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Ordinanza cautelare nulla e potere del GIP

La Corte di Cassazione ha stabilito che un’ordinanza cautelare nulla per un vizio procedurale, come l’omesso interrogatorio preventivo, non preclude allo stesso Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) di emettere un nuovo provvedimento corretto. La nullità non si trasmette e la potenziale incompatibilità del giudice non invalida l’atto, ma può essere fatta valere solo tramite l’istituto della ricusazione.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ordinanza Cautelare Nulla: Può lo Stesso Giudice Emetterne una Nuova?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 31267/2025, affronta un’importante questione procedurale: cosa succede quando un’ordinanza cautelare è nulla per un vizio di forma? Può lo stesso giudice che ha commesso l’errore emettere un nuovo provvedimento, oppure la sua precedente decisione lo rende ‘incompatibile’? La Corte offre una risposta chiara, distinguendo tra nullità dell’atto e incompatibilità della persona del giudice, e ribadendo principi fondamentali a garanzia del giusto processo. Analizziamo il caso per comprendere come un’ ordinanza cautelare nulla possa essere legittimamente sostituita.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da un’ordinanza di arresti domiciliari emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) di Modena nei confronti di un indagato per furto aggravato e uso illecito di bancomat. Il provvedimento, però, era stato emesso senza il preventivo interrogatorio dell’indagato, un adempimento reso obbligatorio da una recente riforma legislativa (L. 114/2024).

Accortosi dell’errore su segnalazione del Pubblico Ministero, il GIP ha dichiarato inefficace la prima misura (la Cassazione preciserà che avrebbe dovuto dichiararne la nullità) e ha proceduto a convocare l’indagato per l’interrogatorio. Successivamente, ha emesso una seconda ordinanza cautelare, identica nel contenuto alla prima.

La difesa dell’indagato ha impugnato questo secondo provvedimento, sostenendo due tesi principali:
1. La seconda ordinanza era a sua volta nulla, in quanto atto conseguente alla prima, e l’interrogatorio era stato una mera formalità, dato che il giudice aveva già manifestato il suo convincimento.
2. Il GIP era ormai incompatibile a decidere nuovamente, avendo già valutato la posizione dell’indagato una prima volta.

Il Tribunale del Riesame ha parzialmente accolto l’appello, annullando la misura per uno dei due reati per carenza di indizi, ma confermandola per l’altro. La questione è quindi giunta dinanzi alla Corte di Cassazione.

La Nullità dell’Ordinanza Cautelare e il Potere del Giudice

Il cuore della controversia risiede nel capire se un’ ordinanza cautelare nulla per un vizio formale esaurisca il potere del giudice. La difesa sosteneva che il primo atto, essendo viziato, contaminasse anche il secondo. La Cassazione, tuttavia, respinge questa tesi in modo netto, basandosi su principi consolidati.

La distinzione tra vizio dell’atto e potere del giudice

La Corte chiarisce che la nullità prevista dall’art. 292, comma 3-bis, c.p.p. per l’omesso interrogatorio preventivo colpisce l’atto (l’ordinanza), ma non estingue il potere del giudice di provvedere sulla richiesta cautelare originaria del Pubblico Ministero. L’impulso processuale del PM, infatti, rimane valido. Di conseguenza, una volta rimosso il vizio procedurale – in questo caso, svolgendo l’interrogatorio – il giudice può legittimamente emettere un nuovo provvedimento, sanando il difetto precedente.

L’incompatibilità del giudice non comporta nullità

Il secondo motivo di ricorso riguardava l’asserita incompatibilità del GIP. L’idea della difesa era che, avendo già deciso una volta, il giudice non potesse più essere considerato imparziale. Anche su questo punto, la Cassazione è categorica. Citando una giurisprudenza costante, anche delle Sezioni Unite, la Corte ribadisce che l’incompatibilità del giudice non è una causa di nullità degli atti.

L’incompatibilità è una condizione che attiene alla persona del giudice e alla sua idoneità a giudicare in un determinato processo. Lo strumento previsto dall’ordinamento per farla valere non è l’impugnazione per nullità, bensì l’istanza di ricusazione, da presentare nei modi e nei termini previsti dall’art. 38 c.p.p. In assenza di una tempestiva istanza di ricusazione, l’atto compiuto dal giudice, anche se potenzialmente incompatibile, resta valido.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione fonda la sua decisione sul principio di tassatività delle nullità e sulla distinzione tra i vizi che inficiano l’atto processuale e le condizioni che riguardano la capacità del giudice. La nullità dell’ordinanza cautelare era dovuta alla violazione di una norma procedurale posta a garanzia del contraddittorio. Una volta ripristinato il contraddittorio tramite l’interrogatorio, il giudice ha potuto esercitare nuovamente il suo potere cautelare, basandosi sulla richiesta del PM che non aveva mai perso efficacia. Riguardo all’incompatibilità, la Corte sottolinea che essa non può essere confusa con un ‘difetto di capacità’ del giudice ai sensi dell’art. 178 c.p.p., che comporterebbe la nullità assoluta. L’incompatibilità attiene alle condizioni specifiche per l’esercizio delle funzioni in un dato procedimento e deve essere eccepita con la ricusazione. Permettere che l’incompatibilità si trasformi in una causa di nullità creerebbe incertezza e consentirebbe alle parti di ‘scegliere’ il giudice, sollevando la questione solo dopo un esito sfavorevole.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un principio fondamentale per la stabilità dei procedimenti: un errore procedurale può e deve essere corretto, ma non paralizza necessariamente l’azione della giustizia. L’ ordinanza cautelare nulla per un vizio di forma non preclude la possibilità di una nuova e corretta emissione da parte dello stesso giudice. La terzietà e l’imparzialità del giudice sono tutelate dall’istituto della ricusazione, che rappresenta lo strumento specifico e unico per contestare eventuali situazioni di incompatibilità, senza che queste possano essere trasformate in un motivo di nullità generale dell’atto.

Un’ordinanza cautelare nulla per un vizio di forma può essere ‘sanata’ e riemessa dallo stesso giudice?
Sì. La Cassazione chiarisce che la nullità di un’ordinanza cautelare per un vizio procedurale, come la mancata effettuazione dell’interrogatorio preventivo, non impedisce allo stesso giudice di emettere un nuovo provvedimento, una volta che il vizio sia stato corretto.

L’aver già emesso un’ordinanza, poi dichiarata nulla, rende il giudice ‘incompatibile’ a decidere di nuovo sulla stessa richiesta?
No. Secondo la Corte, questa situazione non crea una nullità del nuovo provvedimento. L’eventuale incompatibilità del giudice è un motivo che può essere fatto valere solo attraverso l’istituto della ricusazione, secondo tempi e modi specifici previsti dalla legge, e non invalida automaticamente l’atto compiuto.

La richiesta di misura cautelare del Pubblico Ministero perde efficacia se l’ordinanza del giudice è nulla?
No. L’impulso processuale del Pubblico Ministero, concretizzato nella richiesta di misura cautelare, mantiene la sua validità. Pertanto, anche se la prima ordinanza del giudice è nulla, non è necessario che il PM presenti una nuova richiesta; il giudice può decidere sulla base della richiesta originaria una volta sanato il vizio procedurale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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