rientrano nella discrezionalità del calcolo della pena, come il bilanciamento delle circostanze.

Richiamando una storica sentenza delle Sezioni Unite (n. 5466 del 2004), i giudici hanno sottolineato che, in sede di accordo sulla pena, non deve essere valutata neppure la congruità della sanzione, ma solo la sua legalità. Le ragioni addotte dalle ricorrenti, relative al trattamento sanzionatorio non illegale, dovevano quindi considerarsi precluse. La stessa proposta di determinazione della pena in una certa misura contiene, infatti, una rinuncia implicita a far valere doglianze sulla sua adeguatezza.

Di conseguenza, le lamentele sulla mancata motivazione del giudizio di equivalenza tra aggravanti e attenuanti e sull’aumento per la continuazione sono state giudicate come una richiesta inammissibile di rivedere la pena già inflitta e concordata, in assenza di profili di illegalità rilevabili dalla Corte.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

L’ordinanza in esame offre un importante monito per la difesa. La scelta di accedere al patteggiamento in appello è una decisione strategica che comporta benefici ma anche rinunce significative. Accettando di concordare la pena, l’imputato si preclude la possibilità di contestarne in futuro la misura e le modalità di calcolo in sede di legittimità. L’unica via di impugnazione che rimane aperta è quella, molto più ristretta, della denuncia di una palese illegalità della sanzione. Pertanto, è fondamentale che la decisione di patteggiare sia presa con piena consapevolezza delle sue conseguenze processuali, valutando attentamente tutti gli aspetti del trattamento sanzionatorio proposto.

È possibile impugnare in Cassazione una sentenza di patteggiamento in appello?
Sì, ma solo per contestare l’illegalità della pena concordata o per vizi relativi alla formazione della volontà delle parti. Non è possibile impugnarla per motivi legati alla congruità o alla motivazione sulla misura della pena.

Cosa si intende per ‘rinuncia implicita’ nel patteggiamento in appello?
Significa che, nel momento in cui le parti si accordano su una determinata pena, rinunciano implicitamente a sollevare future contestazioni sulla sua adeguatezza, sul bilanciamento delle circostanze o sulla logica di calcolo, a meno che non si configuri un’illegalità.

Nel caso specifico, perché le lamentele delle ricorrenti sono state giudicate inammissibili?
Perché le loro doglianze riguardavano la motivazione sul bilanciamento tra aggravanti e attenuanti e sull’aumento per la continuazione, aspetti che attengono alla dimensione e alla congruità della pena. Tali questioni sono considerate coperte dall’accordo e, quindi, non più contestabili.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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