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Nullità assoluta e notifica al difensore sospeso

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un imputato che lamentava la nullità assoluta del procedimento a suo carico. La notifica del rinvio di un’udienza era stata inviata al suo difensore di fiducia, il quale è stato sospeso dall’albo solo successivamente a tale notifica. La Corte ha chiarito che la nullità assoluta si verifica solo se la notifica è indirizzata a un soggetto non abilitato al momento della comunicazione, non se l’impedimento (come la sospensione) sopraggiunge in un momento successivo. Pertanto, la notifica era valida e il ricorso è stato ritenuto infondato.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Nullità assoluta: la notifica al difensore poi sospeso è valida?

La notifica degli atti processuali è un pilastro del diritto di difesa. Ma cosa succede se una comunicazione cruciale viene inviata a un avvocato che, poco dopo, viene sospeso dall’esercizio della professione? Si configura una nullità assoluta che travolge l’intero procedimento? A questa complessa domanda ha risposto la Corte di Cassazione con la sentenza n. 32848/2025, stabilendo un principio fondamentale basato sulla cronologia degli eventi.

I Fatti del Caso

Un imputato, condannato in primo grado per violazione della legge sugli stupefacenti (art. 73 d.P.R. 309/1990), presentava un’istanza per essere restituito nel termine per impugnare la sentenza. Sosteneva di non aver mai avuto notizia del rinvio di un’udienza cruciale, fissata originariamente durante l’emergenza Covid. La comunicazione del rinvio era stata notificata via PEC al suo difensore di fiducia. Tuttavia, all’epoca, il legale si trovava in regime custodiale e, poco dopo la notifica, era stato sospeso dall’esercizio della professione, comunicando al suo assistito la rinuncia a tutti gli incarichi. Di conseguenza, il Tribunale aveva nominato una serie di difensori d’ufficio, ma l’imputato lamentava di non essere mai stato messo a conoscenza della nuova data, perdendo così l’opportunità di appellare la condanna.

La questione della nullità assoluta per vizio di notifica

La difesa del ricorrente ha sostenuto una tesi precisa: la notifica al difensore sospeso doveva considerarsi nulla. Tale nullità, violando il diritto di difesa, avrebbe dovuto essere classificata come nullità assoluta e insanabile, con la conseguenza di invalidare la sentenza di primo grado. Secondo questa prospettiva, la Corte d’Appello avrebbe dovuto annullare la decisione precedente anziché trattare la questione come una semplice richiesta di rimessione in termini. Il ricorrente riteneva che notificare un atto a un avvocato impossibilitato a esercitare la sua funzione equivale a una mancata notifica, ledendo il nucleo essenziale del diritto di difesa.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. Il ragionamento dei giudici si è concentrato su un dettaglio cronologico decisivo. Il decreto di rinvio dell’udienza era stato emesso il 22 febbraio 2021 e notificato al difensore di fiducia il 1 marzo 2021. La sospensione cautelare del legale dall’albo forense, invece, era stata adottata e notificata solo il 26 marzo 2021.

La Corte ha chiarito che, al momento della ricezione della notifica, il difensore era ancora formalmente abilitato all’esercizio della professione. Sebbene fosse in regime cautelare, tale condizione costituiva un ‘legittimo impedimento’ che avrebbe dovuto essere comunicato al Tribunale, ma non invalidava di per sé la sua qualifica di avvocato.

Il principio di diritto affermato è che la nullità assoluta, ai sensi degli artt. 178 e 179 c.p.p., si configura solo quando la notifica viene effettuata a un soggetto non abilitato all’esercizio della difesa. Poiché la sospensione è intervenuta successivamente alla notifica, quest’ultima è stata ritenuta giuridicamente valida. La Corte ha specificato che la prospettazione della nullità assoluta era, pertanto, infondata.

Per quanto riguarda l’omessa notifica personale all’imputato (prevista in alcuni casi dalla normativa emergenziale Covid), la Corte ha ribadito che essa integra una nullità a regime intermedio, che deve essere eccepita entro termini precisi e che, nel caso di specie, era stata sanata non essendo stata sollevata dal nuovo difensore.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un importante principio sulla validità delle notifiche e sui confini della nullità assoluta. La condizione del difensore deve essere valutata nel momento esatto in cui la notifica viene perfezionata. Un impedimento o una sanzione disciplinare successiva, come la sospensione, non può retroagire e invalidare un atto compiuto quando il professionista era ancora pienamente nei suoi poteri. Questa decisione sottolinea la necessità di una rigorosa analisi temporale nella valutazione dei vizi procedurali e riafferma che le nullità assolute sono circoscritte alle violazioni più gravi e radicali del diritto di difesa, come l’assenza totale di un difensore qualificato.

Una notifica inviata a un avvocato che viene sospeso dall’albo pochi giorni dopo è valida?
Sì, secondo la Corte di Cassazione la notifica è valida. Ciò che conta è lo status del difensore al momento esatto in cui la notifica viene perfezionata. Una sospensione successiva non rende retroattivamente nullo l’atto.

L’omessa notifica del rinvio d’udienza all’imputato costituisce sempre una nullità assoluta?
No. Nel contesto della disciplina emergenziale per il Covid-19, la Cassazione ha stabilito che l’omessa notifica all’imputato del rinvio d’ufficio integra una nullità di ordine generale a regime intermedio, non assoluta. Tale nullità può essere sanata se non viene eccepita nei termini di legge.

Cosa distingue una nullità assoluta da una a regime intermedio in questo contesto?
La nullità assoluta si verifica solo per i vizi più gravi che colpiscono il nucleo essenziale del diritto di difesa, come la notifica a un soggetto non abilitato alla professione forense. La nullità a regime intermedio riguarda altre irregolarità procedurali che, sebbene importanti, devono essere contestate tempestivamente per non essere considerate sanate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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