LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Notifiche successive: valide se fatte al difensore

Un imputato, condannato per guida in stato di alterazione, ha contestato la validità della notifica dell’atto d’appello, eseguita presso il suo difensore. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo che, una volta avvenuta con successo la prima notifica personale, le notifiche successive sono legittimamente eseguite presso il difensore di fiducia per l’intero corso del processo, ai sensi dell’art. 157, comma 8-bis c.p.p., rendendo irrilevante la mancata elezione di domicilio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 17 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Notifiche Successive al Difensore: la Cassazione Chiarisce le Regole

La corretta esecuzione delle notificazioni nel processo penale è un pilastro fondamentale per garantire il diritto di difesa. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto un importante chiarimento sul regime delle notifiche successive alla prima, confermando un principio di semplificazione e certezza giuridica. Il caso riguardava un imputato che lamentava la nullità della notifica del decreto di citazione in appello, avvenuta direttamente presso il suo avvocato di fiducia. Analizziamo la decisione della Corte.

I Fatti del Caso: dalla Condanna al Ricorso

Un automobilista veniva condannato in primo e secondo grado per i reati di guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, aggravati dalla sua qualifica di conducente professionale. Contro la sentenza d’appello, il suo difensore proponeva ricorso in Cassazione, basandolo su un unico motivo di natura procedurale.

Secondo la difesa, la notifica del decreto di citazione per il giudizio d’appello era affetta da nullità assoluta e insanabile. L’atto, infatti, era stato notificato direttamente al difensore, senza un previo tentativo presso la residenza dell’imputato, luogo dove le precedenti comunicazioni erano state regolarmente ricevute. Questa presunta irregolarità, secondo il ricorrente, avrebbe dovuto portare all’annullamento della sentenza, con conseguente estinzione del reato per prescrizione.

La Questione delle Notifiche Successive nel Processo Penale

Il cuore della questione giuridica risiede nell’interpretazione delle norme del codice di procedura penale che regolano le notificazioni all’imputato. La difesa sosteneva che la notifica al difensore fosse stata eseguita erroneamente ai sensi dell’art. 161, comma 4, c.p.p. (che si applica in caso di impossibilità di notifica nel domicilio dichiarato o eletto), senza considerare che un domicilio di fatto esisteva ed era noto.

La Corte, tuttavia, ha inquadrato la vicenda sotto una luce diversa, richiamando un principio consolidato in giurisprudenza basato sull’art. 157, comma 8-bis, c.p.p. Questa norma stabilisce una regola generale per tutte le notifiche successive alla prima.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, quindi, inammissibile. Le motivazioni sono chiare e si basano su diversi punti cardine:

1. Validità della Prima Notifica: La Corte ha verificato che la prima notifica del procedimento (il decreto di citazione diretta a giudizio) era stata eseguita correttamente, con l’atto ritirato personalmente dall’imputato presso la sua residenza. Questo passaggio è cruciale.

2. La Regola dell’Art. 157, comma 8-bis c.p.p.: Secondo un indirizzo giurisprudenziale consolidato, una volta perfezionata la prima notifica, tutte quelle successive possono essere legittimamente eseguite presso il difensore di fiducia. Questo principio non vale per un singolo grado di giudizio, ma si estende all’intero processo. Di conseguenza, la notifica del decreto di citazione in appello presso lo studio del legale era pienamente valida.

3. Irrilevanza dell’Errore Normativo: Anche se l’atto di notifica citava per errore l’art. 161 c.p.p. invece del corretto art. 157, comma 8-bis, c.p.p., ciò non costituisce causa di nullità. Quello che conta, ha sottolineato la Corte, è che la notifica sia stata eseguita in un luogo giuridicamente valido (lo studio del difensore), garantendo la conoscibilità dell’atto.

4. Natura della Nullità e Decadenza: I giudici hanno aggiunto che, anche se si fosse verificata un’irregolarità, questa avrebbe configurato una nullità a regime intermedio, non una nullità assoluta. Tale vizio deve essere eccepito dalla parte interessata entro precisi termini di decadenza (art. 182 c.p.p.). Nel caso di specie, il difensore, pur avendo presentato conclusioni scritte nel giudizio d’appello, non aveva sollevato alcuna obiezione sulla regolarità della notifica, perdendo così la possibilità di farla valere.

Le Conclusioni: Inammissibilità e Conseguenze

Sulla base di queste argomentazioni, la Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Una conseguenza diretta di questa decisione è l’impossibilità di dichiarare l’estinzione del reato per prescrizione. La giurisprudenza delle Sezioni Unite è ferma nel ritenere che l’inammissibilità del ricorso per manifesta infondatezza impedisce la formazione di un valido rapporto processuale e preclude la rilevabilità delle cause di non punibilità maturate dopo la sentenza impugnata.

Il ricorrente è stato quindi condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La sentenza ribadisce un principio fondamentale: dopo la prima notifica andata a buon fine, il canale di comunicazione privilegiato tra la giustizia e l’imputato diventa il suo difensore, semplificando la procedura e garantendo al contempo l’effettiva conoscenza degli atti processuali.

Dopo la prima notifica all’imputato andata a buon fine, dove possono essere fatte le notifiche successive?
Secondo la sentenza, le notifiche successive possono essere legittimamente eseguite presso il difensore di fiducia per l’intero corso del processo, ai sensi dell’art. 157, comma 8-bis del codice di procedura penale.

Cosa succede se l’atto di notifica cita una norma sbagliata, ma viene comunque consegnato correttamente al difensore?
L’inesatto riferimento normativo sull’atto di notifica non è causa di nullità, a condizione che la notifica sia stata regolarmente eseguita in un luogo valido (come lo studio del difensore), garantendo così la conoscenza dell’atto.

Se un ricorso in Cassazione è manifestamente infondato, il giudice può dichiarare la prescrizione del reato maturata dopo la sentenza d’appello?
No. La Corte ha ribadito che l’inammissibilità del ricorso per manifesta infondatezza dei motivi impedisce la formazione di un valido rapporto di impugnazione e, di conseguenza, preclude la possibilità di rilevare e dichiarare cause di non punibilità, come la prescrizione, maturate successivamente alla sentenza impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati