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Omessa traduzione atti: quando è inammissibile?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata straniera per omessa traduzione degli atti processuali. La Corte ha stabilito che la scelta del giudizio abbreviato sana le nullità procedurali precedenti, impedendo all’imputato di sollevare tale eccezione in una fase successiva del procedimento.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Omessa traduzione atti: la scelta del rito abbreviato preclude la nullità

Il diritto di un imputato straniero a comprendere gli atti processuali che lo riguardano è un caposaldo del giusto processo. La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 20356/2025, affronta un caso di omessa traduzione atti, chiarendo un punto procedurale fondamentale: la scelta del giudizio abbreviato impedisce di sollevare successivamente tale vizio. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Una cittadina straniera veniva condannata dal Tribunale di Torino al pagamento di una ammenda di 1.000 euro per un reato contravvenzionale, all’esito di un giudizio abbreviato. Tramite il suo difensore, l’imputata proponeva ricorso per cassazione, chiedendo l’annullamento della sentenza. Il motivo principale del ricorso era la violazione del suo diritto di difesa a causa della mancata traduzione, in una lingua a lei nota, di atti fondamentali del procedimento, come l’avviso di conclusione delle indagini preliminari ex art. 415-bis c.p.p.

Il Ricorso in Cassazione: Omessa Traduzione Atti e Diritto di Difesa

La difesa sosteneva che il Tribunale avesse erroneamente rigettato l’eccezione di nullità per omessa traduzione atti. A sostegno della sua tesi, evidenziava due punti cruciali:

1. Dal verbale di sopralluogo delle autorità non emergeva alcuna prova che l’imputata comprendesse la lingua italiana.
2. In un altro procedimento, un’ordinanza giudiziaria aveva già riconosciuto che l’imputata non comprendeva l’italiano, accogliendo una simile eccezione.

La difesa, quindi, lamentava un vizio insanabile del procedimento che avrebbe dovuto portare all’annullamento della condanna.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando di fatto la condanna. I giudici hanno respinto sia la richiesta del Procuratore generale (che proponeva una conversione del ricorso in appello) sia le argomentazioni della difesa.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha basato la sua decisione su due principi procedurali chiari e distinti.

In primo luogo, ha precisato che la sentenza impugnata, applicando la sola pena dell’ammenda, non era appellabile, ma unicamente ricorribile per cassazione, ai sensi dell’art. 593, comma 3, del codice di procedura penale. Questo ha reso irricevibile la richiesta del Procuratore generale.

Il punto centrale della motivazione, tuttavia, riguarda la questione della nullità. La Corte ha affermato che l’omessa traduzione atti in una lingua nota all’imputato costituisce una ‘nullità di ordine generale a regime intermedio’. Questo tipo di vizio, per sua natura, non può essere fatto valere dopo che l’imputato ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato. La richiesta di accesso a questo rito speciale, infatti, implica l’accettazione dello stato degli atti così come si trovano nel fascicolo del pubblico ministero. Scegliendo il giudizio abbreviato, l’imputato rinuncia implicitamente a eccepire le nullità di carattere intermedio verificatesi in precedenza, le quali si considerano ‘sanate’ (cioè guarite) da tale scelta processuale.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale per la difesa tecnica degli imputati stranieri. Qualsiasi eccezione relativa a vizi procedurali, come la mancata traduzione degli atti, deve essere sollevata tempestivamente e, soprattutto, prima di formulare la richiesta di giudizio abbreviato. Una volta intrapresa la via del rito alternativo, la possibilità di contestare tali nullità è preclusa. La decisione sottolinea l’importanza di una strategia difensiva attenta e consapevole delle conseguenze irrevocabili legate a determinate scelte processuali, anche quando sono in gioco diritti fondamentali come quello alla comprensione linguistica nel processo penale.

È sempre possibile appellare una sentenza penale che commina solo una pena pecuniaria?
No, secondo la sentenza, una condanna alla sola pena dell’ammenda non è appellabile. L’unico mezzo di impugnazione previsto in questo caso è il ricorso per cassazione, come stabilito dall’art. 593, comma 3, del codice di procedura penale.

La mancata traduzione degli atti a un imputato straniero rende sempre nullo il processo?
No. Sebbene l’omessa traduzione degli atti configuri una nullità procedurale (definita ‘a regime intermedio’), questa deve essere eccepita prima della scelta di riti alternativi come il giudizio abbreviato. Se non viene sollevata tempestivamente, si considera sanata.

Cosa succede se si sceglie il rito abbreviato senza aver prima eccepito la mancata traduzione degli atti?
La scelta del giudizio abbreviato preclude la possibilità di sollevare in un momento successivo la nullità derivante dall’omessa traduzione. Tale scelta, infatti, implica l’accettazione dello stato degli atti e sana i vizi procedurali di natura intermedia verificatisi in precedenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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