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Opposizione del terzo: il rimedio corretto vs confisca

Un terzo soggetto rivendicava la proprietà di beni immobili, ereditati dalla madre, che erano stati confiscati ai suoi fratelli. Il Tribunale aveva rigettato la sua richiesta di revoca. La Corte di Cassazione, senza entrare nel merito della proprietà, ha riqualificato il ricorso come opposizione del terzo ai sensi dell’art. 667 c.p.p., individuando questo come il corretto strumento processuale. Di conseguenza, ha rinviato gli atti allo stesso Tribunale per la decisione, applicando il principio di conservazione degli atti giuridici.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Opposizione del Terzo: La Cassazione Chiarisce il Rimedio Contro la Confisca

Quando un bene viene confiscato, cosa può fare il legittimo proprietario se è estraneo ai fatti? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce sullo strumento processuale corretto da utilizzare in questi casi, noto come opposizione del terzo. Questa pronuncia sottolinea l’importanza di seguire la procedura corretta per tutelare i propri diritti reali di fronte a un provvedimento ablativo dello Stato.

Il Fatto: Una Richiesta di Revoca della Confisca su Beni Ereditari

Il caso nasce dalla richiesta di un uomo, terzo interessato, di ottenere la revoca parziale della confisca disposta nei confronti dei suoi due fratelli. Il richiedente sosteneva di essere il legittimo proprietario di alcune unità immobiliari incluse nel provvedimento di confisca. La sua titolarità derivava dall’eredità della madre, deceduta molti anni prima, come attestato da un testamento olografo pubblicato di recente.

Secondo la sua tesi, il diritto di proprietà era stato acquisito al momento dell’apertura della successione, coincidente con la data del decesso della madre, e quindi in un’epoca antecedente ai provvedimenti di sequestro e confisca. Pertanto, i suoi diritti reali non potevano essere pregiudicati da un provvedimento successivo.

La Decisione Iniziale e i Motivi del Ricorso

Il Tribunale di merito, adito con un incidente di esecuzione, aveva rigettato la richiesta. Avverso tale decisione, il terzo proprietario proponeva ricorso per Cassazione lamentando diversi vizi, tra cui:

Errata valutazione del titolo di proprietà: il diritto ereditario si acquista al momento della morte del de cuius*, indipendentemente dalla trascrizione.
* Errata valutazione dell’anteriorità del titolo: la trascrizione dell’acquisto ereditario ha effetto retroattivo, rendendo il suo diritto opponibile alla confisca.
* Errata valutazione della buona fede: l’istante aveva dimostrato la sua totale estraneità a contesti criminali.
* Contraddittorietà della motivazione: il Tribunale lo aveva considerato prima non legittimato, poi lo aveva trattato come terzo interessato, contestandogli però la mancata prova dell’affidamento incolpevole.

La Qualificazione del Ricorso come Opposizione del Terzo

La Corte di Cassazione non entra nel merito delle questioni sollevate, concentrandosi invece su un aspetto puramente procedurale. La Corte ha stabilito che l’impugnazione proposta doveva essere riqualificata. Sebbene la richiesta di revoca della confisca da parte del terzo estraneo al procedimento di prevenzione vada correttamente introdotta con un incidente di esecuzione, il rimedio contro la decisione del giudice dell’esecuzione non è il ricorso per Cassazione, bensì l’opposizione del terzo ai sensi dell’art. 667, comma 4, del codice di procedura penale.

Le motivazioni della Corte

La Corte Suprema ha chiarito che il provvedimento emesso dal giudice dell’esecuzione, anche se assunto irritualmente nelle forme di un’udienza partecipata (previste dall’art. 666 c.p.p.), resta impugnabile con l’opposizione davanti allo stesso giudice. Questa procedura garantisce un riesame della questione da parte della stessa autorità che ha emesso la prima decisione.

In ossequio al principio di conservazione degli atti giuridici, sancito dall’art. 568, comma 5, c.p.p., la Cassazione non ha dichiarato inammissibile il ricorso, ma lo ha riqualificato, disponendo la trasmissione degli atti al Tribunale di Salerno. Sarà quindi la Sezione per le misure di prevenzione dello stesso Tribunale a dover decidere sulla questione, trattandola come un’opposizione a tutti gli effetti.

Conclusioni

Questa ordinanza offre un’importante lezione di diritto processuale. Per il terzo che si veda colpito da una confisca su beni di sua legittima proprietà, il percorso è chiaro: prima si presenta un’istanza tramite incidente di esecuzione al giudice competente; in caso di rigetto, non si deve ricorrere in Cassazione, ma si deve proporre opposizione davanti allo stesso giudice che ha emesso il provvedimento. La decisione della Cassazione, pur non risolvendo la controversia nel merito, ha il pregio di indirizzare correttamente il procedimento, garantendo che la tutela dei diritti del terzo avvenga nelle sedi e con gli strumenti processuali appropriati.

Qual è lo strumento corretto per un terzo che vuole contestare una confisca penale su beni che ritiene propri?
La procedura corretta inizia con la proposizione di un incidente di esecuzione davanti al giudice competente. In caso di rigetto di tale istanza, lo strumento per impugnare la decisione è l’opposizione ai sensi dell’art. 667, comma 4, c.p.p., da presentare allo stesso giudice che ha deciso sull’incidente.

Cosa succede se un’impugnazione viene erroneamente presentata come ricorso per Cassazione invece che come opposizione?
In virtù del principio di conservazione degli atti giuridici (art. 568, comma 5, c.p.p.), la Corte di Cassazione non dichiara l’inammissibilità del ricorso, ma lo qualifica come opposizione e trasmette gli atti al giudice originariamente competente per la decisione.

La Corte di Cassazione ha deciso se la confisca dovesse essere revocata?
No, la Corte non si è pronunciata sul merito della questione, cioè sulla legittimità o meno della confisca e sulla titolarità dei beni. La sua decisione è stata di natura esclusivamente processuale, limitandosi a individuare il rimedio giuridico corretto e a rimettere le parti davanti al giudice competente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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