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Opposizione a decreto penale: no a mandato specifico

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza che dichiarava inammissibile un’opposizione a decreto penale per mancanza di mandato specifico. La Suprema Corte ha chiarito che le nuove, più stringenti, regole sulle impugnazioni introdotte dalla Riforma Cartabia (art. 581, comma 1-quater, c.p.p.) non si applicano a questa procedura, sia per ragioni temporali (il decreto era anteriore alla riforma) sia per incompatibilità logica con la natura del procedimento monitorio.

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Pubblicato il 2 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Opposizione a decreto penale: la Cassazione esclude l’obbligo del mandato specifico

Con la sentenza n. 7223 del 2024, la Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale sull’applicazione delle nuove norme introdotte dalla Riforma Cartabia, in particolare riguardo all’opposizione a decreto penale. La Suprema Corte ha stabilito che la nuova causa di inammissibilità delle impugnazioni, legata alla mancanza di un mandato specifico al difensore, non si applica a questo particolare strumento processuale. Si tratta di una decisione che garantisce la piena accessibilità a un importante strumento di difesa.

Il caso: un’opposizione dichiarata inammissibile

La vicenda trae origine da un’ordinanza del G.I.P. del Tribunale di Reggio Emilia, che aveva dichiarato inammissibile l’opposizione presentata da un imputato avverso un decreto penale di condanna. Il giudice di merito aveva ritenuto applicabile la nuova disposizione dell’art. 581, comma 1-quater, del codice di procedura penale, introdotta dalla Riforma Cartabia. Tale norma richiede, a pena di inammissibilità, che l’impugnazione del difensore dell’imputato assente sia munita di uno specifico mandato.

Secondo il G.I.P., l’assenza di questo mandato specifico rendeva l’atto di opposizione invalido. Contro tale decisione, il difensore dell’imputato ha proposto ricorso per cassazione, denunciando una violazione di legge.

I motivi del ricorso e la non applicabilità della Riforma Cartabia

Il ricorrente ha basato la sua difesa su due argomenti principali, entrambi accolti dalla Corte di Cassazione.

Incompatibilità con la natura del procedimento monitorio

In primo luogo, si è sostenuto che la logica dell’art. 581, comma 1-quater, c.p.p. è incompatibile con la natura stessa del procedimento per decreto. Il decreto penale è emesso inaudita altera parte, ovvero senza che l’indagato sia stato sentito o abbia partecipato a un’udienza. La nuova norma, invece, è pensata per il caso dell’imputato assente in un processo già avviato, una situazione proceduralmente molto diversa.

Inoltre, la norma che disciplina l’opposizione (art. 461 c.p.p.) richiama, per le forme, solo l’art. 582 c.p.p. e non l’art. 581 c.p.p., che contiene la nuova causa di inammissibilità.

La disciplina transitoria

Il secondo e decisivo motivo riguarda la disciplina transitoria della Riforma Cartabia. L’art. 89, comma 3, del D.Lgs. 150/2022 stabilisce che le nuove disposizioni sulle impugnazioni si applicano solo a quelle proposte contro sentenze emesse in data successiva all’entrata in vigore della riforma (30 dicembre 2022). Nel caso di specie, il provvedimento impugnato non era una sentenza, ma un decreto, ed era stato emesso il 3 marzo 2022, ben prima dell’entrata in vigore delle nuove norme.

Le motivazioni della Cassazione: un’interpretazione sistematica e temporale

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato, annullando senza rinvio il provvedimento del G.I.P. e disponendo la trasmissione degli atti al Tribunale per la prosecuzione del giudizio. Le motivazioni della Suprema Corte sono chiare e si basano su tre pilastri argomentativi.

1. Interpretazione letterale: L’art. 581, comma 1-quater, c.p.p. si riferisce testualmente alla ‘sentenza emessa nei confronti dell’imputato assente’. Questi presupposti non si applicano al procedimento per decreto, che è monitorio e si conclude con un ‘decreto’, non con una ‘sentenza’ emessa a seguito di un processo in assenza.

2. Applicazione della norma transitoria: La Corte ha sottolineato il ruolo decisivo della norma transitoria. L’art. 89 del decreto legislativo di riforma è inequivocabile nel limitare l’applicazione delle nuove regole alle impugnazioni contro sentenze pronunciate dopo il 30 dicembre 2022. Poiché il decreto in questione era del marzo 2022, la nuova disciplina non poteva in ogni caso essere applicata.

3. Interpretazione sistematica: Infine, i giudici hanno ribadito che l’art. 461 c.p.p., che regola l’opposizione a decreto penale, richiama per le modalità di presentazione solo l’art. 582 c.p.p., escludendo implicitamente l’applicazione delle cause di inammissibilità previste dall’art. 581 c.p.p.

Le conclusioni: implicazioni pratiche della sentenza

Questa sentenza chiarisce un importante dubbio interpretativo sorto dopo l’entrata in vigore della Riforma Cartabia. La decisione afferma un principio di garanzia fondamentale: le nuove e più gravose condizioni di ammissibilità per le impugnazioni non possono essere estese analogicamente a procedimenti speciali come l’opposizione a decreto penale. Per presentare opposizione, pertanto, il difensore non necessita di un mandato specifico, ma è sufficiente la nomina a difensore di fiducia. La pronuncia garantisce così la piena effettività del diritto di difesa in uno dei riti speciali più diffusi nel panorama processuale penale.

Per presentare opposizione a un decreto penale di condanna è necessario un mandato specifico dopo la Riforma Cartabia?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che la nuova norma che richiede un mandato specifico (art. 581, comma 1-quater, c.p.p.) non si applica all’opposizione a decreto penale.

Perché le nuove cause di inammissibilità delle impugnazioni non si applicano in questo caso?
Per due ragioni principali. In primo luogo, la norma transitoria della Riforma Cartabia (art. 89, D.Lgs. 150/2022) prevede che le nuove regole si applichino solo alle impugnazioni contro sentenze emesse dopo il 30 dicembre 2022. In secondo luogo, la natura del decreto penale, emesso senza contraddittorio (‘inaudita altera parte’), è incompatibile con la logica della nuova norma, pensata per l’imputato assente a un processo.

Quali articoli del codice di procedura penale regolano le forme dell’opposizione a decreto penale?
L’art. 461 c.p.p. disciplina l’istituto e, per quanto riguarda le forme e le modalità di presentazione, richiama unicamente l’art. 582 c.p.p., senza fare alcun riferimento all’art. 581 c.p.p., che contiene le nuove cause di inammissibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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