LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Omesso versamento IVA: la crisi di liquidità non scusa

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imprenditore condannato per omesso versamento IVA. La Corte ha confermato che la crisi di liquidità o la scelta di privilegiare il pagamento degli stipendi non escludono l’elemento soggettivo del reato. Tali difficoltà rientrano nel normale rischio d’impresa e la consapevole scelta di non versare le imposte integra il dolo. È stata inoltre negata la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto a causa dell’entità del debito e del suo pagamento solo parziale.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Omesso versamento IVA: quando la crisi di liquidità non basta a escludere il reato

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 35034/2025) torna a fare luce su un tema cruciale per molti imprenditori: il reato di omesso versamento IVA previsto dall’art. 10-ter del D.Lgs. 74/2000. La pronuncia ribadisce un principio consolidato: le difficoltà economiche dell’azienda, inclusa la scelta di dare priorità al pagamento degli stipendi, non costituiscono una valida giustificazione per non versare le imposte dovute. Analizziamo nel dettaglio la decisione e le sue implicazioni.

I fatti di causa

Il caso riguarda un imprenditore condannato in primo e secondo grado per non aver versato l’IVA dovuta per l’anno d’imposta 2016. La difesa dell’imputato aveva proposto ricorso per Cassazione, basandosi su due argomenti principali: l’assenza dell’elemento soggettivo del reato (il dolo) a causa di una crisi di liquidità imprevista, e la richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, data l’esiguità della somma non versata rispetto alla soglia di legge.

I motivi del ricorso

L’imprenditore sosteneva che l’omissione fosse dovuta a circostanze non prevedibili, come il venir meno di alcuni finanziamenti pubblici, che avevano messo in crisi la liquidità aziendale. Inoltre, la scelta di utilizzare le risorse residue per pagare gli stipendi dei dipendenti era stata presentata come una necessità prioritaria. In subordine, si chiedeva il proscioglimento per la particolare tenuità del fatto, evidenziando che l’importo non versato superava di poco la soglia di punibilità.

La decisione della Cassazione sull’omesso versamento IVA

La Corte di Cassazione ha rigettato entrambe le tesi difensive, dichiarando il ricorso inammissibile e confermando la condanna. Le motivazioni della Corte offrono chiarimenti fondamentali sulla configurabilità del reato.

Il dolo nel reato di omesso versamento IVA

La Corte ha ribadito che l’elemento soggettivo del reato di omesso versamento IVA è il dolo generico, che si configura con la semplice coscienza e volontà di non versare l’imposta alla scadenza prevista. È sufficiente, secondo gli Ermellini, anche il dolo eventuale, ossia l’accettazione del rischio che l’omissione si verifichi.

La crisi di liquidità non è considerata una scusante, in quanto rientra nel normale rischio d’impresa. L’imprenditore ha l’obbligo di accantonare le somme ricevute a titolo di IVA, essendo di fatto un sostituto d’imposta. Solo una crisi dovuta a ‘forza maggiore’ – cioè a fatti non imputabili, imprevedibili e inevitabili – potrebbe escludere la colpevolezza, ma l’onere della prova spetta all’imputato, che deve dimostrare di aver tentato ogni strada per adempiere, anche attingendo al proprio patrimonio personale.

Inoltre, la Corte ha specificato che la scelta di pagare gli stipendi anziché l’IVA non è una causa di giustificazione. Il principio della ‘par condicio creditorum’, che in alcuni contesti (come le procedure fallimentari) dà priorità ai crediti da lavoro, non opera per escludere la responsabilità penale in questo ambito.

L’esclusione della particolare tenuità del fatto

Anche la richiesta di applicare l’art. 131-bis del codice penale è stata respinta. La Corte ha ritenuto corretta la valutazione dei giudici di merito, che avevano negato la particolare tenuità del fatto sulla base di due elementi: il superamento non irrisorio della soglia di punibilità e il comportamento successivo dell’imputato, che aveva provveduto solo a un pagamento parziale del debito tributario. Questi fattori, nel loro complesso, delineavano una gravità del fatto incompatibile con il beneficio richiesto.

Conclusioni

La sentenza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso in materia di reati tributari. Per gli imprenditori, il messaggio è chiaro: la gestione finanziaria dell’impresa deve sempre includere una pianificazione attenta degli obblighi fiscali. L’omesso versamento dell’IVA non può essere giustificato da crisi di liquidità o da scelte gestionali discrezionali, come quella di privilegiare altri creditori. La responsabilità penale sorge dalla consapevolezza di omettere un versamento dovuto, e solo circostanze eccezionali e rigorosamente provate possono escludere la colpevolezza.

La crisi di liquidità dell’azienda può giustificare l’omesso versamento dell’IVA?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la crisi di liquidità rientra nel normale rischio d’impresa e non esclude il dolo, a meno che non derivi da forza maggiore. L’imprenditore deve dimostrare di aver fatto tutto il possibile per adempiere, anche utilizzando il proprio patrimonio personale.

Pagare gli stipendi dei dipendenti ha la priorità sul versamento dell’IVA ai fini della responsabilità penale?
No. La scelta di pagare gli stipendi non giustifica l’omissione del versamento dell’IVA. La Corte ha chiarito che il principio di priorità dei crediti da lavoro si applica solo nell’ambito delle procedure esecutive e fallimentari, non per escludere la commissione del reato.

Quando si può applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto all’omesso versamento IVA?
La sua applicazione è valutata dal giudice caso per caso. In questa sentenza, è stata negata perché l’importo non versato superava la soglia di punibilità in modo non irrisorio e il debito tributario era stato saldato solo parzialmente. Questi elementi indicavano una gravità del fatto incompatibile con il beneficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati