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Obbligo di presentazione: nullo senza 48 ore di preavviso

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di convalida di un provvedimento del Questore che imponeva l’obbligo di presentazione a un tifoso. La decisione è fondata sulla violazione del termine dilatorio di 48 ore, essenziale per garantire il diritto di difesa, e sulla mancata considerazione della memoria difensiva presentata dal ricorrente prima della convalida.

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Pubblicato il 19 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Obbligo di presentazione: la Cassazione ribadisce il diritto alla difesa

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 20592 del 2024, è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale nell’ambito delle misure di prevenzione, in particolare sull’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. La decisione ribadisce un principio fondamentale: le garanzie procedurali a tutela del diritto di difesa non sono mere formalità, ma pilastri dello stato di diritto la cui violazione comporta la nullità degli atti. Questo caso specifico riguarda la convalida di un provvedimento del Questore emessa senza rispettare il termine minimo di 48 ore dalla notifica, impedendo di fatto all’interessato di preparare un’adeguata difesa.

I Fatti del Caso: un Provvedimento Contestato

La vicenda ha origine da un provvedimento emesso dal Questore di Treviso, con il quale si imponeva a un cittadino un divieto di accesso ai luoghi dove si svolgono manifestazioni calcistiche per la durata di cinque anni. Oltre a ciò, il provvedimento prevedeva la misura accessoria dell’obbligo di presentazione in Questura in concomitanza con gli incontri della squadra locale.

Successivamente, il Giudice per le Indagini Preliminari (G.i.p.) del Tribunale di Treviso convalidava tale provvedimento. Tuttavia, questa convalida avveniva a meno di 48 ore dalla notifica dell’atto all’interessato. Inoltre, il giudice non teneva in alcuna considerazione una memoria difensiva che l’avvocato del cittadino aveva depositato via PEC poco prima dell’emissione dell’ordinanza di convalida. Di fronte a queste presunte violazioni, il cittadino proponeva ricorso per cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso, annullando l’ordinanza di convalida del G.i.p. limitatamente alla parte relativa all’obbligo di presentazione. La Corte ha disposto il rinvio degli atti a un altro giudice dello stesso Tribunale per un nuovo esame e, nel frattempo, ha sospeso l’efficacia dell’obbligo stesso. La decisione si fonda su due motivi principali, entrambi legati alla violazione del diritto di difesa.

Le Motivazioni: la Tutela Inviolabile del Diritto di Difesa e l’obbligo di presentazione

Le motivazioni della Corte si concentrano su due aspetti procedurali di fondamentale importanza, la cui inosservanza ha viziato irrimediabilmente l’ordinanza impugnata.

La Violazione del Termine Dilatorio di 48 Ore

Il primo e decisivo punto riguarda il mancato rispetto del termine dilatorio di 48 ore che deve intercorrere tra la notifica del provvedimento del Questore e l’udienza di convalida. La Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato secondo cui questo termine non è un mero dettaglio burocratico, ma una garanzia essenziale per consentire alla persona interessata e al suo difensore di preparare un’efficace strategia difensiva. La convalida intervenuta prima della scadenza di questo termine costituisce una violazione diretta del diritto di difesa e, come tale, è causa di nullità generale. Nel caso di specie, il provvedimento era stato notificato il 3 novembre e la convalida era avvenuta alle 11:30 del 4 novembre, ben prima dello scadere delle 48 ore.

L’Omessa Valutazione della Memoria Difensiva

Il secondo motivo di annullamento, altrettanto grave, è la totale omissione di valutazione della memoria difensiva presentata tramite posta elettronica certificata (PEC) alle 10:36 del 4 novembre, quindi prima che il giudice emettesse la sua ordinanza. In tale memoria, la difesa contestava la ricostruzione dei fatti posta a base del provvedimento del Questore. Il fatto che il G.i.p. non abbia in alcun modo considerato tali argomentazioni rappresenta un’ulteriore e palese violazione del diritto al contraddittorio e di difesa.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza riafferma con forza che le procedure stabilite dalla legge a garanzia dei diritti dell’individuo non possono essere derogate o ignorate, specialmente quando si tratta di misure che limitano la libertà personale come l’obbligo di presentazione. La decisione sottolinea due principi cardine: primo, il tempo concesso per la difesa è sacro e la sua violazione rende nullo il provvedimento di convalida; secondo, il giudice ha il dovere di esaminare attentamente tutte le argomentazioni e le prove fornite dalla difesa prima di decidere. Le autorità giudiziarie e di polizia sono quindi richiamate a un rigoroso rispetto delle garanzie procedurali, pena l’inefficacia delle misure adottate.

È valida la convalida dell’obbligo di presentazione se avviene prima che siano trascorse 48 ore dalla notifica del provvedimento del Questore?
No, la convalida non è valida. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’inosservanza di tale termine, che serve a garantire l’effettivo esercizio del diritto di difesa, è causa di nullità generale.

Il giudice della convalida può ignorare una memoria difensiva presentata dall’interessato prima della sua decisione?
No, il giudice è tenuto a considerare il contenuto della memoria difensiva. In questo caso, l’aver completamente ignorato gli argomenti della difesa, depositati prima dell’emissione dell’ordinanza, è stato uno dei motivi di annullamento della convalida.

Cosa succede dopo l’annullamento dell’ordinanza di convalida da parte della Cassazione?
La Corte ha annullato l’ordinanza limitatamente all’obbligo di presentazione e ha rinviato il caso al Tribunale per un nuovo giudizio da parte di un diverso giudice. Inoltre, ha sospeso l’efficacia dell’obbligo di presentazione fino alla nuova decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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