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Omessa citazione: Cassazione annulla condanna

La Corte di Cassazione ha annullato una sentenza di condanna della Corte d’Appello per furto aggravato e uso indebito di strumenti di pagamento. Il motivo è una grave irregolarità procedurale: l’omessa citazione dell’imputata e del suo difensore al giudizio di secondo grado. Questo vizio, qualificato come nullità assoluta e insanabile, ha reso inevitabile l’annullamento con rinvio per un nuovo processo d’appello, nonostante il difensore avesse tentato, senza successo, di rinunciare al ricorso per mancanza di procura speciale.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Omessa Citazione in Appello: Quando la Procedura Prevale sul Merito

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 12717/2024) ha riaffermato un principio fondamentale del diritto processuale penale: il diritto dell’imputato e del suo difensore di essere presenti e partecipare attivamente al processo. Il caso in esame dimostra come una grave violazione procedurale, quale l’omessa citazione, possa portare all’annullamento di una sentenza di condanna, indipendentemente dalle questioni di merito. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da una sentenza di primo grado del Tribunale di Genova, che aveva condannato un’imputata per i reati di furto aggravato e indebito utilizzo di strumenti di pagamento. Successivamente, la Corte di Appello di Genova confermava tale pronuncia. Contro questa seconda decisione, il difensore dell’imputata proponeva ricorso per cassazione, lamentando un vizio procedurale dirimente: né l’imputata né il suo legale di fiducia erano stati correttamente convocati per il giudizio di appello.

Il Ricorso in Cassazione e la Questione della Rinuncia

Il difensore, nel suo ricorso, ha sollevato un unico ma decisivo motivo: la violazione delle norme processuali che garantiscono il diritto alla difesa e alla partecipazione, a causa della mancata notifica del decreto di citazione per il giudizio d’appello.

Un aspetto interessante della vicenda è che lo stesso difensore ha successivamente tentato di presentare una dichiarazione di rinuncia al ricorso. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha immediatamente dichiarato tale rinuncia ‘irrituale’, ovvero non valida. La ragione risiede nel fatto che per un atto così importante come la rinuncia a un’impugnazione è necessaria una ‘procura speciale’, un mandato specifico che l’imputato deve conferire al proprio avvocato. In assenza di tale procura, la rinuncia è priva di effetti e la Corte è tenuta a esaminare il ricorso nel merito.

L’Analisi della Corte sulla Omessa Citazione

La Corte di Cassazione, avendo accesso diretto agli atti processuali per via del tipo di vizio denunciato, ha potuto verificare direttamente la fondatezza della doglianza. Dall’esame del fascicolo è emerso in modo inequivocabile che non vi era traccia della notificazione del decreto di citazione a giudizio né all’imputata né al suo difensore di fiducia. Di conseguenza, entrambi non erano comparsi davanti alla Corte territoriale.

Questo fatto, apparentemente semplice, costituisce una delle più gravi violazioni procedurali contemplate dal nostro ordinamento. Il diritto di un imputato a essere informato del processo a suo carico e di potervi partecipare con l’assistenza del proprio difensore è un pilastro del giusto processo.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua decisione richiamando gli articoli 178, lettera c), e 179 del codice di procedura penale. Queste norme sanciscono la ‘nullità assoluta’ per i casi in cui vi sia un’omessa citazione dell’imputato o un’assenza del suo difensore nei casi in cui ne è obbligatoria la presenza. La nullità assoluta è la forma più grave di invalidità di un atto processuale: è insanabile e può essere rilevata d’ufficio dal giudice in ogni stato e grado del procedimento.

La giurisprudenza consolidata, citata ampiamente nella sentenza, conferma che la mancata notifica del decreto di citazione per il giudizio di appello all’imputato e al suo difensore integra pienamente questa fattispecie. Di fronte a un vizio di tale portata, la Corte di Cassazione non ha potuto fare altro che accogliere il ricorso.

Le Conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha annullato la sentenza della Corte di Appello di Genova. L’annullamento è stato disposto ‘con rinvio’, il che significa che il caso è stato rimandato a un’altra Sezione della stessa Corte di Appello per la celebrazione di un nuovo giudizio. Questo nuovo processo dovrà ovviamente iniziare con una corretta notifica del decreto di citazione, garantendo così all’imputata e al suo difensore la possibilità di esercitare pienamente i loro diritti. La sentenza ribadisce che il rispetto delle regole procedurali non è un mero formalismo, ma la garanzia essenziale per un processo equo e giusto.

Cosa succede se un imputato e il suo avvocato non vengono convocati per il processo d’appello?
Si verifica una ‘omessa citazione’, che costituisce una nullità assoluta ai sensi degli artt. 178 e 179 del codice di procedura penale. La sentenza emessa in quel giudizio è invalida e deve essere annullata.

Un avvocato può rinunciare a un ricorso per cassazione per conto del suo cliente?
Sì, ma solo se è munito di una ‘procura speciale’, cioè un incarico specifico e scritto da parte del cliente per compiere quell’atto. In assenza di tale procura, la rinuncia non è valida e la Corte deve procedere all’esame del ricorso.

Qual è la conseguenza pratica dell’annullamento della sentenza per omessa citazione in questo caso?
La sentenza della Corte di Appello viene cancellata e il processo deve essere celebrato nuovamente davanti a un’altra sezione della stessa Corte. L’imputata avrà quindi una nuova opportunità di difendersi nel merito delle accuse, questa volta con la garanzia di essere regolarmente convocata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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