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Patteggiamento in appello: limiti del ricorso

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato che, dopo aver concluso un accordo sulla pena in appello (patteggiamento in appello) per il reato di riciclaggio, lamentava la mancata valutazione della sostituzione della pena detentiva. La Corte ha stabilito che l’accordo processuale, una volta definito, non può essere modificato unilateralmente per introdurre questioni non pattuite, come la sostituzione della pena, che doveva essere parte della proposta originaria.

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Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Patteggiamento in Appello: l’Accordo è Vincolante e non Modificabile

L’istituto del patteggiamento in appello, introdotto dall’art. 599-bis del codice di procedura penale, offre una via per la definizione concordata del processo nel secondo grado di giudizio. Tuttavia, la sua natura di negozio processuale impone limiti precisi alle parti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (Num. 33420/2025) chiarisce un punto fondamentale: le questioni non incluse nell’accordo originario non possono essere sollevate successivamente con un ricorso per cassazione. Vediamo nel dettaglio il caso e i principi affermati dai giudici.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da una condanna in primo grado per il reato di riciclaggio. L’imputato, anziché affrontare un giudizio di appello ordinario, optava per la via del concordato sulla pena. La Corte di Appello di Napoli, accogliendo l’accordo tra le parti, rideterminava la sanzione inflitta.

Successivamente, l’imputato proponeva ricorso per cassazione, lamentando una violazione di legge. A suo dire, la Corte d’Appello non aveva valutato la possibilità di sostituire la pena detentiva, una facoltà di cui egli sosteneva di non essere stato informato.

Il Patteggiamento in Appello e l’Inammissibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, basando la sua decisione sulla natura stessa del patteggiamento in appello. Questo istituto si configura come un vero e proprio accordo processuale, liberamente stipulato tra l’imputato e l’accusa. Le condizioni, inclusa la misura della pena e le eventuali sanzioni accessorie o sostitutive, devono essere integralmente definite all’interno della proposta.

Nel caso di specie, la richiesta di sostituzione della pena detentiva non era mai stata inserita nell’accordo proposto dall’imputato stesso e poi accettato. Introdurre tale questione per la prima volta in sede di legittimità equivale a tentare di modificare unilateralmente un patto già perfezionato e consacrato nella decisione del giudice.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha sottolineato che il patteggiamento in appello è un negozio processuale che, una volta concluso, non può essere alterato da una delle parti. La possibilità di richiedere la sostituzione della pena detentiva era già prevista dall’ordinamento al momento dell’accordo e, pertanto, doveva essere conosciuta dall’imputato e dal suo difensore. Non spetta all’ufficio giudiziario sollecitare o informare le parti di tutte le opzioni procedurali disponibili; è onere della difesa formulare una proposta completa che includa tutte le richieste desiderate.

Citando un precedente giurisprudenziale (Cass. n. 19983/2020), i giudici hanno ribadito che l’accordo, una volta consacrato nella decisione del giudice, non può essere unilateralmente modificato, fatta salva solo l’ipotesi di una pena concordata che risulti illegale. Poiché la mancata sostituzione della pena non ne costituisce un’illegalità, il ricorso non aveva fondamento.

Le Conclusioni

La decisione riafferma la natura vincolante del patteggiamento in appello. Chi sceglie questa strada processuale deve essere consapevole che la proposta di accordo deve essere completa e onnicomprensiva. Ogni richiesta, inclusa quella di applicazione di pene sostitutive, deve essere esplicitamente formulata e negoziata prima che l’accordo venga accettato dalla controparte e ratificato dal giudice. Qualsiasi tentativo di introdurre nuove questioni in un momento successivo, specialmente in sede di ricorso per cassazione, è destinato a essere dichiarato inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

È possibile modificare un accordo di ‘patteggiamento in appello’ dopo che è stato accettato dal giudice?
No, secondo la Corte, il negozio processuale liberamente stipulato dalle parti, una volta consacrato nella decisione del giudice, non può essere unilateralmente modificato, salvo l’ipotesi di illegalità della pena concordata.

Cosa succede se un ricorso per cassazione solleva una questione non inclusa nell’accordo di patteggiamento in appello?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile, poiché introduce una questione che non aveva formato oggetto dell’accordo sulla pena proposto e accettato dalle parti.

È onere del giudice informare l’imputato della possibilità di richiedere la sostituzione della pena detentiva nel patteggiamento in appello?
No, la Corte ha specificato che la possibilità di sostituzione della pena era già prevista dall’ordinamento e doveva essere conosciuta dal ricorrente, il quale avrebbe dovuto includere tale richiesta nella sua proposta di accordo, indipendentemente da sollecitazioni dell’ufficio giudiziario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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