LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Particolare tenuità del fatto: no se c’è abitualità

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per furto aggravato, il quale chiedeva l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, escludendo il beneficio a causa del comportamento abituale del ricorrente, desunto da numerosi precedenti penali specifici, e del valore non irrisorio del danno, quantificato in 700 euro.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Particolare tenuità del fatto: quando i precedenti penali la escludono?

La causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, introdotta dall’articolo 131-bis del codice penale, rappresenta uno strumento fondamentale per la deflazione del sistema penale, evitando la sanzione per fatti di minima offensività. Tuttavia, la sua applicazione non è automatica e richiede una valutazione complessa da parte del giudice. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito i paletti che ne limitano l’operatività, in particolare la presenza di un ‘comportamento abituale’ dell’imputato.

I Fatti del Caso: un Ricorso contro una Condanna per Furto

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un individuo condannato in primo e secondo grado per il reato di furto aggravato. La pena inflitta era stata di due anni e due mesi di reclusione, oltre a una multa di 400 euro. L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso per cassazione lamentando la mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. Secondo la difesa, la decisione della Corte d’Appello era contraddittoria e illogica nel negare tale beneficio.

La Questione Giuridica e la valutazione della particolare tenuità del fatto

Il nucleo della questione legale era stabilire se, nel caso specifico, sussistessero i presupposti per applicare l’art. 131-bis cod. pen. Tale norma richiede una valutazione congiunta di due indicatori:

1. Modalità della condotta e esiguità del danno o del pericolo: il fatto deve essere di lieve entità.
2. Non abitualità del comportamento: l’autore del reato non deve essere un delinquente abituale, professionale o per tendenza, né aver commesso reati della stessa indole.

I giudici di merito avevano negato il beneficio proprio sulla base di questi criteri, ritenendo che la condotta dell’imputato non potesse essere considerata un episodio isolato e che il danno non fosse irrisorio.

Le Motivazioni della Cassazione: il Comportamento Abituale come Ostacolo

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, considerandolo una mera riproposizione di argomenti già correttamente respinti nei gradi precedenti. I giudici hanno sottolineato come la valutazione sulla tenuità del fatto sia complessa e debba tenere conto di tutte le peculiarità del caso concreto, come indicato dall’art. 133 del codice penale.

L’Importanza dei Precedenti Penali

Il punto cruciale della decisione è stato il ‘comportamento abituale’ dell’imputato. Dal certificato penale emergevano infatti due condanne irrevocabili per furto, una per sette rapine e un’altra per tentata rapina. Secondo la Corte, questa ‘storia criminale’ dimostrava una chiara propensione a delinquere, configurando quel comportamento abituale che la legge indica come causa ostativa all’applicazione del beneficio. La norma ha lo scopo di premiare condotte occasionali e di minima gravità, non di offrire una via d’uscita a chi delinque sistematicamente.

La Valutazione del Danno Economico

Oltre al profilo soggettivo, la Cassazione ha avallato la valutazione dei giudici di merito anche sull’entità del danno. Il valore complessivo dei beni sottratti ammontava a 700 euro. Tale cifra, secondo la Corte, non può essere considerata ‘esigua’ o irrisoria, rappresentando un ulteriore elemento a sfavore della concessione del beneficio.

Conclusioni: Quando i Precedenti Escludono la Tenuità del Fatto

L’ordinanza in commento offre un’importante lezione pratica: la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non è un ‘salvacondotto’ per reati di piccolo valore. La sua applicazione è subordinata a una valutazione rigorosa che comprende sia l’oggettiva gravità del fatto (inclusa l’entità del danno) sia, soprattutto, la personalità dell’autore. La presenza di precedenti penali specifici e reiterati è un fattore determinante che, delineando un quadro di ‘comportamento abituale’, chiude la porta a questo beneficio, confermando la volontà del legislatore di riservarlo solo a trasgressioni veramente occasionali e minime.

Quando non si applica la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
Secondo questa ordinanza, la non punibilità per particolare tenuità del fatto non si applica quando il comportamento dell’imputato è ritenuto ‘abituale’ o quando il danno causato non è considerato irrisorio. Nel caso specifico, la presenza di numerose condanne precedenti per reati simili ha configurato l’abitualità.

Avere precedenti penali impedisce sempre di ottenere il beneficio della tenuità del fatto?
L’ordinanza chiarisce che una serie di condanne irrevocabili per reati della stessa indole (nella fattispecie, furti e rapine) è un elemento decisivo per qualificare il comportamento come ‘abituale’, il che costituisce una causa ostativa esplicita all’applicazione dell’articolo 131-bis del codice penale.

Un danno economico di 700 euro è considerato di particolare tenuità?
No. Nel caso esaminato, la Corte ha confermato la valutazione dei giudici di merito, secondo cui un valore complessivo di 700 euro per i beni sottratti rappresenta un danno che ‘non può certo essere ritenuto esiguo’, contribuendo così a escludere i presupposti per la non punibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati