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Opposizione decreto penale: non serve mandato specifico

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 23606/2024, ha annullato un’ordinanza di inammissibilità, stabilendo che per l’opposizione a decreto penale non è richiesto il mandato specifico post-emissione, previsto dalla Riforma Cartabia solo per le impugnazioni contro le sentenze.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Opposizione a Decreto Penale: La Cassazione Esclude l’Obbligo del Mandato Specifico

Con la recente sentenza n. 23606 del 7 maggio 2024, la Quinta Sezione Penale della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale in materia di opposizione a decreto penale, stabilendo che le nuove e più stringenti formalità introdotte dalla Riforma Cartabia per le impugnazioni non si applicano a questo specifico istituto. La decisione ribadisce la natura peculiare dell’opposizione, distinguendola nettamente dai mezzi di impugnazione ordinari.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un’ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Reggio Emilia, che aveva dichiarato inammissibile l’opposizione presentata dal difensore di un imputato avverso un decreto penale di condanna. Il GIP aveva motivato la sua decisione sulla base della presunta violazione delle nuove disposizioni introdotte dalla Riforma Cartabia, in particolare degli articoli 581, commi 1-ter e 1-quater, del codice di procedura penale.

Secondo il giudice di merito, l’atto di opposizione era privo di un mandato specifico ad impugnare, che doveva essere conferito dal cliente al difensore solo dopo l’emissione del decreto penale. Il difensore ha quindi proposto ricorso per cassazione, sostenendo l’errata applicazione della nuova normativa.

La Decisione della Corte di Cassazione sull’Opposizione a Decreto Penale

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio l’ordinanza del GIP e disponendo la trasmissione degli atti al Tribunale per la valutazione nel merito dell’opposizione. I giudici di legittimità hanno ritenuto fondati i motivi del ricorrente, affermando un principio di diritto ormai consolidato nella giurisprudenza più recente.

Il provvedimento impugnato, secondo la Corte, ha erroneamente esteso all’opposizione a decreto penale requisiti di forma previsti esclusivamente per i mezzi di impugnazione avverso le sentenze. Questa interpretazione è stata giudicata una forzatura, non supportata né dal dato letterale né da una lettura sistematica delle norme processuali.

Le Motivazioni della Sentenza

La Cassazione ha basato la sua decisione su una serie di argomenti chiari e logicamente connessi:

1. Natura Giuridica dell’Opposizione: Viene ribadita la radicale diversità tra l’opposizione a decreto penale e i mezzi di impugnazione. L’opposizione non mira a contestare una decisione emessa al termine di un processo, ma, al contrario, ha lo scopo di eliminare una pronuncia emessa de plano (senza contraddittorio) per dare avvio a un vero e proprio giudizio. L’impugnazione, invece, prolunga un processo già celebrato.

2. Dato Normativo: L’articolo 461 del codice di procedura penale, che disciplina l’opposizione, non richiama i commi 1-ter e 1-quater dell’articolo 581. Il riferimento è limitato all’articolo 582, che regola le forme di presentazione dell’atto. Inoltre, le nuove disposizioni dell’art. 581 fanno esplicito riferimento a un imputato giudicato “in assenza” e a una “sentenza”, concetti non applicabili al procedimento per decreto.

3. Disciplina Transitoria: Le nuove norme della Riforma Cartabia, secondo l’articolo 89 del D.Lgs. 150/2022, si applicano solo alle impugnazioni presentate contro sentenze pronunciate dopo la loro entrata in vigore (30 dicembre 2022). Nel caso di specie, il decreto penale era stato emesso il 27 dicembre 2022, quindi prima di tale data.

4. Logica Sistematica: L’intero impianto della Riforma Cartabia, che prevede termini più lunghi per impugnare in caso di giudizio in assenza, è correlato alla necessità per il difensore di ottenere un mandato specifico. Questa esigenza non sussiste nel caso dell’opposizione a decreto, che è l’unico strumento difensivo a disposizione dell’imputato.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

La sentenza in commento consolida un orientamento giurisprudenziale di fondamentale importanza pratica. Viene definitivamente chiarito che per proporre opposizione a decreto penale non è necessario munirsi di un mandato specifico rilasciato dall’imputato successivamente all’emissione del provvedimento. La nomina fiduciaria, anche se antecedente, è pienamente sufficiente a legittimare il difensore.

Questa decisione garantisce la funzionalità e la speditezza di un rito speciale, evitando di gravare la difesa con oneri formali non previsti dal legislatore e non coerenti con la natura stessa dell’istituto. Si tratta di una vittoria per la certezza del diritto e per la tutela del diritto di difesa, che scongiura il rischio di declaratorie di inammissibilità basate su interpretazioni errate della nuova normativa.

Per presentare opposizione a un decreto penale di condanna è necessario un mandato specifico rilasciato dall’imputato al difensore dopo l’emissione del decreto?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che non è necessario un mandato specifico successivo all’emissione del decreto. La nomina fiduciaria è sufficiente per legittimare il difensore a proporre opposizione.

Le nuove norme della Riforma Cartabia (art. 581, commi 1-ter e 1-quater c.p.p.) si applicano all’opposizione a decreto penale?
No, la sentenza chiarisce che tali norme, relative ai requisiti di forma delle impugnazioni, non sono applicabili all’opposizione a decreto penale, in quanto quest’ultima non è un mezzo di impugnazione in senso stretto e non è richiamata dall’articolo 461 c.p.p.

Qual è la differenza fondamentale tra ‘opposizione a decreto penale’ e ‘impugnazione’ di una sentenza secondo la Cassazione?
L’opposizione mira a eliminare una pronuncia emessa senza contraddittorio per instaurare per la prima volta un giudizio. L’impugnazione, invece, contesta una decisione già emessa al termine di un processo e ne prolunga lo svolgimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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