Notifiche Difettose: La Presenza in Aula ‘Sana’ Tutto?
La correttezza delle comunicazioni e delle notificazioni degli atti giudiziari è un pilastro fondamentale del giusto processo, garantendo il diritto di difesa dell’imputato. Tuttavia, cosa accade quando si verificano notifiche difettose? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto cruciale: la presenza dell’imputato in giudizio, senza che questi sollevi alcuna contestazione, può ‘sanare’ tali vizi, precludendo la possibilità di lamentarsene in un secondo momento.
I Fatti del Caso
Nel caso in esame, una persona condannata in primo e secondo grado ha presentato ricorso per Cassazione, basando le sue doglianze su un unico motivo: l’omessa notifica di una serie di atti fondamentali del procedimento. Nello specifico, la ricorrente sosteneva di non aver ricevuto la notifica della richiesta di rinvio a giudizio, del decreto di fissazione dell’udienza preliminare, del decreto che dispone il giudizio e, infine, della citazione per il processo d’appello.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile per manifesta infondatezza. La decisione non entra nel merito della veridicità delle presunte omissioni, ma si concentra su un aspetto procedurale determinante: il comportamento tenuto dall’imputata durante i precedenti gradi di giudizio.
Le Motivazioni: La Sanatoria delle Notifiche Difettose
Il cuore della motivazione risiede nell’applicazione dell’articolo 184 del codice di procedura penale. I giudici hanno osservato che l’imputata era risultata presente sia nel giudizio di primo grado sia in quello d’appello. In nessuna di queste sedi, tuttavia, aveva sollevato eccezioni riguardo ai presunti vizi di notifica.
Questo comportamento processuale è decisivo. La legge prevede, infatti, che la presenza dell’imputato o del suo difensore sana le nullità relative alla citazione e alle relative notificazioni. Il principio è che, se la parte interessata è comunque presente e in condizione di difendersi, lo scopo dell’atto (portarlo a conoscenza del processo) è stato raggiunto, e il vizio formale perde di rilevanza. Non avendo eccepito tempestivamente la questione, l’imputata ha, di fatto, rinunciato alla possibilità di far valere tali notifiche difettose.
Le Conclusioni
L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: le nullità, anche quelle relative ad atti importanti come le notifiche, non possono essere fatte valere senza limiti di tempo. Esiste un onere per la parte che si ritiene lesa di eccepire il vizio alla prima occasione utile. La partecipazione attiva al processo senza sollevare contestazioni equivale a una tacita accettazione della regolarità del procedimento.
In pratica, questa decisione sottolinea l’importanza per la difesa di essere meticolosa e tempestiva nel rilevare e contestare ogni irregolarità procedurale. Attendere un grado di giudizio successivo per lamentare vizi pregressi, sanati dalla propria stessa presenza, si rivela una strategia processuale inefficace e destinata al fallimento, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.
Un difetto di notifica rende sempre nullo il processo?
No, non sempre. Secondo la decisione in esame, se l’imputato è presente in giudizio e non eccepisce il difetto di notifica, il vizio si considera sanato e non può essere fatto valere successivamente.
Cosa succede se l’imputato, nonostante le notifiche difettose, si presenta in tribunale?
La sua presenza in giudizio, come stabilito dalla Corte, sana le irregolarità relative alla citazione e alle notifiche, a condizione che non sollevi immediatamente un’eccezione sul punto. Si presume che la sua partecipazione dimostri che è venuto a conoscenza del processo, raggiungendo lo scopo dell’atto notificato.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto manifestamente infondato perché l’imputata era stata presente sia in primo grado che in appello senza mai contestare i presunti vizi di notifica. Questo comportamento ha sanato qualsiasi irregolarità ai sensi dell’art. 184 del codice di procedura penale, rendendo la sua successiva doglianza in Cassazione non accoglibile.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 4853 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 4853 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 17/12/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME COGNOME nato a ROMA il 02/07/1988
avverso la sentenza del 28/05/2024 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di COGNOME
considerato che l’unico motivo di ricorso, con il quale si deduce l’omessa notifica della richiesta di rinvio a giudizio e del contestuale decreto di fiss dell’udienza preliminare,4i decreto che dispone il giudizio, nonché decreto citazione in appello, è manifestamente infondato, atteso che l’imputata risu presente sia nel giudizio di primo grado, che in quello di appello e che in entra i giudizi nulla ha eccepito sul punto, con la conseguenza che eventuali difetti notificazioni, citazioni o avvisi risultano sanati ai sensi dell’art. 184 cod. proc rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spes processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso, in data 17 dicembre 2024 Il Consigliere estensore COGNOME
Il Presidente