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Ordine Europeo di Indagine: Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un indagato contro un Ordine Europeo di Indagine emesso dalla Germania per reati fiscali. Il ricorso è stato giudicato generico per non essersi confrontato con le motivazioni del giudice di merito, il quale aveva confermato la legittimità dell’atto emesso dall’autorità tedesca. La Corte ha stabilito che, essendo l’atto legittimo, non vi era interesse a discutere gli effetti di un suo ipotetico annullamento.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ordine Europeo di Indagine: Quando il Ricorso è Inammissibile?

La cooperazione giudiziaria all’interno dell’Unione Europea è fondamentale per contrastare la criminalità transnazionale. Uno strumento chiave in questo ambito è l’Ordine Europeo di Indagine (O.E.I.), che consente alle autorità giudiziarie di uno Stato membro di richiedere atti di indagine in un altro. Una recente sentenza della Corte di Cassazione Penale (n. 1772/2024) offre importanti chiarimenti sui limiti dell’impugnazione contro il decreto di riconoscimento di un O.E.I., sottolineando il requisito della specificità dei motivi del ricorso.

I Fatti del Caso: Un’Indagine Fiscale tra Italia e Germania

Il caso trae origine da un procedimento penale in Germania per reati fiscali a carico di un cittadino italiano. L’autorità giudiziaria tedesca emetteva un Ordine Europeo di Indagine per acquisire prove in Italia, chiedendo l’esecuzione di perquisizioni e sequestri. Il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma riconosceva l’O.E.I. con un apposito decreto. L’indagato, tramite il suo difensore, presentava opposizione al Giudice per le indagini preliminari (GIP), il quale la rigettava. Contro questa decisione, l’indagato proponeva ricorso per Cassazione.

I Motivi del Ricorso e l’Ordine Europeo di Indagine

Il ricorrente basava la sua impugnazione su due motivi principali:
1. Violazione di legge sulla legittimazione dell’autorità emittente: Si sosteneva che il GIP non avesse verificato adeguatamente la legittimazione dell’autorità giudiziaria tedesca (in questo caso, un pubblico ministero) a emettere l’ordine, che secondo la difesa doveva provenire da un giudice.
2. Errata interpretazione degli effetti dell’annullamento: Si contestava l’affermazione del GIP secondo cui un eventuale accoglimento dell’opposizione avrebbe comportato solo l’annullamento del decreto di riconoscimento e non l’inutilizzabilità delle prove già acquisite. Secondo la difesa, questa interpretazione violava il diritto di difesa e si chiedeva un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

La Decisione della Suprema Corte: Inammissibilità per Genericità

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo entrambe le doglianze senza entrare nel merito della questione. La decisione si fonda su principi procedurali cruciali.

Il Principio di Specificità dei Motivi

La Corte ha ribadito un principio consolidato: un ricorso non può limitarsi a ripetere le stesse argomentazioni già presentate e respinte nel grado precedente. È necessario che il ricorrente si confronti specificamente con la motivazione della decisione impugnata, evidenziandone le presunte criticità e gli errori logico-giuridici. Nel caso di specie, il ricorrente si era limitato a reiterare la questione della legittimazione dell’autorità tedesca, senza contestare in modo puntuale la motivazione del GIP, il quale aveva già chiarito che l’autorità requirente tedesca aveva agito in attuazione di decreti emessi dall’autorità giudicante di quello Stato. Per questo, il primo motivo è stato giudicato generico e manifestamente infondato.

La Mancanza di Interesse al Rinvio Pregiudiziale

Anche il secondo motivo è stato rigettato. La Corte ha osservato che, una volta accertata la legittimità del decreto di riconoscimento dell’Ordine Europeo di Indagine, il ricorrente non aveva più un interesse concreto e attuale a ottenere una pronuncia sugli effetti di un suo eventuale (ma a quel punto ipotetico) annullamento. Di conseguenza, è venuta meno anche la necessità di investire della questione la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, poiché la domanda era diventata irrilevante ai fini della decisione del caso specifico.

Le Motivazioni

La motivazione della Suprema Corte si concentra sul corretto esercizio del diritto di impugnazione. I giudici hanno sottolineato che la specificità dei motivi non è un mero formalismo, ma un requisito essenziale per consentire al giudice dell’impugnazione di comprendere le censure mosse e di esercitare efficacemente il proprio controllo di legittimità. Un ricorso che si limita a riproporre le stesse tesi, senza un dialogo critico con la decisione impugnata, non assolve a questa funzione e deve essere dichiarato inammissibile. Inoltre, la Corte ha precisato che la richiesta di un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia UE deve essere supportata da un reale interesse alla risoluzione di una questione di diritto europeo rilevante per il giudizio in corso. Se la questione diventa ipotetica, come nel caso di specie, la richiesta non può essere accolta.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce l’importanza di redigere ricorsi specifici e puntuali, che si confrontino analiticamente con le ragioni della decisione che si intende contestare. In materia di Ordine Europeo di Indagine, conferma che il controllo del giudice nazionale si concentra sulla legittimità del riconoscimento, senza poter sindacare nel merito i presupposti sostanziali per l’emissione dell’atto, la cui valutazione spetta esclusivamente all’autorità dello Stato di emissione. La decisione chiarisce infine che l’accesso agli strumenti di tutela, inclusa la richiesta di rinvio pregiudiziale, è subordinato alla sussistenza di un interesse concreto e attuale, evitando così questioni puramente teoriche o accademiche.

È possibile contestare un Ordine Europeo di Indagine sostenendo che l’autorità emittente straniera non era competente?
Sì, è possibile, ma il motivo di ricorso deve essere specifico e confrontarsi con la motivazione del giudice che ha già valutato la questione. Se il ricorso si limita a ripetere la doglianza in modo generico, viene dichiarato inammissibile. Nel caso specifico, il giudice aveva già accertato che l’autorità emittente agiva in base a decreti di un’autorità giudicante.

Cosa succede se un ricorso contro il riconoscimento di un Ordine Europeo di Indagine è troppo generico?
La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile. Ciò significa che la Corte non esamina il merito della questione, ma si ferma a una valutazione preliminare sulla correttezza formale e sostanziale dell’impugnazione. L’inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

È necessario un rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia UE per chiarire gli effetti di un annullamento se il decreto di riconoscimento dell’O.E.I. è legittimo?
No. Secondo la Cassazione, se le condizioni per il riconoscimento dell’Ordine Europeo di Indagine sono rispettate e il decreto è legittimo, il ricorrente non ha più un interesse concreto a ottenere una decisione sugli effetti di un ipotetico annullamento. Di conseguenza, non è necessario investire della questione la Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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