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Ordinanza di archiviazione: quando è inammissibile?

A seguito di una denuncia per truffa e abusivismo finanziario, il GIP emetteva un’ordinanza di archiviazione per l’impossibilità di individuare i colpevoli. I denuncianti hanno impugnato il provvedimento in Cassazione, sostenendone l’abnormità per la mancata disposizione di ulteriori indagini. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che l’ordinanza di archiviazione non è direttamente ricorribile in sede di legittimità, ma solo reclamabile in casi tassativi di nullità, e che la valutazione del GIP sull’utilità delle indagini rientra nei suoi poteri e non costituisce abnormità.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ordinanza di Archiviazione: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

L’ordinanza di archiviazione rappresenta un momento cruciale nel procedimento penale, segnando la sua conclusione senza un processo. Ma cosa succede quando le vittime del reato ritengono che questa decisione sia ingiusta perché basata su indagini insufficienti? Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce i limiti dell’impugnazione di tale provvedimento, anche quando viene definito ‘abnorme’.

I Fatti del Caso: Una Complessa Truffa Internazionale

Il caso nasce dalla denuncia-querela presentata da tre persone, vittime di una presunta truffa milionaria orchestrata da sedicenti consulenti finanziari e società estere. I denuncianti avevano fornito agli inquirenti nomi, dettagli societari e persino gli IBAN sui quali erano confluiti i fondi illecitamente sottratti, per un ammontare superiore al milione di euro.

Nonostante la specificità degli elementi forniti, il procedimento penale veniva iscritto a carico di ignoti. Successivamente, il Pubblico Ministero richiedeva l’archiviazione, sostenendo che l’espletamento di accertamenti fosse quasi impossibile, data la localizzazione all’estero (in Paesi UE, Canada e Regno Unito) dei soggetti e delle società coinvolte. Il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) accoglieva la richiesta, emettendo l’ordinanza di archiviazione.

L’Impugnazione dell’Ordinanza di Archiviazione per Abnormità

I denuncianti, ritenendo la decisione del GIP palesemente ingiusta e prematura, proponevano ricorso per Cassazione. La loro tesi si fondava sul concetto di ‘abnormità’ dell’atto. Sostenevano che il GIP avesse rinunciato alla sua funzione di garanzia e controllo sull’attività investigativa del PM. Anziché ordinare ulteriori indagini, come richiesto in sede di opposizione, il giudice aveva effettuato una valutazione prognostica negativa sull’esito delle stesse, di fatto abdicando al dovere di perseguire i reati nonostante la presenza di solidi spunti investigativi e di trattati di assistenza giudiziaria internazionale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 19156 del 2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione, pur potendo apparire severa, si basa su precisi principi di procedura penale che definiscono i confini dell’impugnabilità dei provvedimenti giudiziari.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Inammissibile?

La Suprema Corte ha articolato la sua decisione su due pilastri fondamentali.

1. I Limiti dell’Impugnazione dopo la Riforma

In primo luogo, la Corte ha ricordato che, a seguito della riforma introdotta con la legge n. 103 del 2017, l’ordinanza di archiviazione non è più direttamente ricorribile per Cassazione. Lo strumento previsto per contestarla è il reclamo dinanzi al tribunale in composizione monocratica, ma solo per i casi di nullità specificamente previsti dall’art. 127, comma 5, del codice di procedura penale (ad esempio, per violazione del contraddittorio). Tentare di aggirare questa regola attraverso il ricorso per Cassazione è proceduralmente scorretto.

2. L’Insussistenza dell’Atto Abnorme

In secondo luogo, la Corte ha escluso che l’ordinanza del GIP potesse qualificarsi come ‘atto abnorme’. La giurisprudenza definisce abnorme un atto che:
Sotto il profilo strutturale: È completamente avulso dal sistema processuale per la sua stranezza.
Sotto il profilo funzionale: Pur essendo previsto dalla legge, provoca una stasi insuperabile del processo, impedendone la prosecuzione.

Nel caso di specie, l’ordinanza del GIP non rientrava in nessuna delle due categorie. Era stata adottata in conformità all’art. 409, comma 4, c.p.p., sulla base di una valutazione di merito che rientra pienamente nelle competenze del giudice: ritenere inutili le ulteriori indagini richieste. Questa valutazione, per quanto opinabile, non rende l’atto ‘strano’ o fuori dal sistema. Inoltre, l’archiviazione non crea una stasi processuale, ma costituisce l’effetto tipico e legale del provvedimento, che peraltro non preclude una futura riapertura delle indagini qualora emergessero nuovi elementi (art. 414 c.p.p.).

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La pronuncia della Cassazione ribadisce un principio fondamentale: il ricorso basato sulla presunta abnormità di un atto non può essere utilizzato come un espediente per contestare nel merito le valutazioni del giudice. Criticare la scelta del GIP di non disporre ulteriori indagini o l’inerzia del PM non costituisce un vizio che apre le porte della Cassazione. La strada corretta per contestare un’ordinanza di archiviazione è quella del reclamo, ma solo nei ristretti limiti dei vizi di nullità. Questa sentenza, dunque, cristallizza la discrezionalità del GIP nel valutare l’utilità delle investigazioni e traccia una linea netta tra il dissenso sulle valutazioni di merito e i vizi procedurali che consentono l’impugnazione.

È possibile impugnare un’ordinanza di archiviazione direttamente in Corte di Cassazione?
No, a seguito della riforma del 2017, l’ordinanza di archiviazione non è direttamente ricorribile per Cassazione. Lo strumento ordinario è il reclamo davanti al tribunale in composizione monocratica, ma solo per specifici casi di nullità procedurale.

Quando un provvedimento del giudice è considerato ‘abnorme’?
Un atto è abnorme quando si pone completamente al di fuori del sistema normativo processuale (abnormità strutturale) o quando, pur essendo previsto dalla legge, determina un blocco insuperabile e non voluto del procedimento (abnormità funzionale).

Se il GIP archivia un caso ritenendo inutili ulteriori indagini, si tratta di un atto abnorme?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la valutazione del GIP sull’utilità o meno di ulteriori indagini rientra nelle sue competenze. Tale decisione, anche se non condivisa dalle parti, non costituisce un’abnormità ma una valutazione di merito, e l’archiviazione che ne consegue è l’effetto tipico previsto dalla legge, non una stasi del processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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