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Nullità notifica 415-bis: inammissibile ricorso PM

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Procuratore contro un’ordinanza che aveva rilevato la nullità della notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari (art. 415-bis c.p.p.). La notifica era stata erroneamente eseguita presso il difensore anziché al domicilio dichiarato dall’imputato. La Suprema Corte ha stabilito che l’ordinanza del Tribunale, che dispone la restituzione degli atti al Pubblico Ministero, non costituisce un atto abnorme, in quanto non pregiudica lo sviluppo del processo, potendo il PM semplicemente rinnovare la notificazione.

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Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Nullità Notifica 415-bis: Inammissibile il Ricorso del PM contro la Restituzione degli Atti

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 31036 del 2024, offre un importante chiarimento sulla nullità notifica 415-bis e sui poteri del giudice in caso di errore procedurale. La Suprema Corte ha stabilito che l’ordinanza con cui un Tribunale dichiara la nullità di una notifica e restituisce gli atti al Pubblico Ministero non è un atto ‘abnorme’ e, di conseguenza, il ricorso del PM avverso tale decisione è inammissibile. Analizziamo insieme i dettagli di questa pronuncia fondamentale per la procedura penale.

Il Fatto: Una Notifica Errata e la Decisione del Tribunale

Il caso trae origine da un procedimento penale in cui il Pubblico Ministero notificava l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, previsto dall’art. 415-bis del codice di procedura penale, direttamente al difensore dell’imputato, ai sensi dell’art. 157-bis c.p.p., anziché presso il domicilio che l’imputato stesso aveva dichiarato.

Rilevando questa irregolarità, il Tribunale di Brescia dichiarava la nullità della notifica. Di conseguenza, il giudice disponeva la restituzione dell’intero fascicolo processuale al Pubblico Ministero, affinché procedesse a sanare il vizio.

Il Ricorso del PM e il concetto di nullità notifica 415-bis

Contro questa decisione, la Procura della Repubblica proponeva ricorso per Cassazione. La tesi dell’accusa si basava sul concetto di ‘abnormità’ del provvedimento del Tribunale. Secondo il PM, l’ordine di restituzione degli atti lo avrebbe costretto a compiere un’attività (una nuova notifica) che si sarebbe potuta esporre a future eccezioni di nullità, creando una situazione di stallo processuale. In sostanza, il PM riteneva che il giudice avesse emesso un ordine anomalo, non previsto dal sistema e potenzialmente dannoso per la prosecuzione del procedimento.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha respinto completamente la tesi della Procura, dichiarando il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza. I giudici di legittimità hanno chiarito che il provvedimento del Tribunale non è affatto abnorme. Citando una consolidata giurisprudenza (in particolare la sentenza ‘Battaglia’ del 2019), la Corte ha spiegato che un’ordinanza che, anche se per ipotesi erroneamente, dichiara la nullità della richiesta di rinvio a giudizio per un vizio di notifica e dispone la trasmissione degli atti al PM, non è un atto ‘avulso dal sistema’.

Al contrario, tale decisione è espressione dei poteri riconosciuti al giudice dall’ordinamento. Gli effetti di tale ordine, inoltre, non sono tali da pregiudicare in modo irreparabile lo sviluppo del processo. Il Pubblico Ministero, infatti, ha la piena facoltà di ‘rinnovare’ la notificazione del predetto avviso, questa volta in modo corretto, sanando il vizio procedurale.

La Corte ha inoltre sottolineato un aspetto cruciale: il Tribunale si era limitato a dichiarare la nullità, senza imporre al PM una specifica e vincolante modalità per la nuova notifica. Ciò lascia al PM la discrezionalità di agire secondo le norme di legge, senza alcuna indebita interferenza da parte del giudice.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

In conclusione, la decisione della Cassazione ribadisce un principio fondamentale: l’errore procedurale, come una nullità notifica 415-bis, non genera necessariamente uno stallo insuperabile. L’ordinamento prevede gli strumenti per correggere tali vizi. L’ordine di un giudice di restituire gli atti al PM per sanare una nullità non è un atto abnorme che paralizza il processo, ma un meccanismo che mira a garantire il corretto svolgimento del procedimento e il pieno rispetto dei diritti di difesa. Per il Pubblico Ministero, questo significa che di fronte a una simile ordinanza, la via da percorrere non è l’impugnazione per abnormità, bensì l’adempimento, provvedendo a rinnovare l’atto viziato in conformità alla legge.

Un’ordinanza che dichiara la nullità di una notifica e restituisce gli atti al PM è un atto abnorme?
No. Secondo la Cassazione, non è un provvedimento abnorme perché rientra nei poteri del giudice e non pregiudica lo sviluppo successivo del processo, dato che il PM può semplicemente ripetere la notificazione in modo corretto.

Cosa succede se la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini (art. 415-bis c.p.p.) è nulla?
Il processo non si blocca definitivamente. Il giudice dichiara la nullità e può disporre la restituzione degli atti al Pubblico Ministero, il quale ha la possibilità di rinnovare la notificazione, sanando così il vizio procedurale.

Il Pubblico Ministero può ricorrere in Cassazione contro l’ordinanza che dichiara la nullità di una notifica?
No, in questo caso il ricorso è stato dichiarato inammissibile. La Suprema Corte ha ritenuto il motivo manifestamente infondato, poiché l’ordinanza impugnata non costituisce un atto abnorme che causa una stasi del procedimento non altrimenti superabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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