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Notifica requisitoria: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso basato su una presunta errata notifica della requisitoria del Procuratore Generale. Dopo aver verificato gli atti, la Corte ha accertato che la notifica corretta era stata ritualmente consegnata al difensore. Di conseguenza, eventuali successive notifiche errate non ledono il diritto di difesa e non invalidano il procedimento, portando alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di un’ammenda.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Notifica Requisitoria: Quando la Consegna Rituale Rende Inammissibile il Ricorso

Una recente sentenza della Corte di Cassazione Penale, la n. 6572/2025, offre un importante chiarimento sulla validità della notifica della requisitoria del Procuratore Generale nel contesto del rito cartolare. La pronuncia sottolinea come la prova dell’avvenuta e corretta consegna dell’atto al difensore sia sufficiente a garantire il diritto di difesa, rendendo irrilevanti eventuali successive notifiche errate e, di conseguenza, inammissibile il ricorso basato su tale eccezione.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una sentenza della Corte di appello di Catania che, in parziale riforma di una decisione del Tribunale di Ragusa, aveva riconosciuto a un imputato una circostanza attenuante per un delitto previsto dalla legge sugli stupefacenti (art. 73, d.P.R. 309/1990), rideterminando la pena. L’imputato, non soddisfatto, decideva di presentare ricorso per cassazione.

Il Motivo del Ricorso in Cassazione: La presunta errata notifica della requisitoria

L’unico motivo di ricorso si fondava su un vizio procedurale. Secondo la difesa, nel corso del giudizio di appello, svoltosi con rito cartolare (cioè basato solo su atti scritti), al difensore sarebbe stata notificata la requisitoria del Procuratore Generale relativa a un procedimento completamente diverso. Questo errore, a dire del ricorrente, avrebbe configurato una nullità di ordine generale, viziando l’intero giudizio di secondo grado.

L’Analisi della Corte di Cassazione e la verifica degli atti

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso manifestamente infondato. Avvalendosi del potere di accedere direttamente al fascicolo processuale, i giudici hanno potuto verificare la realtà dei fatti. È emerso che la requisitoria corretta, relativa al processo in esame e datata 20/3/2024, era stata ritualmente notificata all’avvocato difensore il 29/3/2024. L’attestazione informatica della notifica riportava chiaramente l’esito di “avvenuta accettazione” e “avvenuta consegna”.

Questa prova documentale ha smentito la tesi difensiva. La Corte ha stabilito che la ricezione della notifica della requisitoria corretta ha pienamente garantito il diritto di difesa dell’imputato, mettendolo in condizione di conoscere le richieste dell’accusa e di replicare.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha motivato la sua decisione di inammissibilità su un principio cardine della procedura penale: la lesione del diritto di difesa deve essere concreta ed effettiva. Poiché il difensore aveva ricevuto regolarmente l’atto pertinente al suo assistito, il fatto che, per errore, gli siano state notificate anche requisitorie di altri processi non ha comportato alcuna violazione. Il legale fiduciario era stato messo nelle condizioni di difendere il suo cliente.

Di conseguenza, non sussistendo alcuna nullità, il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Richiamando un consolidato principio affermato dalla Corte Costituzionale (sentenza n. 186/2000), la Cassazione ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000,00 euro alla Cassa delle ammende, non ravvisando elementi per ritenere che il ricorso fosse stato proposto senza colpa.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La sentenza ribadisce un punto fondamentale: in materia di notifiche telematiche, l’attestazione di avvenuta consegna costituisce prova piena della ricezione dell’atto. Un’eccezione di nullità basata su una presunta errata notifica è destinata a fallire se dagli atti processuali emerge in modo inequivocabile che la comunicazione corretta è andata a buon fine. Per i difensori, ciò significa che l’onere di verificare la correttezza degli atti ricevuti è cruciale, ma una volta accertata la ricezione dell’atto giusto, non si possono invocare errori successivi per invalidare il procedimento.

Una notifica errata successiva a quella corretta invalida il procedimento?
No, secondo la Corte, se la notifica della requisitoria corretta è stata ritualmente eseguita e ricevuta dal difensore, eventuali successive notifiche errate relative ad altri processi non ledono il diritto di difesa e non causano nullità.

Cosa succede se un ricorso per cassazione viene dichiarato inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, a meno che non dimostri di aver agito senza colpa.

Come ha fatto la Corte a verificare la correttezza della notifica della requisitoria?
La Corte di Cassazione ha effettuato un “legittimo accesso al contenuto del fascicolo”, ovvero ha esaminato direttamente gli atti processuali, verificando l’attestazione informatica della notifica che confermava l’avvenuta accettazione e consegna del documento corretto al difensore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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