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Oltraggio a pubblico ufficiale: anche online è reato

La Corte di Cassazione ha stabilito che il reato di oltraggio a pubblico ufficiale sussiste anche quando le offese vengono pronunciate durante una diretta su un social network. La Corte ha chiarito che la “presenza di più persone”, richiesta dalla legge, non deve essere necessariamente fisica ma può essere anche virtuale, annullando così una precedente sentenza di assoluzione. Il caso riguardava un individuo che aveva offeso degli agenti di polizia durante un controllo, trasmettendo l’evento in diretta su Instagram.

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Pubblicato il 26 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale

Oltraggio a Pubblico Ufficiale in Diretta Social: la Presenza Virtuale Equivale a quella Fisica

La recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 38772/2024) affronta un tema di grande attualità: il reato di oltraggio a pubblico ufficiale commesso attraverso i social network. Con una decisione che adatta il diritto penale all’era digitale, la Corte ha stabilito che la presenza di spettatori virtuali durante una diretta online è sufficiente per configurare il reato, equiparandola a tutti gli effetti alla presenza fisica.

I Fatti del Caso: Un Controllo di Polizia in Diretta Instagram

I fatti risalgono al gennaio 2021, in pieno periodo di restrizioni per la pandemia da Covid-19. Durante un controllo da parte degli agenti della Questura di Aosta, un individuo, insieme a un complice, offendeva l’onore e il prestigio degli operatori di polizia. La particolarità del caso risiede nella modalità della condotta: l’intera scena veniva ripresa e trasmessa in diretta sul social network Instagram. A seguire l’evento c’era un numero variabile di utenti, tra i trentacinque e i quarantacinque, che assistevano in tempo reale alle espressioni oltraggiose.

La Decisione Iniziale: L’Assoluzione per Mancanza di Presenza Fisica

Inizialmente, il Tribunale di Aosta aveva assolto l’imputato con la formula “perché il fatto non sussiste”. Secondo il giudice di primo grado, per integrare il reato di oltraggio a pubblico ufficiale previsto dall’art. 341-bis del codice penale, è indispensabile la “presenza di più persone”. Questa presenza, secondo il Tribunale, doveva essere intesa in senso strettamente fisico e non virtuale. Di conseguenza, l’assenza di persone fisiche sul luogo del controllo, oltre agli agenti stessi, escludeva uno degli elementi costitutivi del reato.

Oltraggio a Pubblico Ufficiale e Presenza Virtuale: Il Verdetto della Cassazione

Il Procuratore della Repubblica ha impugnato la sentenza di assoluzione, portando il caso davanti alla Corte di Cassazione. La Suprema Corte ha ribaltato completamente la decisione del Tribunale, accogliendo il ricorso del Pubblico Ministero. I giudici di legittimità hanno affermato un principio di diritto ormai consolidato e fondamentale per l’interpretazione delle norme nell’era digitale.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha osservato che il concetto di “presenza di più persone” non può essere limitato a una dimensione puramente fisica. In un mondo dominato dalla comunicazione digitale, una diretta su un social network crea un contesto di percezione immediata e collettiva del tutto assimilabile a quello di una piazza o di un luogo pubblico fisico. L’offesa all’onore e al prestigio del pubblico ufficiale si realizza nel momento in cui viene percepita da terzi, e il mezzo attraverso cui questa percezione avviene (fisico o virtuale) è irrilevante.

Per rafforzare questa interpretazione, la Cassazione ha richiamato un principio già applicato per distinguere il delitto di diffamazione dall’illecito di ingiuria: ciò che conta è la contestualità della comunicazione e della percezione da parte di più soggetti. Nel caso in esame, le quarantaquattro persone che seguivano la diretta hanno percepito in tempo reale l’offesa, realizzando così il requisito di pubblicità richiesto dalla norma sull’oltraggio a pubblico ufficiale.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante punto fermo nell’adeguamento del diritto penale alle nuove tecnologie. Stabilisce in modo inequivocabile che lo spazio virtuale di una diretta social è, a tutti gli effetti, un “luogo” in cui possono essere commessi reati che richiedono la presenza di più persone. La decisione annulla la sentenza di assoluzione e rinvia il caso alla Corte di Appello di Torino per un nuovo giudizio, che dovrà conformarsi a questo principio. Questa pronuncia serve da monito: le offese rivolte alle forze dell’ordine durante una diretta online non sono meno gravi di quelle pronunciate in una strada affollata e vengono perseguite penalmente.

Insultare un poliziotto durante una diretta sui social network è reato di oltraggio a pubblico ufficiale?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la presenza di spettatori che assistono a una diretta online è sufficiente a integrare il requisito della “presenza di più persone” richiesto dalla legge per questo reato.

Qual è la differenza tra presenza fisica e presenza virtuale ai fini del reato di oltraggio?
In base a questa sentenza, non vi è alcuna differenza sostanziale. L’elemento cruciale è che l’offesa venga percepita in tempo reale da terze persone, indipendentemente dal fatto che si trovino fisicamente sul posto o siano collegate tramite un mezzo di comunicazione a distanza come un social network.

Per quale motivo il Tribunale aveva inizialmente assolto l’imputato?
Il Tribunale di primo grado aveva interpretato la norma in modo restrittivo, ritenendo che la “presenza di più persone” dovesse essere intesa esclusivamente in senso fisico. La Corte di Cassazione ha corretto questa interpretazione, giudicandola non più adeguata alla realtà tecnologica attuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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