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Nullità intermedia: quando eccepire il vizio?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso basato sulla mancata comunicazione delle conclusioni del procuratore generale alla difesa. La Corte ha chiarito che tale vizio costituisce una nullità intermedia, che deve essere eccepita dal difensore nel primo atto utile, ovvero con la presentazione delle proprie conclusioni scritte, pena la decadenza e l’inammissibilità dell’impugnazione.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Nullità Intermedia nel Rito Cartolare: Quando Eccepire il Vizio?

La disciplina emergenziale introdotta per fronteggiare la pandemia da Covid-19 ha profondamente modificato lo svolgimento dei processi, introducendo il cosiddetto “rito cartolare”. Questa modalità, basata sullo scambio di atti scritti, pur snellendo le procedure, ha sollevato nuove questioni procedurali. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale: la tempistica per eccepire una nullità intermedia, come la mancata comunicazione delle conclusioni del Procuratore Generale.

I Fatti del Caso

Un imputato, a seguito di una condanna in secondo grado pronunciata dalla Corte d’Appello di Bari, proponeva ricorso per Cassazione. Il motivo unico del ricorso era di natura squisitamente procedurale. Il difensore lamentava che, durante il giudizio d’appello svoltosi con rito cartolare, non gli erano state comunicate telematicamente le conclusioni scritte del Procuratore Generale. Secondo la difesa, questa omissione violava il diritto di assistenza dell’imputato e configurava una nullità del procedimento.

La Decisione della Corte e la Natura della Nullità Intermedia

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. Il cuore della decisione risiede nella qualificazione del vizio lamentato. Secondo gli Ermellini, la mancata comunicazione delle conclusioni del P.G. non integra una nullità assoluta e insanabile, bensì una nullità intermedia.

Questa distinzione è cruciale. Le nullità a regime intermedio, a differenza di quelle assolute, non possono essere fatte valere in qualsiasi momento. La legge processuale, infatti, stabilisce precisi termini di decadenza per la loro eccezione. Se la parte interessata non solleva la questione entro tali termini, il vizio si considera sanato e non può più essere dedotto come motivo di impugnazione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha applicato al rito cartolare la regola generale prevista dall’articolo 182, comma 2, del codice di procedura penale. Tale norma impone alla parte che vi assiste di eccepire la nullità nel primo atto successivo a quello in cui si è verificata. Nel contesto di un giudizio d’appello cartolare, il primo (e unico) atto di partecipazione del difensore, successivo al deposito delle conclusioni del P.G., è proprio la formulazione e il deposito delle proprie conclusioni scritte.

Era in quella sede, pertanto, che il difensore avrebbe dovuto eccepire la mancata comunicazione, chiedendo eventualmente un rinvio per poter replicare. Non avendolo fatto, il suo silenzio ha prodotto un effetto sanante, precludendo la possibilità di sollevare la questione per la prima volta in sede di ricorso per Cassazione. La Corte ha ribadito che la peculiarità del rito emergenziale non sospende i principi generali sulla tempestività delle eccezioni procedurali.

Le Conclusioni

La decisione sottolinea un principio fondamentale per tutti gli operatori del diritto: la vigilanza procedurale è essenziale anche e soprattutto nei riti semplificati o dematerializzati. La sentenza in esame serve da monito: un vizio procedurale, anche se potenzialmente lesivo dei diritti difensivi, deve essere contestato nei tempi e nei modi previsti dal codice. L’inerzia o la scelta di attendere un grado di giudizio successivo per sollevare l’eccezione si traduce non solo nel rigetto dell’impugnazione, ma anche nella condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, come avvenuto nel caso di specie.

Cosa succede se al difensore non vengono comunicate le conclusioni del Procuratore Generale nel rito cartolare?
Si verifica una nullità generale a regime intermedio, ovvero un vizio procedurale che deve essere contestato tempestivamente.

Quando deve essere eccepita questa nullità?
Il difensore deve eccepire la mancata comunicazione nel primo atto successivo, che nel rito cartolare coincide con la formulazione e il deposito delle proprie conclusioni scritte.

Qual è la conseguenza di una contestazione tardiva del vizio?
Se la nullità non viene eccepita nei termini corretti, il vizio si considera sanato. Di conseguenza, il ricorso in Cassazione basato su tale motivo verrà dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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