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Nullità a regime intermedio: quando si sana il vizio?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso basato sulla mancata notifica del decreto di citazione a uno dei due difensori. La Corte qualifica il vizio come nullità a regime intermedio, specificando che essa viene sanata se il difensore, pur presente in udienza, non solleva tempestivamente l’eccezione. La decisione ribadisce che tali vizi procedurali devono essere contestati nel grado di giudizio in cui si verificano e non per la prima volta in sede di legittimità.

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Pubblicato il 19 dicembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Nullità a regime intermedio: quando si sana il vizio procedurale?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 35616/2024, offre un importante chiarimento sul concetto di nullità a regime intermedio nel processo penale, delineando con precisione i confini entro cui un vizio procedurale può essere fatto valere. La pronuncia riguarda il caso specifico della mancata notifica del decreto di citazione in appello a uno dei due difensori dell’imputato, un’ipotesi che, se non gestita correttamente, può compromettere il diritto di difesa. Tuttavia, la Corte sottolinea come la passività della parte interessata possa sanare l’irregolarità.

I Fatti del Processo

Un imputato proponeva ricorso in Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello, lamentando un vizio procedurale specifico: la mancata notifica del decreto di citazione per il giudizio di secondo grado a uno dei suoi due avvocati di fiducia. Secondo il ricorrente, tale omissione avrebbe leso il suo diritto di difesa, inficiando la validità della sentenza impugnata.

All’esame dei fatti, emergeva che il decreto di citazione relativo all’udienza d’appello era stato regolarmente notificato a uno dei difensori. Per il secondo legale, la notifica era avvenuta secondo le modalità previste dall’art. 161 del codice di procedura penale. Fatto ancora più decisivo, quest’ultimo avvocato era presente all’udienza d’appello, agendo anche come sostituto del collega assente. In tale occasione, però, non aveva sollevato alcuna obiezione (eccezione) riguardo alla presunta irregolarità della notifica.

La Questione della Nullità a Regime Intermedio

Il cuore della decisione della Cassazione ruota attorno alla qualificazione del vizio lamentato. L’omessa notifica a uno dei due difensori, secondo la giurisprudenza consolidata, non costituisce una nullità assoluta e insanabile, bensì una nullità a regime intermedio. Questa distinzione è fondamentale perché le nullità intermedie, a differenza di quelle assolute, devono essere eccepite entro termini perentori per poter essere dichiarate.

La Corte ribadisce un principio cardine della procedura penale: la parte che ha interesse a far valere una nullità di questo tipo ha l’onere di farlo tempestivamente. In questo caso, il momento corretto per sollevare l’eccezione era l’udienza stessa, per mano del difensore presente. La mancata proposizione dell’eccezione da parte del legale in aula ha, di fatto, “sanato” il vizio, rendendolo irrilevante ai fini della validità del procedimento.

La Decisione della Corte di Cassazione

Sulla base di queste premesse, la Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per manifesta infondatezza.

Le Motivazioni

I giudici di legittimità hanno evidenziato due profili principali. In primo luogo, la mancata eccezione in udienza da parte del difensore presente sana la nullità, a prescindere dal fatto che l’imputato, seppur regolarmente citato, fosse o meno presente. La presenza del difensore è considerata sufficiente a garantire il contraddittorio e impone a quest’ultimo l’onere di attivarsi per contestare eventuali vizi.

In secondo luogo, la Corte ha sottolineato che le nullità a regime intermedio verificatesi nella fase preliminare del giudizio d’appello devono essere dedotte, a pena di decadenza, nel corso di quello stesso giudizio. Non è possibile, quindi, attendere il ricorso in Cassazione per lamentare un vizio che si sarebbe dovuto e potuto far valere nel grado precedente. Questo principio mira a garantire la stabilità delle decisioni e a prevenire strategie processuali dilatorie.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale volto a responsabilizzare le parti processuali. La decisione implica che i difensori devono esercitare una vigilanza costante sugli atti del procedimento e agire con prontezza per contestare eventuali irregolarità. Attendere un grado di giudizio successivo per sollevare un’eccezione tardiva si rivela una strategia inefficace, che porta alla declaratoria di inammissibilità del ricorso e alla condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La pronuncia, dunque, serve da monito: i vizi procedurali si contestano subito, altrimenti si perdono.

Cosa si intende per nullità a regime intermedio nel caso di omessa notifica al difensore?
Si tratta di un vizio procedurale che si verifica quando la notifica del decreto di citazione viene omessa per uno dei due difensori di fiducia dell’imputato. A differenza delle nullità assolute, questa irregolarità può essere sanata se non viene contestata tempestivamente.

In che modo viene sanata una nullità a regime intermedio per omessa notifica?
La nullità viene sanata se il difensore presente all’udienza (anche quello che lamenta la mancata notifica) non solleva immediatamente un’eccezione formale. La sua presenza e il suo silenzio sul punto sono interpretati come un’accettazione che sana il vizio procedurale.

È possibile contestare per la prima volta in Cassazione una nullità non eccepita in appello?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che le nullità a regime intermedio, come quella in esame, devono essere eccepite nel corso dello stesso grado di giudizio in cui si verificano (in questo caso, l’appello). Non è ammissibile sollevare la questione per la prima volta in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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