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Patrocinio a spese dello Stato: quale reddito conta?

La Cassazione chiarisce i criteri per il calcolo del reddito nel patrocinio a spese dello Stato. La revoca del beneficio è legittima se il reddito dell’anno di riferimento, basato sull’ultima dichiarazione scaduta, supera i limiti di legge. In questo caso, la mancata presentazione della dichiarazione più recente ha reso irrilevante la Certificazione Unica, confermando la decisione basata sui dati dell’Agenzia delle Entrate.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Patrocinio a Spese dello Stato: L’Importanza della Corretta Dichiarazione dei Redditi

L’accesso alla giustizia è un diritto fondamentale, e il patrocinio a spese dello Stato rappresenta uno strumento cruciale per garantirlo a chi non dispone delle risorse economiche per sostenere i costi di una difesa legale. Tuttavia, l’ammissione a tale beneficio è subordinata a precisi limiti di reddito. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito i criteri per la determinazione del reddito rilevante, sottolineando la differenza probatoria tra la dichiarazione dei redditi e la semplice Certificazione Unica.

Il Caso: Revoca del Beneficio e Ricorso in Cassazione

Un cittadino, ammesso inizialmente al patrocinio a spese dello Stato, si è visto revocare il beneficio a seguito di accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate. L’istanza per il beneficio era stata depositata il 10 agosto 2023. Le verifiche fiscali, relative all’anno d’imposta 2021, avevano rivelato un reddito familiare complessivo di € 17.241,00, superiore alla soglia massima consentita dalla legge.

Il provvedimento di revoca, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari, è stato impugnato dall’interessato con ricorso per cassazione. La difesa sosteneva che il giudice avesse erroneamente considerato il reddito del 2021, mentre avrebbe dovuto fare riferimento a quello del 2022. Secondo il ricorrente, sebbene al momento della domanda (agosto 2023) il termine per la presentazione della dichiarazione 2022 non fosse ancora scaduto, egli l’aveva già presentata, allegandola all’istanza.

La Questione Giuridica sul Patrocinio a Spese dello Stato e Reddito

Il nodo centrale della controversia era stabilire quale anno d’imposta dovesse essere preso come riferimento per valutare i requisiti di reddito. La giurisprudenza consolidata prevede che si debba considerare il reddito risultante dall’ultima dichiarazione per la quale, al momento della presentazione dell’istanza, è scaduto il termine di presentazione. Esiste un’eccezione: se il richiedente ha già presentato una dichiarazione più recente, il cui termine non è ancora scaduto, si fa riferimento a quest’ultima.

Il ricorrente invocava proprio questa eccezione, affermando di aver depositato la dichiarazione del 2022 insieme alla domanda di patrocinio.

La Decisione della Corte e le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. Gli Ermellini, pur confermando il principio giurisprudenziale citato dalla difesa, hanno rilevato un aspetto fattuale decisivo: agli atti del procedimento non risultava allegata alcuna dichiarazione dei redditi (Mod. 730 o Mod. Unico) per l’anno 2022.

Erano presenti unicamente le Certificazioni Uniche (CU) per gli anni 2021 e 2022. La Corte ha sottolineato la ‘diversa rilevanza probatoria’ tra la CU e la dichiarazione dei redditi completa. La CU, infatti, attesta solo specifici redditi (come quelli da lavoro dipendente) e non rappresenta il reddito complessivo del contribuente e del suo nucleo familiare, che può includere altre fonti di entrata.

La differenza è emersa chiaramente dai dati del 2021: la CU indicava un reddito di circa 5.200 euro, mentre l’accertamento dell’Agenzia delle Entrate aveva portato alla luce un reddito complessivo di oltre 17.000 euro. Questa discrepanza ha dimostrato l’inadeguatezza della sola CU a provare il rispetto dei limiti di legge. In assenza della prova della presentazione della dichiarazione 2022, il giudice di merito ha correttamente fatto riferimento all’ultima dichiarazione per cui era scaduto il termine, ovvero quella relativa all’anno d’imposta 2021, il cui reddito accertato superava la soglia.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia offre un importante monito per chi intende richiedere il patrocinio a spese dello Stato. La sentenza chiarisce che l’onere di provare il possesso dei requisiti di reddito grava interamente sul richiedente. Se si intende far valere i redditi di un anno d’imposta la cui scadenza dichiarativa non è ancora passata, non è sufficiente presentare la Certificazione Unica. È indispensabile depositare la dichiarazione dei redditi completa (Mod. 730 o Modello Redditi Persone Fisiche), in quanto è l’unico documento in grado di attestare in modo compiuto la situazione reddituale complessiva. In mancanza di tale prova, l’autorità giudiziaria si baserà legittimamente sui dati dell’ultima dichiarazione il cui termine è già scaduto, con il rischio di una revoca del beneficio qualora accertamenti successivi rivelino un reddito superiore ai limiti.

Quale anno di reddito si considera per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato?
Di norma, si considera il reddito risultante dall’ultima dichiarazione per la quale è scaduto il termine di presentazione al momento della domanda. Se però il richiedente ha già presentato la dichiarazione dell’anno successivo (il cui termine non è ancora scaduto), si può fare riferimento a quest’ultima, a condizione che venga effettivamente allegata all’istanza.

La Certificazione Unica (CU) è sufficiente per dimostrare il proprio reddito ai fini del beneficio?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la Certificazione Unica ha una rilevanza probatoria diversa e inferiore rispetto alla dichiarazione dei redditi completa (Mod. 730 o Mod. Unico), in quanto non attesta il reddito complessivo del nucleo familiare. Pertanto, non è considerata prova sufficiente.

Cosa succede se il reddito dichiarato è inferiore alla soglia, ma l’Agenzia delle Entrate accerta un reddito superiore?
Se l’Agenzia delle Entrate, a seguito di accertamenti, rileva che il reddito effettivo dell’anno di riferimento supera la soglia di legge, il beneficio del patrocinio a spese dello Stato viene revocato, come accaduto nel caso esaminato dalla sentenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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