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Patrocinio a spese dello Stato: reddito e ricorso

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La decisione ribadisce un principio fondamentale per l’accesso al patrocinio a spese dello Stato: nel calcolo del reddito complessivo dell’istante, deve essere incluso anche quello di qualsiasi persona che conviva e contribuisca alla vita in comune, come stabilito dall’art. 76 del d.P.R. n. 115 del 2002.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Patrocinio a Spese dello Stato: Attenzione al Reddito del Convivente

L’accesso alla giustizia è un diritto fondamentale, ma come si concilia con i costi di un processo? Il patrocinio a spese dello Stato è lo strumento che garantisce la difesa anche a chi non ha le risorse economiche, ma i requisiti per ottenerlo sono stringenti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ribadisce un punto cruciale: il calcolo del reddito non si limita a quello del richiedente, ma si estende a tutto il nucleo convivente.

I Fatti del Caso

Un soggetto proponeva ricorso in Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello. La Suprema Corte, tuttavia, non è entrata nel merito della questione sollevata. L’attenzione dei giudici si è concentrata, invece, su un aspetto preliminare che ha determinato l’esito del procedimento: la valutazione dei presupposti di ammissibilità del ricorso stesso, con conseguenze dirette per il ricorrente.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione ha comportato due conseguenze economiche significative per il ricorrente, in linea con quanto previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale:

1. La condanna al pagamento delle spese processuali.
2. Il versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, non sussistendo ipotesi di esonero.

La pronuncia si basa su principi consolidati, sia normativi che giurisprudenziali, relativi ai requisiti per l’accesso a benefici processuali.

Le Motivazioni: Calcolo del Reddito per il Patrocinio a Spese dello Stato

Il cuore della decisione risiede nel richiamo a un principio fondamentale per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato. La Corte ha ricordato che, ai sensi dell’articolo 76 del d.P.R. 115/2002, il reddito da considerare non è solo quello personale dell’istante. Al contrario, si deve tener conto del reddito complessivo del nucleo familiare, includendo i guadagni di “qualunque persona che con lui conviva e contribuisca alla vita in comune”.

Questo orientamento, confermato da precedenti sentenze (come la n. 44121 del 2012), amplia la base di calcolo per verificare se si rientri nelle soglie di reddito previste dalla legge. Nel provvedimento, la Corte osserva anche, a latere, che la pensione Inail ha la funzione di integrare mancati redditi da lavoro e che l’elemento soggettivo del dolo può assumere la forma del dolo eventuale, citando giurisprudenza pertinente. Tuttavia, il cardine della decisione resta il criterio onnicomprensivo di calcolo del reddito familiare per il beneficio del gratuito patrocinio.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza serve come un importante monito per chiunque intenda richiedere il patrocinio a spese dello Stato. La dichiarazione presentata deve essere completa e veritiera, includendo non solo i propri redditi, ma anche quelli di tutti i componenti del nucleo convivente che contribuiscono economicamente. Omettere tali informazioni può portare non solo al rigetto della domanda, ma anche, come nel caso esaminato, a conseguenze processuali gravi come l’inammissibilità di un ricorso e l’imposizione di sanzioni economiche. È quindi essenziale una totale trasparenza nella comunicazione dei dati reddituali per poter esercitare correttamente il proprio diritto alla difesa.

Quali redditi si considerano per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato?
Per l’ammissione al beneficio, si deve considerare il reddito complessivo dell’istante, sommato a quello di qualunque altra persona che conviva con lui e contribuisca alla vita in comune, ai sensi dell’art. 76 del d.P.R. n. 115 del 2002.

Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e, salvo ipotesi di esonero, al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, che nel caso di specie è stata fissata in tremila euro.

La pensione Inail ha rilevanza ai fini del reddito?
Sì, la Corte osserva che la pensione Inail ha la funzione di integrare la mancata percezione di redditi da lavoro, sottintendendo che debba essere considerata nel calcolo del reddito complessivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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