LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Opposizione a decreto penale: che fare se l’oblazione è negata

La Corte di Cassazione ha stabilito che un giudice non può dichiarare esecutivo un decreto penale di condanna se l’imputato, nell’atto di opposizione a decreto penale, ha richiesto l’ammissione all’oblazione e questa è stata respinta. Il rigetto dell’oblazione non invalida l’opposizione. In questo caso, il giudice deve emettere un decreto di giudizio immediato, consentendo al processo di proseguire. La decisione contraria è stata definita un “provvedimento abnorme” perché priva illegittimamente l’imputato del suo diritto a un processo.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 16 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Opposizione a Decreto Penale: Cosa Succede se il Giudice Rigetta l’Oblazione?

Quando si riceve un decreto penale di condanna, una delle vie percorribili è l’opposizione a decreto penale. Spesso, insieme all’opposizione, si formula una richiesta di oblazione, un istituto che consente di estinguere il reato pagando una somma di denaro. Ma cosa accade se il giudice rigetta la richiesta di oblazione? Può semplicemente rendere esecutivo il decreto di condanna? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 33851/2024) chiarisce questo punto cruciale della procedura penale, definendo abnorme il comportamento del giudice che neghi il processo all’imputato.

I Fatti del Caso

Nel caso in esame, il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Udine aveva emesso un decreto penale di condanna nei confronti di un imputato per il reato previsto dall’art. 697 del codice penale. L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato una tempestiva opposizione, chiedendo contestualmente di essere ammesso al rito dell’oblazione (ex art. 162-bis c.p.).

Il GIP, tuttavia, ha rigettato la richiesta di oblazione e, invece di procedere come previsto dalla legge, ha dichiarato immediatamente esecutivo il decreto penale di condanna. L’imputato ha quindi presentato ricorso per cassazione, sostenendo la violazione dell’art. 464 del codice di procedura penale e denunciando il provvedimento del GIP come “abnorme”.

L’Opposizione a Decreto Penale e il Ruolo del Giudice

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, affermando un principio fondamentale: l’opposizione e la richiesta di oblazione sono due istanze autonome. Il rigetto della seconda non comporta automaticamente l’inammissibilità della prima. L’atto di opposizione a decreto penale, una volta presentato ritualmente, innesca un meccanismo processuale che non può essere interrotto arbitrariamente dal giudice.

L’articolo 464, comma 1, del codice di procedura penale stabilisce che, a seguito di opposizione, se l’imputato non ha formulato richieste di riti alternativi, il giudice deve emettere un decreto di giudizio immediato. Il comma 2 dello stesso articolo precisa che, se è stata presentata anche domanda di oblazione, il giudice decide su quest’ultima prima di emettere i provvedimenti del comma 1. Il combinato disposto di queste norme è chiaro: anche se la domanda di oblazione viene respinta, il giudice è comunque tenuto a dare seguito all’opposizione emettendo il decreto di giudizio immediato.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha definito il provvedimento del GIP come “abnorme”. Questa qualifica è riservata agli atti che si pongono al di fuori del sistema processuale, creando una stasi non risolvibile o violando i diritti fondamentali delle parti. In questo caso, dichiarando esecutivo il decreto opposto, il GIP ha privato l’imputato di due diritti fondamentali:

1. Il Diritto al Processo: L’opposizione serve proprio a questo, a contestare l’accusa in un dibattimento. Rendere esecutivo il decreto significa negare questa possibilità.
2. La Possibilità di Riproporre l’Oblazione: L’art. 162-bis, comma quinto, del codice penale consente di riproporre la domanda di oblazione fino all’inizio della discussione finale del dibattimento di primo grado. La decisione del GIP ha precluso anche questa facoltà.

La Corte ha ribadito che, una volta proposta opposizione, il decreto penale perde ogni efficacia preclusiva. È destinato ad essere revocato e sostituito da una nuova pronuncia giudiziale all’esito del giudizio. Pertanto, il GIP avrebbe dovuto rigettare la domanda di oblazione ed emettere il decreto di giudizio immediato, consentendo al procedimento di fare il suo corso.

Le Conclusioni

La sentenza in commento rafforza le garanzie difensive nel procedimento per decreto. Scegliere di presentare opposizione a decreto penale significa avviare un percorso processuale che deve concludersi con un giudizio. Il rigetto di una richiesta accessoria, come quella di oblazione, non può essere utilizzato come pretesto per chiudere la partita e rendere definitiva una condanna non ancora discussa. La decisione della Cassazione è perentoria: il giudice deve annullare senza rinvio l’ordinanza impugnata e restituire gli atti al GIP affinché proceda correttamente, emettendo il decreto di giudizio immediato.

Cosa succede se un giudice respinge la richiesta di oblazione presentata insieme all’opposizione a un decreto penale?
Il giudice, pur respingendo la richiesta di oblazione, non può dichiarare esecutivo il decreto penale. Deve invece emettere un decreto di giudizio immediato, dando così inizio al processo vero e proprio.

Perché la dichiarazione di esecutività del decreto penale in questo caso è considerata un atto ‘abnorme’?
È considerata un atto ‘abnorme’ perché viola le norme procedurali e priva l’imputato di diritti fondamentali: il diritto a un processo per contestare l’accusa e la possibilità di riproporre la domanda di oblazione in una fase successiva del giudizio.

Una volta fatta opposizione, il decreto penale di condanna ha ancora valore?
No. Secondo la Corte, la proposizione di una tempestiva e rituale opposizione priva il decreto penale di qualsiasi efficacia, in quanto esso è destinato ad essere revocato e sostituito da una nuova pronuncia giudiziale all’esito del processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati