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Omessa motivazione: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso basato su una presunta omessa motivazione. La Corte chiarisce che il giudice non è tenuto a rispondere a eccezioni processuali manifestamente infondate presentate nelle conclusioni scritte, poiché non costituiscono un valido esercizio del diritto di difesa.

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Pubblicato il 18 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Omessa Motivazione nel Rito Cartolare: Quando è Irrilevante?

L’omessa motivazione da parte di un giudice è uno dei vizi più gravi che possono inficiare un provvedimento, rappresentando una violazione del diritto di difesa e del principio del giusto processo. Tuttavia, la Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 20489/2024, ha tracciato un confine preciso, stabilendo quando tale vizio non è deducibile, specialmente nel contesto del rito cartolare. Analizziamo la decisione per comprendere la portata di questo importante principio di diritto.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna per i reati di truffa a una compagnia di assicurazioni e sostituzione di persona, confermata sia in primo grado che dalla Corte di Appello. L’imputato ha proposto ricorso per cassazione, lamentando un’unica violazione di legge: l’omessa motivazione da parte dei giudici di secondo grado in merito alle conclusioni scritte depositate dalla difesa. Tali conclusioni, secondo il ricorrente, contenevano argomenti difensivi che, se esaminati, avrebbero dovuto portare a un esito diverso.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché manifestamente infondato. Pur ribadendo che, in linea di principio, la mancata valutazione delle conclusioni scritte della difesa nel rito cartolare può integrare una nullità per lesione del diritto di intervento dell’imputato, ha specificato che ciò non avviene in modo automatico. La validità della doglianza dipende interamente dalla natura e dal contenuto delle conclusioni stesse.

Le Motivazioni: Il Principio di Diritto sull’Omessa Motivazione

Il cuore della sentenza risiede nella distinzione tra argomentazioni difensive sostanziali ed eccezioni processuali pretestuose. La Corte ha chiarito che il vizio di omessa motivazione sussiste solo a condizione che le conclusioni scritte presentino “un autonomo contenuto argomentativo volto a sostenere le ragioni del gravame”. In altre parole, devono contenere argomenti solidi e pertinenti, capaci di incidere sull’esito del giudizio.

Nel caso specifico, i giudici di legittimità hanno esaminato le conclusioni depositate in appello e hanno constatato che esse si limitavano a sollevare presunte nullità del decreto di citazione in giudizio. Tali eccezioni sono state giudicate “manifestamente infondate”, in quanto non previste da alcuna norma di legge e prive di qualsiasi base giuridica.

Di conseguenza, la Corte ha affermato un principio cruciale: se un’eccezione processuale è palesemente infondata, il giudice non ha alcun obbligo di fornire una motivazione specifica per respingerla. Ignorarla non costituisce un vizio, poiché tali eccezioni non avrebbero potuto avere alcun peso nell’economia del giudizio. Citando un precedente, la Corte ha ricordato che non si può invocare un difetto di motivazione quando l’eccezione è talmente infondata che la violazione denunciata semplicemente non sussiste. L’esercizio del diritto di difesa non può tradursi in un abuso dello strumento processuale attraverso la proposizione di questioni pretestuose.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia offre un’importante lezione pratica per gli operatori del diritto. Non è sufficiente depositare conclusioni scritte per garantirsi una potenziale via di ricorso per omessa motivazione. È indispensabile che tali scritti contengano argomenti di merito o eccezioni processuali serie e fondate. Sollevare questioni procedurali palesemente infondate si rivela una strategia non solo inefficace, ma controproducente, portando a una declaratoria di inammissibilità del ricorso e alla condanna alle spese. La sentenza riafferma che il diritto di difesa deve essere esercitato con serietà e competenza, senza ricorrere a pretesti procedurali che appesantiscono inutilmente il sistema giudiziario.

La mancata valutazione delle conclusioni scritte della difesa nel rito cartolare costituisce sempre un vizio della sentenza?
No. Secondo la Corte di Cassazione, costituisce una nullità solo a condizione che le conclusioni abbiano un autonomo contenuto argomentativo volto a sostenere le ragioni del gravame. Se contengono eccezioni manifestamente infondate, la loro omessa valutazione è irrilevante.

Un giudice è obbligato a motivare su ogni singola eccezione processuale sollevata dalla difesa?
No. Se un’eccezione processuale è manifestamente infondata perché la violazione di legge denunciata non sussiste, il giudice non è tenuto a fornire una specifica motivazione sul punto, e il suo silenzio non può essere motivo di ricorso per cassazione.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente in questo caso?
Il suo ricorso è stato dichiarato inammissibile. Di conseguenza, è stato condannato al pagamento delle spese processuali, di una somma di tremila euro alla Cassa delle Ammende e alla rifusione delle spese legali sostenute dalla parte civile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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