LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Notifica sentenza assente: la Cassazione fa chiarezza

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 19001/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato con rito abbreviato mentre era assente. L’imputato sosteneva che l’appello non fosse tardivo, poiché non gli era mai stata notificata la sentenza di primo grado. La Corte ha ribadito un principio consolidato: nel giudizio abbreviato, non vi è alcun obbligo di notifica della sentenza all’imputato assente e, pertanto, i termini per impugnare decorrono indipendentemente da tale adempimento. La mancata notifica sentenza assente non inficia la decorrenza dei termini.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Notifica sentenza assente: i termini per l’appello non cambiano

L’ordinanza n. 19001 del 2024 della Corte di Cassazione ribadisce un punto cruciale della procedura penale: la notifica sentenza assente nel contesto di un giudizio celebrato con rito abbreviato non è un atto dovuto e la sua omissione non incide sulla decorrenza dei termini per presentare appello. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso, sottolineando la responsabilità dell’imputato che sceglie di non presenziare al proprio processo.

I fatti di causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un uomo condannato in primo grado a seguito di un processo con rito abbreviato, durante il quale era risultato assente. La Corte d’Appello aveva dichiarato inammissibile la sua impugnazione perché presentata fuori tempo massimo, ovvero per intempestività.

L’imputato ha quindi proposto ricorso per Cassazione, basando la sua difesa su un unico motivo: la violazione della legge processuale. A suo dire, la mancata notifica della sentenza di condanna di primo grado avrebbe impedito al termine per appellare di iniziare a decorrere. Sostanzialmente, egli riteneva che, non avendo ricevuto comunicazione formale della condanna, il suo diritto a impugnare fosse ancora valido.

L’analisi della Cassazione e le motivazioni della decisione

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, definendolo ‘manifestamente infondato’. I giudici hanno chiarito in modo netto che, secondo la normativa vigente e la giurisprudenza consolidata, all’imputato assente in un giudizio abbreviato non spetta alcuna notifica della sentenza.

La Corte ha specificato che qualsiasi notifica, anche se effettuata per prassi o per errore, non ha alcun effetto giuridico sulla decorrenza dei termini per l’impugnazione. Questi termini, infatti, iniziano a decorrere secondo le regole generali previste dal codice di procedura penale, a prescindere dalla conoscenza effettiva che l’imputato assente abbia del provvedimento.

Le motivazioni della Corte si fondano sull’evoluzione legislativa che ha portato al superamento dell’istituto della contumacia, sostituito dalla disciplina del processo ‘in absentia’ (introdotta con la legge n. 67 del 2014). Con questa riforma, sono state abrogate le norme che in precedenza estendevano anche al rito abbreviato l’obbligo di notifica della sentenza al condannato. La scelta dell’imputato di essere assente, quindi, lo pone nella condizione di doversi informare attivamente sull’esito del processo, senza poter attendere una comunicazione ufficiale per esercitare i propri diritti di difesa.

La Cassazione ha richiamato importanti precedenti, tra cui una sentenza delle Sezioni Unite (n. 698/2019), che hanno definitivamente sancito l’inapplicabilità delle vecchie disposizioni sulla contumacia ai processi celebrati dopo la riforma.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame conferma un principio di auto-responsabilità dell’imputato. Chi sceglie di non partecipare al processo abbreviato non può successivamente invocare la mancata notifica della sentenza per ‘riaprire’ i termini di un’impugnazione tardiva. La decisione è perentoria: il ricorso è dichiarato inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, a sanzione della palese infondatezza del suo ricorso. Questo pronunciamento serve da monito, rafforzando la certezza e la perentorietà dei termini processuali nel sistema penale italiano.

È necessario notificare la sentenza di condanna all’imputato assente in un processo con rito abbreviato?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che all’imputato assente non spetta alcuna notifica della sentenza emessa nel giudizio abbreviato.

Se la sentenza viene comunque notificata all’imputato assente, cosa succede ai termini per l’impugnazione?
Tale adempimento, anche se effettuato, non produce alcun effetto sulla decorrenza del termine per impugnare. I termini decorrono secondo le regole ordinarie, indipendentemente dalla notifica.

Perché le vecchie norme sulla contumacia non si applicano più in questo caso?
Perché la disciplina sulla contumacia è stata espressamente abrogata e sostituita dal nuovo istituto del processo ‘in absentia’ (introdotto con la legge n. 67 del 2014), che ha eliminato l’obbligo di notifica della sentenza all’imputato assente in queste specifiche circostanze.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati