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Omessa dichiarazione redditi da gioco: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per un cittadino che aveva omesso di dichiarare redditi da gioco nella domanda per il reddito di cittadinanza. La sentenza stabilisce che tale omissione integra il reato previsto dall’art. 7 del D.L. 4/2019, poiché è funzionale a ottenere un beneficio non spettante. La Corte ha respinto le richieste di applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto e l’attenuante del danno di speciale tenuità, sottolineando la gravità della condotta e la lesione del fine pubblico del beneficio.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Omessa Dichiarazione Redditi da Gioco e Reddito di Cittadinanza: la Cassazione fa il Punto

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 23108/2025, affronta un tema di grande attualità: le conseguenze penali per l’omessa dichiarazione redditi da gioco nella domanda per l’ottenimento del reddito di cittadinanza. La Suprema Corte ha confermato la condanna di un cittadino, stabilendo principi chiari sulla configurabilità del reato e sui limiti di applicazione di istituti come la particolare tenuità del fatto. Questo caso evidenzia la necessità di massima trasparenza nella richiesta di benefici statali.

I Fatti del Caso: Una Domanda Incompleta

La vicenda giudiziaria inizia quando un cittadino presenta domanda per ottenere il reddito di cittadinanza, omettendo di dichiarare i redditi derivanti da vincite al gioco percepiti in un anno precedente. Le indagini successive accertano l’omissione e portano alla sua condanna sia in primo grado che in appello. La Corte di appello, pur confermando la sua responsabilità penale per il reato previsto dall’art. 7 del d.l. 4/2019, aveva ridotto la pena escludendo la recidiva.

L’imputato, non rassegnato, propone ricorso in Cassazione tramite il suo difensore, basando la sua difesa su tre motivi principali.

Le Doglianze del Ricorrente e l’Omessa Dichiarazione Redditi da Gioco

Il ricorso presentato alla Suprema Corte si articolava su tre punti fondamentali:

1. Insussistenza del reato: Secondo la difesa, il reato non sussisteva perché l’imputato non aveva utilizzato documenti falsi e, in ogni caso, avrebbe avuto diritto a una minima parte del beneficio. Si sosteneva che l’intento non fosse quello di conseguire un beneficio interamente non dovuto.
2. Particolare tenuità del fatto: Si lamentava che la Corte di appello avesse ingiustamente negato l’applicazione dell’art. 131-bis c.p., che esclude la punibilità per fatti di particolare tenuità, senza una valutazione approfondita delle modalità della condotta e dell’esiguità del danno.
3. Eccessività della pena: Infine, si contestava la pena inflitta e il mancato riconoscimento dell’attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità (art. 62 n. 4 c.p.), ritenendo il danno oggettivamente lievissimo.

La Decisione della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarando il primo motivo inammissibile e gli altri due manifestamente infondati. Vediamo nel dettaglio le argomentazioni dei giudici.

L’Integrazione del Reato secondo le Sezioni Unite

Sul primo punto, la Corte ha richiamato un’importante sentenza delle Sezioni Unite (n. 49686/2023), secondo cui il reato di indebita percezione del reddito di cittadinanza si configura con la semplice presentazione di dichiarazioni o documenti falsi, oppure con l’omissione di informazioni dovute. È irrilevante che l’omissione sia parziale; ciò che conta è che sia funzionale a ottenere un beneficio, anche se solo in misura superiore a quella effettivamente spettante. L’omessa dichiarazione redditi da gioco rientra pienamente in questa casistica, poiché tali redditi avrebbero inciso sul diritto a percepire il sussidio.

L’Esclusione della Particolare Tenuità del Fatto

Per quanto riguarda la richiesta di applicare l’art. 131-bis c.p., la Cassazione ha ritenuto logica e corretta la motivazione della Corte di appello. I giudici di merito avevano negato la non punibilità non solo per l’importo, ma sulla base di una valutazione complessiva negativa della condotta, della sua durata e della mancata restituzione delle somme indebitamente percepite all’INPS. La Suprema Corte ha ribadito che il giudice non è tenuto ad analizzare tutti i criteri dell’art. 133 c.p., ma è sufficiente che indichi quelli ritenuti più rilevanti per la decisione.

Il Danno non è Esiguo quando si Lede un Fine Pubblico

Anche il terzo motivo è stato respinto. La Corte ha chiarito che, per l’applicazione dell’attenuante del danno di speciale tenuità, il pregiudizio patrimoniale non può essere considerato esiguo. La valutazione deve tenere conto non solo dell’entità della somma, ma anche del fine pubblico sotteso all’erogazione del beneficio. Frodare lo Stato per ottenere un sussidio destinato a persone in difficoltà economica rappresenta una lesione a un interesse collettivo che va oltre il mero valore monetario.

Le Motivazioni della Sentenza

Le motivazioni della Cassazione si fondano su un principio di legalità rigoroso. Il reato in questione è un reato di pericolo, che si perfeziona con la presentazione della domanda contenente dati non veritieri o incompleti. L’elemento cruciale è la ‘funzionalità’ della falsa dichiarazione o dell’omissione a ottenere un beneficio indebito. La Corte ha sottolineato come i tentativi del ricorrente di far rivalutare i fatti e le prove del processo di merito siano inammissibili in sede di legittimità. Inoltre, la valutazione della gravità del fatto, sia per l’art. 131-bis che per l’art. 62 n. 4 c.p., deve considerare non solo l’aspetto quantitativo del danno, ma anche la natura dell’interesse pubblico leso, che in questo caso è la corretta allocazione di risorse destinate al sostegno della povertà.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa sentenza ribadisce l’importanza della massima correttezza e completezza nelle dichiarazioni presentate per accedere a benefici statali. Le conclusioni che possiamo trarre sono chiare: l’omessa dichiarazione redditi da gioco, o di qualsiasi altro reddito rilevante, costituisce reato, indipendentemente dall’importo percepito indebitamente. Le tutele previste dal codice penale, come la particolare tenuità del fatto, vengono applicate con rigore e tenendo conto del disvalore sociale della condotta. I cittadini devono essere consapevoli che anche le ‘piccole’ omissioni possono avere conseguenze penali significative, poiché ledono il patto di fiducia con lo Stato e sottraggono risorse alla collettività.

Omettere di dichiarare vincite al gioco nella domanda per il reddito di cittadinanza costituisce reato?
Sì. La Corte di Cassazione, richiamando le Sezioni Unite, ha confermato che l’omissione di informazioni dovute, come i redditi da gioco, se funzionale a ottenere un beneficio non spettante o spettante in misura inferiore, integra il reato previsto dall’art. 7 del d.l. 4/2019.

È possibile che il reato venga considerato di ‘particolare tenuità’ e quindi non punibile?
In teoria è possibile, ma la valutazione dipende da vari fattori. In questo caso specifico, la Corte ha escluso l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. a causa della gravità della condotta, della sua durata nel tempo e della mancata restituzione delle somme indebitamente percepite, ritenendo tali elementi prevalenti sull’eventuale esiguità del danno.

Il danno economico causato allo Stato può essere considerato ‘di speciale tenuità’ per ottenere uno sconto di pena?
No, non in questo contesto. La sentenza ha stabilito che il pregiudizio patrimoniale non può essere ritenuto esiguo, perché la sua valutazione deve includere non solo l’importo monetario, ma anche la lesione del fine pubblico a cui era destinato il beneficio, ovvero il sostegno alle fasce più deboli della popolazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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