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Notifica penale: quando è valida? La Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di inammissibilità di un’opposizione a un decreto penale. Il caso verteva sul momento perfezionativo della notifica penale a mezzo posta. La Corte ha stabilito che, per considerare valida la notifica in caso di assenza del destinatario, non basta la spedizione della raccomandata informativa (CAD), ma è necessaria la prova della sua effettiva ricezione, a tutela del diritto di difesa.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Notifica Penale per Posta: Conta la Spedizione o la Ricezione?

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 4359/2024) ha fatto luce su un aspetto cruciale della procedura penale: il perfezionamento della notifica penale a mezzo posta. La questione è fondamentale perché dal momento in cui una notifica si considera perfezionata iniziano a decorrere i termini per esercitare i propri diritti, come quello di opporsi a un decreto penale di condanna. La Corte ha stabilito un principio rigoroso a tutela del diritto di difesa: non basta spedire l’avviso di deposito, serve la prova della sua ricezione.

I Fatti del Caso

Un cittadino si era visto notificare un decreto penale di condanna per una violazione del codice della strada. Successivamente, aveva proposto opposizione a tale decreto. Tuttavia, il Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) aveva dichiarato l’opposizione inammissibile perché presentata fuori termine. Secondo il GIP, la notifica del decreto si era perfezionata con il semplice deposito dell’avviso di giacenza nella cassetta postale del destinatario e la successiva spedizione della raccomandata informativa (la c.d. CAD), a prescindere dal fatto che quest’ultima fosse stata effettivamente ricevuta. Di conseguenza, il termine per opporsi era già scaduto quando l’opposizione era stata depositata.

L’Importanza della Prova di Ricezione nella Notifica Penale

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo l’errata applicazione delle norme sulla notificazione. Il punto centrale del ricorso era semplice ma decisivo: senza la prova dell’effettiva ricezione della raccomandata che informa del deposito dell’atto (la CAD), non si può avere la certezza che il destinatario sia stato messo nelle condizioni di conoscere l’esistenza del provvedimento a suo carico e, quindi, di difendersi.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, sposando un orientamento giurisprudenziale più recente e rigoroso, già consolidato dalle Sezioni Unite Civili. I giudici hanno chiarito che, specialmente in ambito penale, dove sono in gioco diritti fondamentali della persona, la mera spedizione dell’avviso non è sufficiente. La procedura di notificazione è finalizzata a garantire la ‘conoscibilità’ dell’atto, intesa come possibilità concreta ed effettiva di venirne a conoscenza.

Un adempimento come la spedizione di una raccomandata sarebbe del tutto inutile se non si desse peso al suo esito finale, ovvero la ricezione da parte del destinatario. In particolare, per un atto emesso inaudita altera parte come il decreto penale di condanna, che diventa definitivo e esecutivo se non opposto, è essenziale garantire che l’imputato sia stato realmente informato.

La Corte ha quindi affermato che la prova del perfezionamento della notifica può essere data solo attraverso la produzione in giudizio dell’avviso di ricevimento della CAD, che attesta che l’informativa è giunta a destinazione. Senza questa prova, la notifica non è completa e i termini per l’impugnazione non iniziano a decorrere.

Conclusioni

La sentenza n. 4359/2024 rafforza in modo significativo il diritto di difesa. Stabilisce che la validità di una notifica penale a mezzo posta, in caso di assenza del destinatario, dipende dalla prova certa della ricezione della comunicazione di avvenuto deposito (CAD). Questo principio impone a chi notifica di essere più diligente, dovendo dimostrare non solo di aver spedito l’avviso, ma anche che questo sia stato effettivamente ricevuto. Per i cittadini, ciò si traduce in una maggiore garanzia di non vedersi preclusa la possibilità di difendersi a causa di procedure notificatorie incomplete. La Corte ha quindi annullato l’ordinanza del GIP e ha rinviato il caso al Tribunale per un nuovo esame, che dovrà verificare la prova della ricezione o, in sua assenza, dichiarare ammissibile l’opposizione.

Quando si considera completata una notifica penale via posta se il destinatario è assente?
La notifica si considera completata non con la semplice spedizione della raccomandata informativa (CAD), ma solo quando vi è la prova dell’effettiva ricezione di tale comunicazione da parte del destinatario. La prova è costituita dall’avviso di ricevimento della CAD.

È sufficiente provare la sola spedizione dell’avviso di deposito (CAD) per far decorrere i termini di impugnazione?
No, secondo la sentenza non è sufficiente. La mera spedizione è un adempimento che non garantisce di per sé la conoscenza dell’atto da parte dell’interessato. È indispensabile la prova dell’avvenuta ricezione per assicurare il concreto esercizio del diritto di difesa.

Qual è la conseguenza pratica di questa sentenza per chi riceve un atto giudiziario?
La conseguenza è una maggiore tutela del diritto di difesa. Se l’autorità giudiziaria non è in grado di provare che il cittadino ha effettivamente ricevuto la comunicazione di avvenuto deposito dell’atto, i termini per presentare opposizione o impugnazione non iniziano a decorrere, e un’eventuale opposizione non potrà essere dichiarata tardiva per questo motivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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