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Ordinanza abnorme: quando il GUP non può restituire atti

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza con cui il Giudice dell’udienza preliminare (GUP) aveva restituito gli atti al Pubblico Ministero a seguito di una riqualificazione del reato. Il caso riguardava un’accusa di falso per induzione, riqualificata dal GUP in un reato che prevedeva la citazione diretta. La Suprema Corte ha stabilito che tale provvedimento costituisce una “ordinanza abnorme”, in quanto costringe il procedimento a una regressione illegittima e crea una stasi. Il GUP deve esercitare il suo potere di qualificazione decidendo se rinviare a giudizio o prosciogliere, senza poter far retrocedere il processo.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ordinanza Abnorme: la Cassazione Fissa i Limiti del Potere del GUP

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 19995 del 2024, ha chiarito un importante principio di procedura penale, stabilendo che il Giudice dell’udienza preliminare (GUP) non può restituire gli atti al Pubblico Ministero (PM) anche se ritiene che il reato debba essere riqualificato in una fattispecie che prevede la citazione diretta. Un simile provvedimento è da considerarsi una ordinanza abnorme, poiché causa un’illegittima regressione del procedimento. Analizziamo insieme la decisione e le sue implicazioni.

I Fatti del Caso: una Riqualificazione Controproducente

Il caso trae origine da una richiesta di rinvio a giudizio formulata dal PM di Roma nei confronti di due donne. L’accusa era quella di falso in atto pubblico per induzione (artt. 48 e 476 c.p.), per aver concorso a presentare una richiesta di cambio di residenza all’Ufficio Anagrafico, attestando falsamente che una delle due dimorasse presso l’abitazione dell’altra.

Il Giudice dell’udienza preliminare, investito della richiesta, ha ritenuto che i fatti non configurassero il reato contestato, ma piuttosto quello di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico (art. 483 c.p.). Poiché per quest’ultimo reato è prevista la citazione diretta a giudizio (un rito che non necessita di udienza preliminare), il GUP ha deciso di restituire gli atti al PM ai sensi dell’art. 33-sexies c.p.p., di fatto bloccando il corso dell’udienza preliminare.

Il Ricorso del Pubblico Ministero e l’ordinanza abnorme

Il Pubblico Ministero ha impugnato questa decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentandone l’abnormità. Secondo il PM, il GUP avrebbe dovuto procedere con l’udienza e decidere secondo gli esiti previsti dalla legge: la sentenza di non luogo a procedere o il decreto che dispone il giudizio. La restituzione degli atti, invece, ha creato una situazione di stallo processuale, costringendo il PM a compiere un’attività non prevista dalla legge e violando i principi del giusto processo. L’azione del GUP ha generato una ordinanza abnorme, foriera di una stasi del procedimento.

Il Principio di Diritto delle Sezioni Unite

La Cassazione ha accolto il ricorso del PM, richiamando un’autorevole pronuncia delle Sezioni Unite (sentenza Scarlini, n. 37502/2022). In tale sentenza, la Corte aveva già stabilito che è abnorme l’ordinanza del GUP che, investito di una richiesta di rinvio a giudizio, restituisce gli atti al PM sul presupposto errato che si debba procedere con citazione diretta.

Questo tipo di provvedimento è considerato “contra legem” perché:
1. Impone un’attività non dovuta al PM: Lo costringe a riformulare l’azione penale in un modo diverso da quello scelto.
2. Viola i diritti difensivi: L’imputato ha diritto a una definizione del procedimento nell’udienza preliminare.
3. Causa una regressione e stasi del procedimento: Il processo torna indietro senza un valido motivo giuridico.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha ribadito che il potere del GUP di dare una diversa qualificazione giuridica al fatto è pacifico e serve a garantire la corrispondenza tra l’accusa e le risultanze processuali. Tuttavia, questo potere deve essere esercitato all’interno degli sbocchi decisori tipici dell’udienza preliminare.

In altre parole, il GUP può riqualificare il reato, ma dopo averlo fatto deve concludere l’udienza con una sentenza di non luogo a procedere o con un decreto di rinvio a giudizio per il reato diversamente qualificato. Non può, invece, utilizzare la riqualificazione come pretesto per “disinvestirsi” del procedimento e farlo regredire a una fase precedente.

La restituzione degli atti basata sulla riqualificazione del fatto è un atto atipico, compiuto in assenza di un potere specifico attribuito al giudice, e pertanto illegittimo.

Conclusioni: le Implicazioni Pratiche della Decisione

La sentenza in esame rafforza un principio fondamentale per la corretta scansione del processo penale: ogni fase ha i suoi esiti tipici e non sono ammesse regressioni anomale. Il GUP è il dominus dell’udienza preliminare e ha il dovere di portarla a compimento con una delle decisioni previste dal codice.

Questa pronuncia tutela la linearità dell’azione penale e garantisce che l’esercizio del potere di riqualificazione da parte del giudice non si traduca in una paralisi procedurale. Di conseguenza, il provvedimento del GUP di Roma è stato annullato senza rinvio e gli atti sono stati trasmessi nuovamente al Tribunale per la prosecuzione del giudizio secondo le regole corrette.

Può il Giudice dell’udienza preliminare (GUP) restituire gli atti al Pubblico Ministero se ritiene che il reato debba essere riqualificato in uno per cui è prevista la citazione diretta a giudizio?
No. Secondo la Cassazione, questa azione costituisce una ordinanza abnorme. Il GUP deve decidere all’interno degli esiti previsti per l’udienza preliminare, ovvero il rinvio a giudizio o la sentenza di non luogo a procedere, anche dopo aver diversamente qualificato il fatto.

Cosa si intende per “ordinanza abnorme” in questo contesto?
Si intende un provvedimento che, non essendo previsto dalla legge, impone al pubblico ministero un’attività processuale illegittima (“contra legem”), causa una regressione e una stasi del procedimento, e viola i diritti di difesa delle parti.

Qual era il percorso corretto che il GUP avrebbe dovuto seguire?
Il GUP avrebbe dovuto celebrare regolarmente l’udienza preliminare e, al suo termine, anche dopo aver riqualificato il fatto in un reato a citazione diretta, avrebbe dovuto decidere se rinviare a giudizio gli imputati per il diverso reato o emettere una sentenza di non luogo a procedere.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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