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Nullità regime intermedio: quando eccepirla in appello

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per diffamazione. Il motivo del ricorso, basato sulla tardiva notifica del decreto di citazione in appello, è stato respinto perché la relativa eccezione di nullità a regime intermedio non è stata sollevata tempestivamente durante il giudizio di secondo grado, sanando così il vizio procedurale.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Vizio di Notifica e Nullità a Regime Intermedio: La Cassazione Stabilisce i Termini per l’Eccezione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 5515/2025, offre un importante chiarimento sui termini per contestare un vizio procedurale. Il caso riguarda la nullità regime intermedio derivante dalla violazione dei termini a comparire nel giudizio d’appello e sottolinea la necessità per la difesa di agire con tempestività per non perdere il diritto di far valere il vizio.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da una condanna per il reato di diffamazione aggravata, pronunciata in primo grado e confermata dalla Corte d’appello di Catanzaro. L’imputato, ritenuto responsabile di aver offeso la reputazione di un’altra persona attraverso la pubblicazione di alcuni articoli, ha proposto ricorso per Cassazione.

L’unico motivo di ricorso si basava su un vizio puramente procedurale: la violazione dell’articolo 601 del codice di procedura penale. Nello specifico, il decreto di citazione per il giudizio d’appello era stato notificato all’imputato solamente sei giorni prima dell’udienza, a fronte dei venti giorni prescritti dalla legge. Questo termine è posto a garanzia del diritto di difesa, per consentire all’imputato e al suo avvocato di prepararsi adeguatamente.

La Questione sulla Nullità a Regime Intermedio

Il cuore della questione legale non era l’esistenza del vizio, che la stessa Cassazione ha confermato, ma il momento in cui tale vizio doveva essere eccepito. La violazione del termine a comparire integra una nullità regime intermedio, una categoria di vizi che, a differenza delle nullità assolute, non può essere fatta valere in ogni stato e grado del procedimento.

Secondo l’articolo 180 del codice di procedura penale, questo tipo di nullità deve essere eccepita dalla parte interessata prima della deliberazione della sentenza del grado in cui si è verificata. Se la parte, pur avendone la possibilità, non solleva la questione nei termini, il vizio si considera “sanato” e non potrà più essere oggetto di impugnazione.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte, nel dichiarare il ricorso inammissibile, ha ricostruito meticolosamente la cronologia processuale. Dall’esame degli atti è emerso che, sebbene la notifica fosse effettivamente tardiva (avvenuta il 21 marzo 2024 per l’udienza del 27 marzo 2024), il giudizio d’appello si era svolto con rito cartolare. In questo contesto, la difesa aveva depositato una memoria scritta il 15 marzo 2024, senza però sollevare alcuna obiezione riguardo al mancato rispetto del termine a comparire.

Questa omissione è stata fatale. I giudici hanno stabilito che, non avendo eccepito la nullità prima della deliberazione della Corte d’appello, la difesa aveva perso il diritto di farla valere successivamente. La censura è diventata, quindi, “indeducibile” in sede di legittimità. La Cassazione ha richiamato un recente e autorevole precedente delle Sezioni Unite (sentenza Cirelli, n. 42125/2024), che ha consolidato questo principio.

Infine, la Corte ha rigettato anche la richiesta di liquidazione delle spese legali avanzata dalla parte civile. La richiesta è stata ritenuta troppo generica, poiché si limitava a chiedere il rigetto del ricorso “con vittoria di spese” senza argomentare specificamente contro i motivi di impugnazione, in linea con un altro principio affermato dalle Sezioni Unite (sentenza Sacchettino, 2023).

Conclusioni

La sentenza in esame ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: la vigilanza e la tempestività sono cruciali. Un vizio procedurale, anche se potenzialmente grave come la violazione del termine a comparire, non può essere conservato come un’arma da giocare solo in Cassazione. La nullità regime intermedio richiede un’obiezione immediata nel grado di giudizio in cui si manifesta. In caso contrario, l’inerzia della parte interessata sana il difetto, precludendo ogni futura contestazione. Questa decisione serve da monito per i difensori sull’importanza di esaminare attentamente ogni atto processuale e di sollevare le relative eccezioni senza indugio, per garantire la piena tutela dei diritti del proprio assistito.

Un vizio di notifica del decreto di citazione in appello, come un termine a comparire troppo breve, può essere fatto valere per la prima volta in Cassazione?
No. Secondo la sentenza, si tratta di una nullità a regime intermedio che deve essere eccepita prima della deliberazione della sentenza d’appello. Se la difesa non solleva la questione in quella sede, il vizio si considera sanato e non può più essere fatto valere.

Cosa significa che una nullità è ‘a regime intermedio’?
Significa che è un vizio procedurale di media gravità che, a differenza delle nullità assolute, può essere ‘sanato’ se non viene rilevato d’ufficio dal giudice o eccepito dalla parte interessata entro precisi limiti temporali stabiliti dalla legge, solitamente prima della chiusura del grado di giudizio in cui si è verificato.

Perché la parte civile non ha ottenuto la liquidazione delle spese legali?
Perché la sua richiesta di rimborso è stata ritenuta generica. Si è limitata a chiedere il rigetto del ricorso e la ‘vittoria di spese’, senza contrastare specificamente i motivi di impugnazione proposti dall’imputato, come invece richiesto dalla giurisprudenza delle Sezioni Unite per ottenere il rimborso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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