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Omessa dichiarazione: costi incerti non deducibili

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imprenditore condannato per il reato di omessa dichiarazione. La Corte ha stabilito che, ai fini della determinazione dell’imposta evasa, i costi di produzione non possono essere dedotti se la loro esistenza è basata su dati incerti e non supportata da prove documentali oggettive e specifiche, confermando la decisione della Corte d’Appello.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Omessa Dichiarazione: La Cassazione Nega la Deducibilità dei Costi Incerti

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato un caso di omessa dichiarazione, stabilendo un principio fondamentale sulla deducibilità dei costi. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imprenditore, confermando che i costi di produzione non possono essere detratti se non sono supportati da prove documentali certe e oggettive. Questa decisione ribadisce la necessità di una contabilità trasparente e rigorosa per far valere le proprie ragioni in sede processuale.

I Fatti del Caso: L’Appello Contro la Condanna

Il caso ha origine dal ricorso presentato da un imprenditore contro una sentenza della Corte d’Appello che lo aveva condannato per il reato di omessa dichiarazione, previsto dall’articolo 5 del D.Lgs. 74/2000. L’imprenditore sosteneva che i giudici di merito non avessero tenuto conto dei costi di produzione da lui sostenuti, il che avrebbe ridotto l’ammontare dell’imposta evasa contestata.

La difesa del ricorrente si basava sull’argomentazione che la mancata considerazione di tali costi rendeva la condanna ingiusta. Tuttavia, il ricorso non specificava in modo dettagliato e documentato la natura e l’entità di questi costi, limitandosi a una rivendicazione generica.

La Decisione della Cassazione sul Ricorso per Omessa Dichiarazione

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, lo ha dichiarato inammissibile. I giudici hanno sottolineato che la decisione della Corte d’Appello era corretta e ben motivata. La condanna non si fondava unicamente sul dato formale della mancata presentazione della dichiarazione, ma anche su elementi documentali che permettevano di ricostruire i ricavi e le imposte dovute dall’imprenditore.

Le Motivazioni: La Prova dei Costi Deducibili

Il cuore della motivazione della Corte risiede nel principio della certezza della prova. I giudici hanno spiegato che la tesi difensiva sulla mancata considerazione dei costi di produzione era infondata perché si basava su “dati incerti”. La giurisprudenza di legittimità, infatti, è costante nell’affermare che i costi possono essere dedotti solo se la loro esistenza e il loro ammontare sono provati in modo certo e oggettivo.

Nel caso di specie, il fatto contabile contestato era stato ricostruito sulla base di elementi documentali chiari. Di fronte a tale ricostruzione, l’imprenditore avrebbe dovuto fornire una prova altrettanto solida e specifica dei costi che pretendeva di dedurre. La semplice affermazione di averli sostenuti, o la produzione di documentazione non specificata, è stata giudicata “generica e rivalutativa” e quindi insufficiente a contrastare le conclusioni dei giudici di merito.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza offre importanti spunti pratici per imprenditori e professionisti. Il principio affermato è chiaro: in un contenzioso tributario-penale per omessa dichiarazione, l’onere di provare i costi deducibili grava sul contribuente. Tale prova non può essere generica o basata su stime, ma deve fondarsi su documentazione certa, specifica e oggettiva. La decisione rafforza la necessità di una gestione contabile e documentale impeccabile, poiché solo attraverso prove concrete è possibile difendere efficacemente la propria posizione e veder riconosciuti i costi effettivamente sostenuti per l’attività d’impresa. In assenza di tale rigore, il rischio è una condanna penale con le relative conseguenze, inclusa la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

È sufficiente omettere la presentazione della dichiarazione dei redditi per essere condannati?
No, la sentenza chiarisce che la condanna non si basa solo sul dato formale dell’omissione, ma anche sulla sussistenza di elementi documentali che ricostruiscono i ricavi e le imposte effettivamente dovute.

In un caso di omessa dichiarazione, si possono dedurre i costi di produzione sostenuti?
Sì, ma solo a condizione che tali costi siano certi e provati da elementi documentali oggettivi e specifici. La mera affermazione generica di aver sostenuto dei costi, basata su dati incerti, non è ritenuta sufficiente per la loro deducibilità.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Il ricorso non viene esaminato nel merito, la decisione impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende, che in questo caso ammontava a 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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