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Patrocinio a spese dello Stato: il rinvio non è abnorme

La Corte di Cassazione ha stabilito che la sospensione del termine per decidere su un’istanza di patrocinio a spese dello Stato, disposta da un giudice per effettuare verifiche reddituali, non costituisce un provvedimento abnorme. Tale atto, pur se non rituale, si qualifica come una mera irregolarità e non causa una stasi del procedimento. Di conseguenza, il ricorso immediato per cassazione contro tale decisione è stato dichiarato inammissibile, in quanto eventuali lesioni al diritto di difesa possono essere fatte valere con gli strumenti processuali ordinari.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Patrocinio a spese dello Stato: il Rinvio per Verifiche non è un Atto Abnorme

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12461 del 2024, ha affrontato un’importante questione procedurale riguardante il patrocinio a spese dello Stato. La decisione chiarisce che la scelta di un giudice di sospendere i termini per decidere su un’istanza di ammissione al beneficio, al fine di compiere accertamenti reddituali, non costituisce un provvedimento abnorme e, pertanto, non è immediatamente ricorribile per cassazione. Analizziamo insieme i dettagli di questa pronuncia.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da un decreto del Giudice per le indagini preliminari (GIP) del Tribunale di Palermo. A seguito della presentazione di un’istanza per l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato, il giudice, anziché decidere entro i termini di legge, ha sospeso la procedura. Ha incaricato la Guardia di Finanza di verificare la sussistenza delle condizioni di reddito del richiedente.

Contro questa decisione, il difensore dell’istante ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo che tale provvedimento fosse “abnorme”. Secondo la tesi difensiva, la sospensione avrebbe creato una situazione di stallo del procedimento, in violazione dei principi che regolano il diritto alla difesa gratuita e l’effettività della tutela giurisdizionale.

La Questione Giuridica: Il Provvedimento Abnorme

Il cuore della questione giuridica ruota attorno al concetto di “provvedimento abnorme”. Nel nostro ordinamento processuale vige il principio di tassatività dei mezzi di impugnazione: si può contestare un atto del giudice solo nei casi e con le forme previste dalla legge. L’abnormità rappresenta un’eccezione, creata dalla giurisprudenza per porre rimedio a situazioni altrimenti insanabili.

La Cassazione ribadisce che un atto è abnorme in due casi:
1. Abnormità strutturale: quando l’atto, per la sua singolarità, si pone completamente al di fuori del sistema processuale.
2. Abnormità funzionale: quando l’atto, pur essendo previsto dalla legge, viene utilizzato al di fuori dei casi consentiti, provocando una stasi del processo o un’indebita regressione del procedimento.

Il ricorrente sosteneva che la sospensione del GIP rientrasse in questa seconda categoria, paralizzando di fatto la decisione sul diritto alla difesa gratuita.

L’analisi della Corte sul patrocinio a spese dello Stato

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo la tesi del ricorrente manifestamente infondata. I giudici hanno ricostruito l’evoluzione normativa in materia di patrocinio a spese dello Stato, sottolineando un cambiamento cruciale.

In passato, la legge prevedeva la sanzione della “nullità assoluta” se il giudice non decideva sull’istanza entro dieci giorni. Tuttavia, una modifica legislativa del 2008 ha eliminato questa sanzione. Di conseguenza, il superamento del termine per la decisione non è più causa di nullità, ma si configura come una semplice irregolarità.

Secondo la Corte, l’aumento dei poteri di verifica del giudice (come la richiesta di accertamenti alla Guardia di Finanza) ha reso spesso difficile rispettare il termine di dieci giorni. L’eliminazione della sanzione della nullità ha preso atto di questa complessità.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte sono chiare: la sospensione del termine disposta dal GIP, sebbene non sia una procedura formalmente prevista (“non rituale”), non integra gli estremi dell’abnormità. Questo perché non comporta né una stasi irrimediabile del procedimento, né è un atto emesso in totale assenza di potere.

La Corte precisa che l’eventuale inosservanza del termine per provvedere sull’istanza di ammissione al patrocinio a spese dello Stato non è di per sé sanzionata. Essa si risolve in una mera irregolarità, a meno che non comporti una concreta ed effettiva lesione del diritto di difesa. In tal caso, la tutela non si realizza attraverso il ricorso per abnormità, ma con gli ordinari strumenti processuali previsti a pena di nullità per gli atti successivi viziati da tale lesione.

Le Conclusioni della Cassazione

In conclusione, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Il provvedimento del GIP non è abnorme, in quanto non blocca il processo in modo definitivo e non è estraneo ai poteri del giudice. Di conseguenza, non è ammissibile un’impugnazione immediata. L’eventuale contestazione del provvedimento dovrà essere proposta, se del caso, in via differita insieme all’impugnazione della sentenza che definirà il giudizio.

Questa sentenza consolida un principio importante: la necessità di bilanciare la celerità della decisione sul gratuito patrocinio con l’esigenza di verificare la veridicità delle dichiarazioni reddituali, declassando il ritardo a mera irregolarità, salvo prova di un danno concreto al diritto di difesa.

La sospensione del termine per decidere sull’istanza di patrocinio a spese dello Stato è un provvedimento abnorme?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che non è un provvedimento abnorme. Si tratta di una decisione che, sebbene non rituale, si risolve in una possibile inosservanza del termine per provvedere, qualificabile come mera irregolarità e non comporta una stasi del procedimento.

Quali sono le conseguenze se un giudice decide in ritardo su una richiesta di gratuito patrocinio?
L’inosservanza del termine per decidere non è sanzionata in termini generali. Si configura come una mera irregolarità, salvo che tale ritardo comporti una effettiva e specifica lesione del diritto di difesa. Solo in questo caso, tale lesione può dar luogo a una nullità degli atti successivi, da far valere con gli ordinari strumenti processuali.

È possibile impugnare immediatamente per cassazione un provvedimento che ritarda la decisione sul gratuito patrocinio?
No. Poiché tale provvedimento non è considerato abnorme (perché non causa una stasi insanabile né è emesso in assenza di potere), non è ammissibile un immediato ricorso per cassazione. L’eventuale impugnazione potrà essere proposta solo in via differita, unitamente alla sentenza finale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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