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Patteggiamento in appello: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 10582/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che contestava l’entità della pena concordata tramite patteggiamento in appello. La Corte ha ribadito che l’accordo processuale liberamente stipulato non può essere modificato unilateralmente, salvo l’ipotesi di illegalità della pena, non riscontrata nel caso di specie.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Patteggiamento in Appello: l’Accordo sulla Pena è Intoccabile?

L’istituto del patteggiamento in appello, disciplinato dall’articolo 599-bis del codice di procedura penale, rappresenta uno strumento deflattivo del contenzioso, consentendo alle parti di concordare la pena e chiudere il processo in secondo grado. Ma cosa succede se, una volta raggiunto l’accordo, l’imputato si pente e decide di contestare proprio la misura della pena concordata? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha fornito una risposta chiara e inequivocabile.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da una sentenza della Corte d’Appello che, accogliendo la richiesta congiunta di imputato e Procura Generale, aveva rideterminato la pena per un reato di furto aggravato in concorso. Questo accordo, noto appunto come patteggiamento in appello, prevedeva la rinuncia da parte dell’imputato a tutti gli altri motivi di gravame, concentrando l’intesa unicamente sulla sanzione finale.

Nonostante l’accordo, l’imputato, tramite il suo difensore, decideva di presentare ricorso per Cassazione, lamentando un vizio di motivazione proprio in relazione all’entità della pena inflitta, quella stessa pena che aveva precedentemente concordato.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Patteggiamento in Appello

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un principio consolidato in giurisprudenza: la natura negoziale dell’accordo processuale. Secondo gli Ermellini, il patteggiamento in appello è a tutti gli effetti un negozio giuridico processuale. Questo significa che, una volta che le parti lo hanno liberamente stipulato e il giudice lo ha ratificato con la propria decisione, esso non può essere messo in discussione o modificato unilateralmente da una delle parti.

Le Motivazioni della Scelta

La Corte ha specificato che l’unica eccezione a questa regola ferrea è rappresentata dall’ipotesi di illegalità della pena concordata. Un ricorso sarebbe ammissibile solo se la sanzione pattuita fosse, ad esempio, di un tipo o di una misura non previsti dalla legge per quel determinato reato.

Nel caso in esame, invece, l’imputato non lamentava un’illegalità della pena, ma semplicemente ne contestava la congruità, ovvero la sua presunta eccessività. Tale motivo, tuttavia, non è sufficiente a scardinare un patto processuale già perfezionato. Permettere di rimettere in discussione la misura della pena concordata significherebbe vanificare la funzione stessa dell’istituto, che si basa proprio sulla certezza e sulla stabilità dell’accordo raggiunto tra accusa e difesa.

Le Conclusioni

La pronuncia in commento riafferma con forza il valore vincolante del patteggiamento in appello. Chi sceglie questa via processuale deve essere pienamente consapevole che l’accordo sulla pena, una volta siglato e recepito dal giudice, diventa definitivo. Non è possibile avere ripensamenti e tentare di ottenere uno sconto ulteriore in Cassazione, a meno che non emerga un profilo di palese illegalità della sanzione. La conseguenza per chi presenta un ricorso con tali motivazioni è, come nel caso di specie, la declaratoria di inammissibilità, con la conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

È possibile impugnare una sentenza di patteggiamento in appello per contestare l’entità della pena concordata?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che il ricorso basato su tale motivo è inammissibile. L’accordo sulla pena è considerato un negozio processuale stipulato liberamente tra le parti e, una volta ratificato dal giudice, non può essere modificato unilateralmente.

In quali casi si può ricorrere in Cassazione contro una pena patteggiata in appello?
L’unica eccezione che rende ammissibile il ricorso è l’ipotesi in cui la pena concordata sia illegale, cioè una sanzione che la legge non prevede per quel tipo di reato o che supera i limiti massimi edittali. La semplice valutazione di ‘eccessività’ non è un motivo valido.

Cosa succede se il ricorso contro un patteggiamento in appello viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, a titolo di sanzione per aver adito la Corte con un’impugnazione priva dei presupposti di legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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