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Omissione lavori edificio: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione conferma la condanna per omissione lavori edificio a carico di una proprietaria. Irrilevanti le difficoltà economiche e la responsabilità di terzi nell’aver causato il danno. Conta solo il pericolo concreto per la pubblica incolumità e l’inerzia del proprietario.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Omissione Lavori Edificio: Quando il Proprietario è Sempre Responsabile?

La responsabilità penale per l’omissione lavori edificio che minaccia rovina è un tema di grande attualità, che impone ai proprietari di immobili un preciso dovere di garanzia verso la pubblica incolumità. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha ribadito principi fondamentali in materia, chiarendo che né le difficoltà economiche né la responsabilità di terzi nella causazione del pericolo possono, di per sé, escludere la colpa del proprietario. Analizziamo insieme la vicenda e le conclusioni dei giudici.

I Fatti del Caso: Un Edificio Pericolante e un’Ordinanza Inascoltata

La vicenda riguarda la proprietaria di un immobile in stato di degrado. A seguito di accertamenti che evidenziavano una situazione di pericolo imminente per la pubblica sicurezza, il Comune emetteva un’ordinanza contingibile e urgente. L’atto imponeva alla proprietaria di non utilizzare l’immobile e, soprattutto, di eseguire entro trenta giorni i lavori necessari per la sua messa in sicurezza.

Nonostante l’ordine perentorio, due successivi sopralluoghi, effettuati a distanza di mesi, confermavano la totale inottemperanza della donna. Di conseguenza, veniva avviato un procedimento penale che si concludeva con una condanna in primo grado per la contravvenzione prevista dall’art. 677 del codice penale, ossia l’omissione di lavori su edifici che minacciano rovina. La pena, un’ammenda di seicento euro, veniva condizionalmente sospesa, ma subordinata all’effettiva eliminazione delle conseguenze dannose del reato.

I Motivi del Ricorso: Tra Pericolo non Accertato e Difficoltà Economiche

La proprietaria decideva di ricorrere in Cassazione, affidandosi a tre motivi principali:

1. Mancata prova del pericolo concreto: A suo dire, il Tribunale l’avrebbe condannata senza accertare in modo specifico se la sua omissione avesse effettivamente creato un pericolo reale e attuale per l’incolumità delle persone.
2. Assenza di colpa: La difesa sosteneva che la situazione di pericolo non era a lei imputabile. Il degrado era stato causato da lavori di ristrutturazione eseguiti da un vicino che aveva acquistato una porzione dello stabile. Inoltre, la donna affermava di non disporre delle risorse economiche necessarie per gli interventi e di aver già intrapreso un’azione civile contro il responsabile per ottenere un risarcimento.
3. Mancata applicazione della particolare tenuità del fatto: Secondo la ricorrente, la sua vicenda, caratterizzata da un danno economico subito per colpa altrui, avrebbe dovuto portare al riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).

Omissione Lavori Edificio e Obblighi del Proprietario: L’Analisi della Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, fornendo chiarimenti cruciali sulla natura e l’applicazione del reato di omissione lavori edificio. I giudici hanno smontato una per una le argomentazioni difensive, ribadendo la centralità della posizione di garanzia del proprietario.

le motivazioni

La Suprema Corte ha ritenuto infondate tutte le censure. In primo luogo, il pericolo per la pubblica incolumità non era un’ipotesi astratta, ma era stato concretamente descritto nell’ordinanza sindacale, la quale menzionava una pensilina in legno sul balcone, non ancorata e a rischio di crollo sulla sottostante strada pubblica. La sentenza impugnata, quindi, si basava su un apprezzamento del pericolo già effettuato e documentato.

In secondo luogo, i giudici hanno ribadito un principio consolidato: ai fini della configurabilità del reato, sono irrilevanti l’origine del pericolo e la sua eventuale attribuibilità a terzi. Il reato è di natura permanente e l’obbligo di intervenire grava sul proprietario in quanto tale. Le difficoltà economiche, per escludere la responsabilità, devono tradursi in una ‘oggettiva impossibilità di adempiere’, che deve essere rigorosamente provata. Nel caso di specie, la proprietaria era rimasta inerte per oltre un anno, un comportamento che smentiva la sua presunta diligenza.

Infine, è stata respinta anche la richiesta di applicare l’art. 131-bis c.p. La Corte ha spiegato che il Tribunale aveva correttamente valutato il ‘significativo disvalore fattuale e giuridico’ della condotta. La prolungata omissione e l’assenza di qualsiasi iniziativa volta a contenere il rischio, anche dopo l’ordinanza, sono stati considerati elementi ostativi al riconoscimento della particolare tenuità del fatto. Le circostanze personali ed economiche addotte dalla ricorrente non rientrano nei parametri (modalità della condotta, entità del danno o del pericolo) che la legge prevede per tale beneficio.

le conclusioni

La sentenza in esame rafforza la posizione di garanzia del proprietario di un immobile, il quale ha il dovere ineludibile di agire per prevenire pericoli per la collettività. La pronuncia chiarisce che la responsabilità penale per l’omissione lavori edificio non viene meno né se il pericolo è stato creato da altri, né sulla base di una generica allegazione di difficoltà economiche. Per andare esente da colpa, il proprietario deve dimostrare un’impossibilità oggettiva e assoluta ad agire, una prova che, nella pratica, risulta estremamente difficile da fornire. Questa decisione serve da monito: l’inerzia di fronte a un pericolo noto e conclamato non è una strada percorribile e comporta conseguenze penali precise.

Il proprietario di un immobile pericolante è responsabile anche se il danno è stato causato da un altro soggetto?
Sì. Secondo la sentenza, l’origine del pericolo è irrilevante ai fini della responsabilità penale. Il proprietario ha un obbligo di intervenire per garantire la sicurezza pubblica, indipendentemente da chi abbia causato la situazione di rovina.

Le difficoltà economiche possono giustificare la mancata messa in sicurezza di un edificio?
No, non automaticamente. La Corte chiarisce che per escludere la colpa non basta allegare problemi economici. È necessario dimostrare una ‘oggettiva impossibilità di adempiere’, una prova che non è stata fornita nel caso specifico, data la prolungata inerzia della proprietaria.

Quando non si applica la non punibilità per ‘particolare tenuità del fatto’ in questo tipo di reato?
La non punibilità viene esclusa quando la condotta omissiva si protrae a lungo nel tempo e il proprietario non adotta alcuna misura per contenere il rischio, dimostrando un disinteresse per la sicurezza pubblica. Il protrarsi del pericolo è considerato un elemento di disvalore che impedisce l’applicazione del beneficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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