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Oltraggio a pubblico ufficiale: quando è reato

La Corte di Cassazione conferma che per il reato di oltraggio a pubblico ufficiale è sufficiente la mera possibilità che le offese siano udite da più persone presenti. L’ordinanza dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per aver insultato un agente di polizia penitenziaria, sottolineando come la potenzialità dell’ascolto crei un aggravio psicologico che compromette la funzione pubblica.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Oltraggio a Pubblico Ufficiale: Basta la Possibilità che le Offese Siano Udite

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione affronta un caso di oltraggio a pubblico ufficiale, chiarendo un aspetto fondamentale per la configurabilità del reato: non è necessario che le offese siano state effettivamente udite e comprese da tutti i presenti, ma è sufficiente la loro mera potenzialità di essere percepite. Questa pronuncia ribadisce la tutela rafforzata che l’ordinamento riserva al prestigio e al corretto svolgimento delle funzioni della Pubblica Amministrazione.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un soggetto, condannato nei precedenti gradi di giudizio per il reato di cui all’art. 341-bis del codice penale. L’imputato era stato ritenuto colpevole di aver proferito frasi ingiuriose nei confronti di un agente di polizia penitenziaria mentre quest’ultimo era impegnato nello svolgimento delle sue funzioni. L’episodio si era verificato in presenza di altre persone.
L’imputato, attraverso il suo ricorso per cassazione, contestava la decisione della Corte d’Appello, sostenendo che i motivi della condanna fossero infondati, in particolare riguardo al collegamento tra le frasi offensive e la funzione pubblica dell’agente, e alla percezione delle stesse da parte dei presenti.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando così la condanna inflitta. I giudici hanno ritenuto i motivi del ricorso “generici e manifestamente infondati”, non idonei a essere esaminati in sede di legittimità, la quale si limita a valutare la corretta applicazione della legge e non a riesaminare i fatti.
Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Il Principio Affermato sull’Oltraggio a Pubblico Ufficiale

Il cuore della decisione risiede nelle motivazioni con cui la Corte ha respinto le argomentazioni della difesa. I giudici hanno chiarito i presupposti per la configurazione del reato di oltraggio a pubblico ufficiale.

La Sufficienza della Potenzialità dell’Ascolto

Il punto centrale è che, ai fini dell’integrazione del reato, non è richiesto che le persone presenti abbiano concretamente percepito e compreso il contenuto offensivo delle espressioni. È invece sufficiente che tali espressioni possano essere udite. La norma, infatti, mira a tutelare non solo l’onore del singolo funzionario, ma anche il prestigio e il corretto operato della Pubblica Amministrazione.

L’Aggravio Psicologico e il Danno alla Funzione Pubblica

La Corte ha spiegato che la semplice potenzialità che le offese vengano percepite da terzi costituisce di per sé un “aggravio psicologico” per il pubblico ufficiale. Questo lo disturba mentre compie un atto del suo ufficio, facendogli avvertire condizioni avverse e anomale rispetto allo standard ordinario. Tale situazione non solo compromette la prestazione del singolo funzionario, ma lede l’immagine e l’autorevolezza dell’intera Amministrazione di cui fa parte. Il reato si perfeziona, dunque, nel momento in cui l’azione offensiva crea questo turbamento potenziale.

Le Conclusioni

Con questa ordinanza, la Corte di Cassazione consolida un principio di diritto di notevole importanza pratica. Viene ribadito che la tutela penale nel reato di oltraggio a pubblico ufficiale è anticipata: non occorre dimostrare il danno effettivo all’onore o la percezione concreta dell’offesa da parte di terzi, ma basta provare che l’azione si è svolta in un contesto tale da rendere possibile questa percezione. La decisione sottolinea come l’obiettivo della norma sia quello di garantire che i pubblici ufficiali possano svolgere le loro funzioni in un clima di rispetto e serenità, al riparo da interferenze che possano minarne l’autorità e l’efficacia operativa.

Per configurare il reato di oltraggio a pubblico ufficiale, è necessario che le persone presenti abbiano effettivamente sentito e capito le offese?
No. Secondo la Corte, è sufficiente che le espressioni offensive rivolte al pubblico ufficiale possano essere udite dai presenti. La sola potenzialità è abbastanza per integrare il reato.

Perché la semplice possibilità che le offese siano sentite è considerata così grave?
Perché questa potenzialità crea un aggravio psicologico per il pubblico ufficiale, che può compromettere la sua prestazione e disturbare lo svolgimento di un atto del suo ufficio. Fa avvertire condizioni avverse sia per lui che per la Pubblica Amministrazione che rappresenta.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito della questione. La condanna precedente diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come in questo caso la somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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