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Opposizione a decreto penale: no nuove formalità

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza che dichiarava inammissibile un’opposizione a decreto penale per la mancata osservanza delle nuove formalità introdotte dalla Riforma Cartabia. La Suprema Corte ha stabilito che tali requisiti, previsti dall’art. 581 c.p.p., non sono applicabili a questa specifica impugnazione, data la sua natura peculiare e in virtù del principio di irretroattività delle norme processuali sfavorevoli, come sancito dalla disciplina transitoria.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Opposizione a Decreto Penale: la Cassazione esclude l’applicazione delle nuove formalità della Riforma Cartabia

Con la sentenza n. 25 del 2024, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sull’ambito di applicazione delle nuove norme procedurali introdotte dalla Riforma Cartabia, in particolare riguardo all’opposizione a decreto penale. La Suprema Corte ha stabilito che le nuove e più stringenti formalità previste per le impugnazioni non si estendono a questo specifico rimedio processuale, annullando un provvedimento di inammissibilità emesso da un GIP.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine da un’ordinanza del GIP del Tribunale di Reggio Emilia, che aveva dichiarato inammissibile l’opposizione proposta dal difensore di un imputato avverso un decreto penale di condanna. Secondo il giudice di primo grado, l’atto di opposizione era carente dei requisiti formali introdotti dalla Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022), in particolare quelli previsti dall’art. 581, commi 1-ter e 1-quater, del codice di procedura penale. Tali norme richiedono, a pena di inammissibilità, il deposito di un mandato specifico a impugnare, rilasciato dall’imputato dopo l’emissione del provvedimento da contestare.

Il difensore dell’imputato ha presentato ricorso per cassazione, sostenendo che il GIP avesse erroneamente applicato le nuove disposizioni. I motivi del ricorso si basavano su tre argomentazioni principali:
1. Incompatibilità strutturale: L’art. 461 c.p.p., che disciplina l’opposizione a decreto penale, non è stato modificato per includere un richiamo alle nuove formalità dell’art. 581 c.p.p., suggerendo una incompatibilità tra le norme.
2. Violazione della disciplina transitoria: La norma transitoria della Riforma (art. 89, comma 3) limita l’applicazione delle nuove regole alle sole impugnazioni contro sentenze emesse dopo l’entrata in vigore della riforma, mentre il decreto penale in questione era stato emesso in data antecedente.
3. Deposito successivo: In ogni caso, il mandato specifico e l’elezione di domicilio erano stati depositati telematicamente entro il termine utile per l’opposizione, sebbene dopo il deposito dell’atto principale.

L’Applicabilità delle Nuove Norme all’Opposizione a Decreto Penale

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendo fondate le argomentazioni del ricorrente. I giudici hanno anzitutto ribadito la natura peculiare dell’opposizione a decreto penale. Sebbene sia qualificata come un mezzo di impugnazione, essa presenta differenze sostanziali rispetto agli appelli tradizionali. Il suo scopo non è un riesame del merito da parte di un giudice superiore, ma la revoca del decreto e l’instaurazione di un vero e proprio processo di primo grado, con la garanzia del contraddittorio. A differenza dell’appello, nel giudizio di opposizione non vige il divieto di reformatio in pejus, potendo il giudice applicare una pena anche più grave di quella del decreto.

le motivazioni

La Suprema Corte ha fondato la sua decisione su due pilastri argomentativi.

In primo luogo, ha evidenziato l’incompatibilità letterale e sistematica tra la disciplina dell’opposizione (art. 461 c.p.p.) e le nuove formalità richieste dall’art. 581 c.p.p. La formulazione di quest’ultimo, in particolare il comma 1-quater, limita la necessità di un mandato specifico alla sola ipotesi di imputato giudicato in assenza, una condizione che non ricorre nel procedimento per decreto. Inoltre, il legislatore non ha inserito alcun richiamo all’art. 581 nel testo dell’art. 461, un silenzio che, secondo la Corte, depone per l’inapplicabilità delle nuove norme.

In secondo luogo, e in modo dirimente, la Corte ha dato peso alla disciplina transitoria (art. 89, comma 3, D.Lgs. 150/2022). Questa norma prevede espressamente che le nuove disposizioni dell’art. 581 c.p.p. si applichino “alle sole impugnazioni proposte avverso sentenze pronunciate in data successiva a quella di entrata in vigore del presente decreto”. Poiché il decreto penale in questione era stato emesso prima dell’entrata in vigore della Riforma Cartabia, la nuova e più severa disciplina non poteva essere applicata. Qualsiasi interpretazione estensiva sarebbe contraria al principio di tassatività delle cause di inammissibilità.

le conclusioni

La sentenza rappresenta un importante punto fermo nell’interpretazione delle novità introdotte dalla Riforma Cartabia. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’opposizione a decreto penale mantiene la sua specificità e non è soggetta alle nuove formalità previste per le impugnazioni ordinarie, specialmente quando il decreto è stato emesso prima dell’entrata in vigore della riforma. Di conseguenza, il provvedimento di inammissibilità è stato annullato senza rinvio e gli atti sono stati trasmessi al Tribunale di Reggio Emilia per la prosecuzione del giudizio. Questa decisione garantisce la piena effettività del diritto di difesa, evitando che requisiti formali non espressamente previsti possano precludere l’accesso al processo.

Le nuove formalità per le impugnazioni introdotte dalla Riforma Cartabia si applicano all’opposizione a decreto penale?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che le nuove norme previste dall’art. 581 c.p.p. non si applicano all’opposizione a decreto penale, data la sua natura peculiare e l’assenza di un richiamo esplicito nell’art. 461 c.p.p. che la disciplina.

Le nuove regole si applicano ai decreti penali emessi prima dell’entrata in vigore della Riforma Cartabia?
No, la norma transitoria (art. 89, comma 3, D.Lgs. 150/2022) prevede che le nuove disposizioni si applichino solo alle impugnazioni contro sentenze pronunciate dopo l’entrata in vigore della riforma. Un decreto penale emesso prima di tale data è quindi escluso.

Cosa succede se un’opposizione a decreto penale viene erroneamente dichiarata inammissibile per motivi formali non applicabili?
La Corte di Cassazione può annullare il provvedimento di inammissibilità. Come nel caso di specie, la Corte ha annullato l’ordinanza e ha disposto la trasmissione degli atti al tribunale di primo grado affinché proceda con il giudizio di opposizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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