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Opposizione decreto penale: non serve mandato speciale

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza che dichiarava inammissibile un’opposizione a decreto penale per mancanza di mandato specifico. La Suprema Corte ha chiarito che le nuove e più stringenti regole della Riforma Cartabia, previste per le impugnazioni delle sentenze (art. 581 c.p.p.), non si applicano all’opposizione decreto penale, per la quale valgono solo le modalità di presentazione dell’art. 582 c.p.p., in virtù del principio di tassatività e del favor oppositionis.

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Pubblicato il 5 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Opposizione Decreto Penale: la Cassazione esclude la necessità del mandato specifico

Con la recente sentenza n. 28034/2024, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale in materia di opposizione decreto penale, stabilendo che le nuove e più rigide formalità introdotte dalla Riforma Cartabia per le impugnazioni non si applicano a questo specifico istituto. La decisione ribadisce l’importanza del principio del favor oppositionis, garantendo una tutela più ampia del diritto di difesa dell’imputato.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un’ordinanza del GIP del Tribunale di Reggio Emilia, con la quale era stata dichiarata inammissibile l’opposizione a un decreto penale di condanna. Il giudice di merito aveva ritenuto che il difensore non fosse munito di un mandato specifico, rilasciato dall’imputato successivamente all’emissione del decreto opposto, come richiesto dalle nuove disposizioni dell’art. 581 del codice di procedura penale, introdotte dalla Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022).

Secondo il GIP, la riforma aveva esteso i requisiti di formalità previsti per l’impugnazione delle sentenze anche all’atto di opposizione. Di conseguenza, la mancanza di tale procura speciale rendeva l’atto inammissibile. L’imputato, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso in Cassazione contro tale decisione, lamentando un’erronea e troppo estensiva interpretazione della nuova normativa.

La Questione Giuridica sull’opposizione decreto penale

Il nodo cruciale della questione era stabilire se le nuove formalità richieste a pena di inammissibilità per le impugnazioni in generale, e in particolare il mandato specifico al difensore, fossero applicabili anche all’opposizione decreto penale.

Il ricorrente ha sostenuto due tesi principali:
1. L’inapplicabilità della nuova norma per una questione temporale, essendo il decreto stato emesso prima dell’entrata in vigore della riforma.
2. L’erronea equiparazione tra l’opposizione a decreto penale e l’impugnazione di una sentenza, sostenendo che l’opposizione sia un istituto con una sua disciplina specifica.

Il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione ha condiviso la seconda tesi, chiedendo l’annullamento dell’ordinanza impugnata.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, ritenendo fondato il secondo motivo di doglianza. I giudici hanno chiarito che, in tema di opposizione decreto penale, non sono applicabili le disposizioni dell’art. 581, commi 1-ter e 1-quater, del codice di procedura penale.

La motivazione si fonda su un’interpretazione letterale e sistematica della legge. L’art. 461 c.p.p., che disciplina l’opposizione, richiama esclusivamente le modalità di presentazione dell’atto di impugnazione previste dall’art. 582 c.p.p., ma non fa alcun riferimento alla forma e ai requisiti di ammissibilità descritti nell’art. 581 c.p.p.

Estendere tali requisiti all’opposizione violerebbe due principi cardine del nostro ordinamento processuale:
* Il principio di tassatività delle cause di inammissibilità: le sanzioni processuali, come l’inammissibilità, possono essere applicate solo nei casi espressamente previsti dalla legge, senza possibilità di interpretazione estensiva o analogica.
Il principio del favor oppositionis*: l’opposizione è uno strumento che mira a garantire all’imputato il diritto a un giudizio pieno. Le norme che la regolano devono essere interpretate nel modo più favorevole a consentire l’accesso al dibattimento.

La Corte, richiamando un suo precedente conforme (Sez. 5, n. 4613/2024), ha quindi stabilito che equiparare l’opposizione a un atto di impugnazione generico è un errore, poiché essa ha natura e finalità proprie, che il legislatore ha inteso tutelare con una disciplina ad hoc.

Le Conclusioni

La sentenza in commento afferma un principio di notevole importanza pratica: per presentare opposizione a un decreto penale di condanna, il difensore non necessita di un mandato specifico rilasciato dal proprio assistito dopo l’emissione del provvedimento. È sufficiente la nomina a difensore di fiducia. Questa decisione ripristina la corretta interpretazione delle norme procedurali, evitando un ingiustificato aggravio formale che avrebbe potuto compromettere il diritto di difesa. L’ordinanza del GIP è stata quindi annullata senza rinvio, e gli atti sono stati restituiti allo stesso giudice per procedere con l’esame dell’opposizione.

È necessario un mandato specifico rilasciato dopo l’emissione del decreto per presentare un’opposizione a decreto penale di condanna?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che il mandato specifico, previsto dalla Riforma Cartabia per le impugnazioni, non è richiesto per l’atto di opposizione a decreto penale.

Le nuove norme della Riforma Cartabia sui requisiti di ammissibilità delle impugnazioni (art. 581 c.p.p.) si applicano all’opposizione a decreto penale?
No. La Corte ha stabilito che l’art. 461 c.p.p. richiama unicamente le modalità di presentazione dell’impugnazione (art. 582 c.p.p.), ma non i più stringenti requisiti di forma e ammissibilità previsti dall’art. 581 c.p.p.

Cosa significa il principio del ‘favor oppositionis’?
Significa che le norme sull’opposizione a decreto penale devono essere interpretate nel modo più favorevole all’imputato, per facilitare il suo accesso a un processo e garantire pienamente il suo diritto di difesa, piuttosto che limitarlo con formalismi non espressamente previsti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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