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Opposizione confisca: nullità senza contraddittorio

La Corte di Cassazione ha annullato un provvedimento del Giudice dell’esecuzione che aveva rigettato un’opposizione confisca senza fissare un’udienza. La sentenza stabilisce che la mancata instaurazione del contraddittorio tra le parti rende la decisione affetta da nullità assoluta, riaffermando un principio fondamentale della procedura penale.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Opposizione Confisca: La Cassazione Annulla la Decisione Senza Udienza

Il principio del contraddittorio rappresenta una colonna portante del nostro sistema giudiziario, garantendo che nessuna decisione venga presa senza che tutte le parti coinvolte abbiano avuto la possibilità di esporre le proprie ragioni. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce con forza questo principio nell’ambito dell’esecuzione penale, specificamente in un caso di opposizione confisca. La Corte ha annullato la decisione di un giudice che aveva rigettato l’istanza di un condannato senza fissare la necessaria udienza camerale.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un procedimento di esecuzione avviato da un soggetto condannato, il quale richiedeva la restituzione parziale dei beni confiscati. Secondo il condannato, il valore degli immobili sottoposti a confisca per equivalente eccedeva l’importo stabilito dalla sentenza, pari a oltre 1,5 milioni di euro. Parallelamente, alcuni istituti di credito avevano avviato procedure per tutelare i propri crediti ipotecari sugli stessi immobili.

In una prima udienza, il giudice dell’esecuzione aveva rigettato la richiesta di revoca parziale della confisca, autorizzando la vendita all’asta degli immobili e stabilendo che l’eventuale revoca potesse avvenire solo all’esito della vendita e solo se il valore netto residuo fosse risultato superiore all’importo della confisca.

Avverso tale provvedimento, il condannato presentava formale opposizione. Tuttavia, il giudice, senza indire una nuova udienza per discutere l’opposizione, la rigettava con un provvedimento sintetico, limitandosi a ribadire la sua precedente decisione.

L’Opposizione Confisca e la Violazione del Diritto di Difesa

Il difensore del condannato ha proposto ricorso in Cassazione, lamentando due violazioni principali:
1. Mancanza di motivazione: Il provvedimento di rigetto era privo di un’adeguata giustificazione rispetto alle doglianze sollevate.
2. Violazione di legge: La decisione era stata presa de plano, cioè senza fissare l’udienza camerale richiesta dalla procedura per la trattazione dell’opposizione, violando così il diritto al contraddittorio sancito dall’art. 666 del codice di procedura penale.

Il punto centrale del ricorso era che il giudizio di opposizione, per sua natura, richiede una fase di discussione dialettica tra le parti davanti al giudice. Anche se la fase precedente si era svolta nel contraddittorio, l’opposizione introduce un nuovo grado di giudizio che non può essere eluso.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha ritenuto il ricorso fondato, accogliendo in pieno le tesi difensive. Gli Ermellini hanno chiarito che l’opposizione avverso un’ordinanza emessa dal giudice dell’esecuzione deve sempre essere decisa nel rispetto dei canoni normativi del contraddittorio.

Citando un proprio precedente (Sez. 1, n. 15636/2023), la Corte ha ribadito un principio fondamentale: l’opposizione contro il rigetto di un’istanza di revoca della confisca deve essere decisa, a pena di nullità assoluta, previa instaurazione del contraddittorio tra le parti. Questo si realizza attraverso la fissazione di un’apposita udienza camerale, come previsto dai commi 3 e 4 dell’art. 666 c.p.p.

Nel caso di specie, il giudice dell’esecuzione ha emesso il suo provvedimento di rigetto senza contraddittorio, commettendo una violazione procedurale insanabile. Tale violazione, ha specificato la Corte, determina la nullità assoluta dell’atto, a prescindere dal fatto che il provvedimento fosse anche privo di una motivazione adeguata rispetto ai motivi di opposizione.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza impugnata e ha rinviato il caso al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Rimini per un nuovo giudizio. Il giudice del rinvio avrà il compito di fissare un’udienza camerale, permettendo alle parti di discutere l’opposizione, e solo successivamente potrà emettere una nuova decisione. La sentenza riafferma con vigore che le garanzie procedurali, e in particolare il diritto al contraddittorio, non possono essere compresse neanche nella fase esecutiva, garantendo al condannato il pieno diritto di difendersi in ogni fase del procedimento.

È valida la decisione del giudice dell’esecuzione su un’opposizione a un provvedimento di confisca se presa senza un’udienza?
No, non è valida. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’opposizione deve essere decisa, a pena di nullità assoluta, previa instaurazione del contraddittorio tra le parti mediante la fissazione di un’apposita udienza camerale, ai sensi dell’art. 666, commi 3 e 4, del codice di procedura penale.

Qual è la conseguenza di una decisione presa senza rispettare il principio del contraddittorio in questo contesto?
La conseguenza è la nullità assoluta del provvedimento. Questo significa che la decisione è radicalmente invalida, come se non fosse mai stata emessa, e deve essere annullata.

Cosa deve fare il giudice a cui il caso è stato rinviato dalla Cassazione?
Il giudice dell’esecuzione dovrà fissare una nuova udienza camerale, garantendo che le parti (accusa e difesa) possano presentare le proprie argomentazioni, e solo dopo aver assicurato un pieno contraddittorio potrà decidere sull’opposizione presentata dal condannato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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