Nullità della Notifica: Quando un Errore di Nome Annulla una Condanna
Nel processo penale, la forma è sostanza. Un principio che emerge con forza da una recente sentenza della Corte di Cassazione, la quale ha annullato una condanna per un vizio procedurale apparentemente minore: un errore nel nome dell’avvocato destinatario della citazione in appello. Questo caso sottolinea l’importanza cruciale della corretta comunicazione degli atti giudiziari e le gravi conseguenze derivanti dalla nullità della notifica.
I Fatti del Caso: Un Errore Formale con Gravi Conseguenze
La vicenda giudiziaria inizia con una condanna in primo grado emessa dal Tribunale di Rimini per i reati di rapina aggravata e false dichiarazioni. L’imputato, tramite il suo legale di fiducia, propone appello. Tuttavia, un errore cruciale si insinua nella fase successiva: il decreto di citazione a giudizio per il processo d’appello viene notificato a un avvocato con un nome di battesimo diverso da quello del difensore nominato (ad esempio, a un avvocato di nome ‘Nicola’ anziché al corretto difensore di nome ‘Massimo’).
Nonostante l’errore, la Corte di Appello di Bologna procede con il giudizio e conferma la sentenza di condanna. L’imputato, venuto a conoscenza dell’accaduto, ricorre in Cassazione, lamentando proprio la violazione della legge processuale per omessa e invalida notifica a sé stesso e al suo difensore.
La Questione Giuridica e la nullità della notifica
Il cuore della questione sottoposta alla Suprema Corte riguarda il valore e gli effetti di una notifica eseguita a un destinatario errato. La difesa ha sostenuto che tale errore ha determinato una nullità della notifica, impedendo di fatto all’imputato e al suo avvocato di partecipare al processo d’appello e di esercitare pienamente il diritto di difesa.
La Corte di Cassazione è stata chiamata a verificare se questo vizio fosse sanabile o se, al contrario, costituisse una violazione così grave da invalidare l’intero giudizio di secondo grado. Un punto centrale del ragionamento è stato il potere della Corte stessa di agire come “giudice del fatto processuale”, ovvero di poter esaminare direttamente gli atti del fascicolo per accertare la realtà dei fatti procedurali contestati.
Le Motivazioni della Cassazione
La Corte di Cassazione ha accolto pienamente il ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini, esaminando gli atti, hanno confermato che la notifica del decreto di citazione in appello era stata effettivamente indirizzata a un avvocato diverso da quello nominato. Questo errore, secondo la Corte, non è una mera irregolarità, ma un vizio che determina la nullità assoluta della notifica ai sensi dell’art. 179 del codice di procedura penale.
I giudici hanno inoltre precisato che l’eventuale appartenenza dei due avvocati (quello corretto e quello che ha ricevuto l’atto) al medesimo studio professionale è una circostanza del tutto irrilevante. La notifica, per essere valida, deve essere diretta personalmente al difensore designato. La circostanza che l’errore fosse stato eccepito dalla difesa prima della discussione in appello, ma senza successo, ha ulteriormente rafforzato la posizione del ricorrente.
Le Conclusioni
In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Corte di Appello. La decisione non entra nel merito della colpevolezza dell’imputato, ma si concentra esclusivamente sul rispetto delle regole procedurali. A causa della nullità della notifica, il processo d’appello è stato ritenuto invalido e gli atti sono stati trasmessi nuovamente alla Corte di Appello di Bologna per la celebrazione di un nuovo giudizio, questa volta garantendo la corretta instaurazione del contraddittorio. Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: il diritto di difesa può essere esercitato solo se l’imputato e il suo difensore sono correttamente informati dello svolgimento del processo. Qualsiasi errore che comprometta questa conoscenza determina un vizio insanabile che travolge gli atti successivi.
Un errore nel nome dell’avvocato destinatario di una notifica può invalidare un intero giudizio?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che notificare l’atto di citazione a un avvocato con un nome diverso da quello del difensore di fiducia costituisce un vizio che determina la nullità della notifica e, di conseguenza, della sentenza emessa in quel grado di giudizio.
Se due avvocati lavorano nello stesso studio, la notifica a uno vale per l’altro?
No. La sentenza chiarisce che la circostanza che i due difensori appartengano allo stesso studio professionale è irrilevante. La notifica deve essere indirizzata personalmente al difensore nominato e l’appartenenza a una stessa struttura non sana la nullità derivante dall’errore sul destinatario.
Cosa significa che la Corte di Cassazione è “giudice del fatto processuale”?
Significa che, quando si discute di presunte violazioni delle norme procedurali, la Corte di Cassazione ha il potere di esaminare direttamente gli atti del fascicolo (come il decreto di citazione e le relate di notifica) per verificare se l’errore si è effettivamente verificato, senza essere vincolata alla ricostruzione fatta dai giudici dei gradi precedenti.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 8935 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 2 Num. 8935 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 21/11/2023
SENTENZA
sul ricorso proposto da: NOME COGNOME nato in MAROCCO il DATA_NASCITA avverso la sentenza del 17/02/2023 della CORTE d’APPELLO di BOLOGNA
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
letta la memoria del AVV_NOTAIO AVV_NOTAIO AVV_NOTAIOCOGNOME che ha concluso chiedendo l’inammissibilità del ricorso;
ricorso trattato con contraddittorio scritto ai sensi dell’ari 23 comma 8 D.L. 137/2020.
RITENUTO IN FATTO
Con l’impugnata sentenza la Corte di appello di Bologna ha confermato la sentenza pronunciata in data 12 agosto 2021 dal Tribunale di Rimini nei confronti del ricorrente (e coimputato), condannato alla pena di giustizia per il reato di rapina aggravata dal numero correi e false dichiarazioni le proprie generalità.
Con l’unico motivo di ricorso si lamenta violazione della legge processuale per omessa notifica all’imputato ed al suo difensore del decreto citazione a giudizio in appello post l’atto è stato comunicato all’AVV_NOTAIO NOME COGNOME anziché all’AVV_NOTAIO NOME COGNOME.
Con memoria inviata per PEC il AVV_NOTAIO NOME COGNOME ha chiesto la dichiarazione di inammissibilità del ricorso.
CONSIDERATO IN DIRITTO
Il ricorso è fondato.
In effetti, dall’esame degli atti del fascicolo (consentito con riguardo alle questioni di processuale, giacché in tali casi la Corte di cassazione è giudice del ‘fatto processuale’ -S U, n. 42792 del 31/10/2001, COGNOME, Rv. 220092 nonché, da ultimo, Sez. U, n. 24591 del 16/07/2020, COGNOME, non mass. sul punto) risulta corretta la ricostruzione difensiva inere tanto alle modalità di espletamento della notifica del decreto di citazione per l’appello (all NOME COGNOME anziché all’AVV_NOTAIO) quanto alla presentazione di memoria difensiva sul punto, ignorata nell’impugnata sentenza.
Ovviamente, la circostanza che i due difensori appartengano eventualmente al medesimo studio professionale non è equipollente della notifica mancante né sana la nullità che n discende, puntualmente eccepita prima della discussione, ma senza esito.
Ne deriva l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata, per nullità della notific ex art.179 comma 1 c.p.p., con trasmissione degli atti alla Corte d’appello di Bologna pe l’ulteriore corso.
P.Q.M.
Annulla senza rinvio la sentenza impugnata e dispone trasmettersi gli atti alla Corte d’appel di Bologna per l’ulteriore corso.
Così deciso in Roma, 21 novembre 2023 Il Con igliere est nsore COGNOME
La Presidente