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Omessa dichiarazione IVA: colpevole anche con delega

Un amministratore di società è stato condannato per omessa dichiarazione IVA, nonostante avesse affidato l’incarico a professionisti e presentato la comunicazione IVA annuale. La Cassazione ha confermato la condanna, specificando che la responsabilità penale per l’omissione è personale dell’amministratore e non può essere annullata dalla semplice delega o dall’invio della comunicazione, rendendo il ricorso inammissibile.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Omessa dichiarazione IVA: la responsabilità penale dell’amministratore

L’omessa dichiarazione IVA è un reato tributario che comporta serie conseguenze per l’amministratore di una società. Ma cosa succede se l’incarico di curare gli adempimenti fiscali è stato delegato a un professionista? E la presentazione della comunicazione IVA annuale può salvare dalla condanna? Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce su questi aspetti, confermando un orientamento rigoroso sulla responsabilità personale del contribuente.

I Fatti del Caso: Una Condanna per Omessa Dichiarazione IVA

La vicenda giudiziaria ha origine da una sentenza della Corte di Appello che, riformando parzialmente una precedente assoluzione, ha condannato l’amministratore di una S.r.l. per il reato di omessa dichiarazione IVA ai sensi dell’art. 5 del D.Lgs. 74/2000. L’imposta evasa, relativa all’anno 2012, ammontava a oltre 126.000 euro, superando così la soglia di punibilità di 50.000 euro prevista dalla legge.

Il Ricorso in Cassazione: Le Tesi della Difesa

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, contestando la sussistenza dell’elemento soggettivo del reato, ovvero il dolo specifico di evasione. La difesa ha basato le proprie argomentazioni su tre punti principali:

1. Regolarità della contabilità: La società aveva tenuto una contabilità regolare, un comportamento che, secondo la difesa, sarebbe in contrasto con la volontà di evadere le imposte.
2. Presentazione della comunicazione IVA: L’amministratore aveva provveduto a inviare la comunicazione IVA periodica, un adempimento che anticipa i dati della dichiarazione annuale. Questo, a suo dire, dimostrava l’assenza di un’intenzione fraudolenta.
3. Delega a professionisti: La redazione e l’invio delle dichiarazioni fiscali erano stati affidati a professionisti esterni, ai quali, secondo l’imputato, andava attribuita l’eventuale omissione.

La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha rigettato completamente le tesi difensive, dichiarando il ricorso inammissibile. I giudici hanno ritenuto che le argomentazioni proposte fossero generiche e mirassero a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità. La Corte ha invece confermato la solidità del ragionamento della Corte d’Appello.

Le Motivazioni della Sentenza

L’analisi delle motivazioni offre spunti cruciali per comprendere la portata della responsabilità degli amministratori.

Irrilevanza della Comunicazione IVA per il reato di omessa dichiarazione IVA

La Corte ha chiarito che la comunicazione annuale dei dati IVA (prevista dall’art. 8-bis del d.P.R. 322/1998) e la dichiarazione annuale IVA sono due adempimenti distinti, con finalità diverse. La prima serve a fornire dati sintetici per il bilancio comunitario, mentre la seconda è l’atto fondamentale per la determinazione dell’imposta dovuta. La legge stessa specifica che l’obbligo di comunicazione non pregiudica le sanzioni, anche penali, previste per l’omessa dichiarazione. Pertanto, aver adempiuto al primo obbligo non esonera dalla responsabilità per aver omesso il secondo.

La Responsabilità Personale dell’Amministratore

Il punto centrale della decisione riguarda la natura del reato. L’omessa dichiarazione IVA è un reato omissivo proprio, il che significa che l’obbligo di legge ricade direttamente sul soggetto tenuto alla presentazione, in questo caso l’amministratore. La Corte ha ribadito un principio consolidato: delegare l’incarico a un commercialista o a un consulente non trasferisce la responsabilità penale. L’amministratore rimane il garante dell’adempimento fiscale e non può essere esonerato semplicemente per aver affidato il compito a terzi.

L’Indizio della Sistematica Omissione

Per quanto riguarda il dolo specifico di evasione, i giudici hanno ritenuto che l’intenzione di sottrarsi al pagamento delle imposte fosse chiaramente desumibile dal comportamento complessivo dell’imputato. Egli, infatti, ricopriva cariche in più società e aveva sistematicamente omesso di presentare le dichiarazioni anche per altre entità, nonostante l’ingente fatturato. Questa “sistematica omissione” è stata considerata un elemento probatorio decisivo per dimostrare la sua deliberata volontà di evadere il fisco.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per gli Amministratori

Questa sentenza rafforza un messaggio chiaro per chi amministra una società: la responsabilità per gli adempimenti fiscali è personale e non delegabile. La scelta di affidarsi a professionisti esterni è una prassi gestionale corretta, ma non costituisce uno scudo legale contro le conseguenze penali di un’omissione. L’amministratore ha il dovere di vigilare affinché tutti gli obblighi dichiarativi siano puntualmente rispettati. La decisione sottolinea inoltre che adempimenti parziali o diversi, come la comunicazione IVA, non possono sostituire quello principale, ovvero la presentazione della dichiarazione annuale, dal cui inadempimento possono derivare gravi sanzioni penali.

Presentare la comunicazione IVA annuale esonera dalla responsabilità penale per l’omessa dichiarazione IVA?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la comunicazione annuale dei dati IVA e la dichiarazione annuale sono adempimenti con finalità diverse e non equipollenti. L’adempimento del primo non esclude la responsabilità penale per l’omissione del secondo, che rimane un reato autonomo.

L’amministratore di una società può evitare la condanna per omessa dichiarazione IVA se ha incaricato un commercialista di occuparsene?
No. Il reato di omessa dichiarazione è un reato omissivo proprio. L’obbligo di presentare la dichiarazione ricade personalmente sul soggetto obbligato (l’amministratore), il quale non è esonerato dalla responsabilità penale per il solo fatto di aver delegato l’incarico a un professionista.

Come ha fatto la Corte a stabilire l’intenzione di evadere le tasse (dolo specifico) dell’imputato?
La Corte ha ritenuto che il dolo specifico fosse provato dalla “sistematica omissione” degli obblighi dichiarativi. Il fatto che l’imputato avesse omesso le dichiarazioni non solo per la società oggetto del processo, ma anche per altre società da lui gestite, è stato considerato un comportamento indicativo della volontà deliberata di sottrarsi al pagamento delle imposte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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