Ordinanza di Inammissibilità: Cosa Significa e Quali Conseguenze
Un’ordinanza di inammissibilità emessa dalla Corte di Cassazione segna un punto fermo e definitivo in un percorso giudiziario. Questo tipo di provvedimento non entra nel merito della questione, ma blocca il ricorso per ragioni procedurali, con conseguenze talvolta onerose per chi lo ha proposto. Analizziamo un caso concreto deciso dalla Suprema Corte per comprendere meglio la portata di tali decisioni.
Il Contesto del Provvedimento
Il caso in esame origina da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Palermo. Il ricorrente, attraverso il suo legale, ha cercato di ottenere l’annullamento o la riforma della decisione di secondo grado, portando la questione davanti al massimo organo della giurisdizione penale.
La Corte Suprema, riunitasi in camera di consiglio, ha preso in esame il ricorso dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere designato, che ha illustrato i punti salienti della vicenda processuale.
L’Ordinanza di Inammissibilità della Cassazione
L’esito del giudizio di legittimità è stato un’ordinanza che, sebbene estremamente sintetica, è chiara nelle sue implicazioni. La decisione di concludere il procedimento con questo tipo di atto suggerisce che la Corte abbia riscontrato un vizio preliminare che impedisce l’analisi nel merito delle censure sollevate dal ricorrente.
Il Ruolo del Relatore e la Decisione Collegiale
Prima di ogni decisione, un membro del collegio giudicante, il ‘Consigliere Relatore’, studia il fascicolo processuale e redige una relazione. Questa relazione, esposta durante l’udienza, fornisce agli altri giudici un quadro completo della questione, permettendo al collegio di decidere in modo informato. La decisione finale è sempre collegiale, frutto della deliberazione di tutti i membri del collegio.
Le Motivazioni dell’Inammissibilità
Sebbene il testo del provvedimento analizzato non espliciti le ragioni specifiche, un’ordinanza di inammissibilità può essere motivata da diverse cause, tutte riconducibili a vizi procedurali o a una non corretta formulazione del ricorso. Tra le ragioni più comuni troviamo:
* Vizi di forma: Il ricorso non rispetta i requisiti formali prescritti dalla legge.
* Mancanza di motivi specifici: Le censure contro la sentenza impugnata sono generiche e non individuano in modo preciso le violazioni di legge o i vizi di motivazione.
* Proposizione di questioni di merito: Il ricorso tenta di ottenere dalla Cassazione una nuova valutazione dei fatti, compito che non spetta al giudice di legittimità, il quale può giudicare solo sulla corretta applicazione del diritto.
* Tardività: Il ricorso è stato presentato oltre i termini perentori stabiliti dalla legge.
La conseguenza diretta è che la sentenza impugnata diventa definitiva e non più contestabile.
Le Conclusioni: Ammende e Chiusura del Caso
La parte più significativa del provvedimento è il riferimento alle ‘ammende’. Questa menzione indica che, oltre a dichiarare l’inammissibilità, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento di una sanzione pecuniaria a favore della cassa delle ammende. Tale sanzione ha una duplice funzione: da un lato, risarcire lo Stato per l’impiego di risorse in un procedimento giudiziario temerario o infondato; dall’altro, fungere da deterrente contro la proposizione di ricorsi dilatori o palesemente inammissibili. Questa decisione sottolinea l’importanza di un’attenta valutazione preliminare prima di adire la Corte di Cassazione, un giudizio che deve essere riservato a questioni di legittimità serie e fondate.
Cos’è un’ordinanza della Corte di Cassazione?
È un provvedimento giudiziario con cui la Corte decide su un ricorso. Nel caso specifico, si tratta di un’ordinanza che risolve il procedimento dichiarando l’inammissibilità del ricorso per motivi procedurali, senza analizzare il merito della questione.
Cosa comporta una dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Comporta che la Corte di Cassazione non esamina le ragioni e le censure sollevate dal ricorrente contro la sentenza impugnata. Di conseguenza, la decisione del giudice precedente (in questo caso, della Corte d’Appello) diventa definitiva e non più modificabile.
Quali sono le conseguenze economiche per chi propone un ricorso inammissibile?
Come indicato nel provvedimento, la conseguenza è l’applicazione di sanzioni pecuniarie, definite ‘ammende’. Il ricorrente viene quindi condannato a pagare una somma di denaro come sanzione per aver avviato un procedimento giudiziario che non aveva i presupposti per essere esaminato nel merito.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 14706 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 14706 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 31/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME nato a PALERMO il 22/04/1998
avverso la sentenza del 28/05/2024 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
OSSERVA
letto il ricorso proposto nell’interesse di COGNOME NOME avverso la sentenza in epigrafe;
ritenuto che il ricorso è nel suo complesso inammissibile, omettendo di confrontarsi con le puntuali argomentazioni impiegate per escludere
l’occasionalità della condotta (in relazione all’invocata tenuità del fatto), nonché
la sussistenza dei presupposti per riconoscere la recidiva ed escludere il giudizio di equivalenza, implicitamente dedotte dal curriculum criminale del ricorrente;
ritenuto, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma
di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle
ammende. Così deciso il 31 marzo 2025 Il Consigliere COGNOME ensore COGNOME
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