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Nullità assoluta per procedura de plano: Cassazione

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza emessa da un Giudice dell’esecuzione che aveva respinto un’istanza senza fissare un’udienza. La Corte ha stabilito che l’utilizzo della procedura de plano al di fuori dei casi specificamente previsti dalla legge costituisce una nullità assoluta e insanabile, in quanto viola il diritto di difesa e il principio del contraddittorio, impedendo la necessaria partecipazione del difensore.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Nullità Assoluta: Quando il Giudice Non Può Decidere “De Plano”

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7358/2025, riafferma un principio cardine del nostro sistema processuale: il diritto al contraddittorio e alla difesa tecnica non può essere aggirato, neppure nella fase esecutiva. La decisione di un giudice di procedere de plano, cioè senza udienza, al di fuori dei casi eccezionali previsti dalla legge, determina una nullità assoluta del provvedimento. Questa pronuncia è un importante monito sulla necessità di garantire sempre il confronto dialettico tra le parti.

Il Caso in Esame: Un Decreto Penale Mai Notificato Correttamente

La vicenda trae origine da un’istanza presentata da un cittadino al Giudice per le indagini preliminari (GIP), in funzione di Giudice dell’esecuzione. L’interessato chiedeva che venisse dichiarata la non esecutività di un decreto penale di condanna emesso nei suoi confronti anni prima. Il motivo era semplice ma cruciale: sosteneva che l’atto di notifica ricevuto a suo tempo non contenesse, in allegato, il decreto stesso. Di conseguenza, non aveva mai avuto la “conoscenza legale” del provvedimento, presupposto indispensabile per la sua esecutività.

Contrariamente alle aspettative, il GIP rigettava l’istanza con un’ordinanza emessa de plano, ovvero senza fissare un’udienza di comparizione per le parti e i loro difensori.

La Decisione senza Udienza e la Conseguente Nullità Assoluta

La difesa del cittadino ha impugnato l’ordinanza del GIP ricorrendo in Cassazione, lamentando una palese violazione di legge. Il punto centrale del ricorso era proprio la modalità con cui il giudice aveva deciso. La Suprema Corte ha accolto pienamente questa tesi.

La regola generale per i procedimenti davanti al Giudice dell’esecuzione è stabilita dall’art. 666 del codice di procedura penale, che prevede la celebrazione di un’udienza in camera di consiglio. Questa procedura garantisce che le parti (accusa e difesa) possano esporre le proprie ragioni prima che il giudice decida. La procedura semplificata de plano è un’eccezione, applicabile solo nei casi tassativamente indicati dalla legge. Poiché il caso in esame non rientrava in tali eccezioni, il GIP avrebbe dovuto obbligatoriamente fissare un’udienza.

Il Principio del Contraddittorio e la Partecipazione del Difensore

L’omissione dell’udienza non è una mera irregolarità formale. Essa, infatti, lede il cuore del diritto di difesa. La Corte sottolinea come questa mancanza abbia impedito al difensore di partecipare al procedimento, concretizzando una nullità assoluta e insanabile, come previsto dagli articoli 178 e 179 del codice di procedura penale.

Non consentire al difensore di intervenire in udienza per argomentare le ragioni del proprio assistito equivale a negare il contraddittorio, uno dei pilastri del giusto processo.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Nelle motivazioni, la Cassazione ribadisce con forza un orientamento giurisprudenziale consolidato. Il provvedimento con cui il giudice dell’esecuzione respinge un incidente di esecuzione de plano, senza avviso alle parti e senza fissare un’udienza di comparizione, è affetto da nullità assoluta. Questo vizio è talmente grave da poter essere rilevato d’ufficio in ogni stato e grado del procedimento.

La Corte ha specificato che l’omissione ha determinato una violazione che “attiene alla partecipazione necessaria del difensore”, un presidio irrinunciabile del diritto di difesa. Il GIP, decidendo in solitudine, non si è nemmeno confrontato con le articolate ragioni processuali esposte nell’istanza, che meritavano una valutazione nel contraddittorio tra le parti.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La Corte di Cassazione ha quindi annullato l’ordinanza impugnata, rinviando gli atti al GIP del Tribunale di Avellino per un nuovo esame che dovrà, questa volta, svolgersi nel pieno rispetto delle regole procedurali. La sentenza serve da chiaro promemoria per tutti gli operatori del diritto: le garanzie difensive e il principio del contraddittorio sono sacri e non ammettono scorciatoie procedurali, se non nei limitati casi in cui la legge stessa le autorizza. Qualsiasi deviazione da questo percorso conduce a una nullità assoluta, rendendo di fatto inutile l’attività giudiziaria svolta.

Un giudice può decidere su un’istanza in fase esecutiva senza fissare un’udienza?
No, di regola il giudice dell’esecuzione deve fissare un’udienza in camera di consiglio per garantire il contraddittorio tra le parti. La procedura semplificata senza udienza (de plano) è un’eccezione applicabile solo nei casi espressamente previsti dalla legge.

Cosa succede se un giudice decide con procedura de plano quando non dovrebbe?
Il provvedimento emesso è affetto da nullità assoluta e insanabile. Questo vizio, il più grave previsto dal codice di procedura, rende l’atto invalido e può essere rilevato in qualsiasi fase del procedimento, anche d’ufficio.

Perché l’assenza di un’udienza è considerata un errore così grave?
Perché impedisce la necessaria partecipazione del difensore al procedimento, violando il diritto di difesa e il principio del contraddittorio, che sono pilastri fondamentali del giusto processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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