Notifica PEC Errata: Quando un Errore Digitale Annulla una Sentenza
Nel processo penale, la correttezza delle comunicazioni e delle notifiche è un pilastro fondamentale a garanzia del diritto di difesa. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato questo principio, annullando una condanna a causa di una notifica PEC errata. Questo caso dimostra come un semplice errore informatico possa avere conseguenze drastiche sull’esito di un procedimento giudiziario, portando alla necessità di celebrare un nuovo processo.
I Fatti del Caso: Un Errore nella Posta Certificata
Un imputato, condannato in primo grado per il reato di ricettazione, vedeva confermata la sua condanna anche dalla Corte di Appello di Torino. Il suo difensore, tuttavia, presentava ricorso in Cassazione lamentando un vizio procedurale di fondamentale importanza: la nullità della notifica del decreto di citazione per il giudizio d’appello.
Nello specifico, il legale sosteneva di non aver mai ricevuto correttamente la convocazione per l’udienza. La Corte di Appello aveva respinto questa eccezione, affermando che la notifica era stata regolarmente inviata tramite Posta Elettronica Certificata (PEC). Il problema, però, risiedeva nel contenuto di quella PEC. Sebbene l’oggetto della mail riportasse il numero di procedimento corretto, l’allegato non conteneva l’atto destinato al suo assistito, bensì il decreto di citazione relativo a un altro imputato in un procedimento completamente diverso.
Questo scambio di documenti rendeva di fatto impossibile per il difensore associare quella comunicazione al proprio cliente e, di conseguenza, preparare adeguatamente la difesa per l’udienza d’appello.
La Decisione della Cassazione sulla notifica PEC errata
La Corte di Cassazione, agendo come giudice del fatto processuale, ha deciso di approfondire la questione. Acquisendo informazioni direttamente dalla cancelleria della Corte di Appello di Torino, ha potuto verificare la fondatezza del ricorso. Le indagini hanno confermato che la PEC inviata al difensore conteneva effettivamente un file PDF con il nome di un altro imputato, rendendo palese l’errore materiale avvenuto durante la notifica.
Le Motivazioni della Sentenza
La Corte ha stabilito che tale errore non costituisce una mera irregolarità, ma una nullità assoluta ai sensi dell’articolo 178, lettera c), del codice di procedura penale. Questa norma sanziona con la massima gravità i vizi che concernono l’intervento e l’assistenza dell’imputato. Una notifica inesistente o, come in questo caso, radicalmente errata, impedisce di fatto all’imputato e al suo difensore di partecipare consapevolmente al giudizio, violando uno dei principi cardine del giusto processo.
L’errore, pur essendo materiale, ha inciso direttamente sul diritto di difesa, poiché il difensore non è stato messo nelle condizioni di conoscere la data dell’udienza e di esercitare le sue funzioni. Di fronte a una violazione così grave, la Suprema Corte non ha potuto fare altro che accogliere il ricorso.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
La conseguenza di questa decisione è stata drastica: la sentenza di condanna della Corte di Appello è stata annullata. La Cassazione ha disposto la trasmissione degli atti alla stessa Corte di Appello di Torino, che dovrà celebrare un nuovo giudizio in diversa composizione. In pratica, il processo d’appello dovrà essere rifatto da capo, garantendo questa volta la corretta notifica di tutti gli atti al difensore.
Questo caso sottolinea l’importanza cruciale della precisione nelle procedure di notificazione telematica, che, sebbene efficienti, non sono immuni da errori umani. Dimostra inoltre che il diritto di difesa è un bene giuridico tutelato al massimo livello, la cui violazione, anche se dovuta a una svista, non può essere tollerata e comporta l’azzeramento degli atti processuali viziati.
Perché la notifica via PEC è stata considerata nulla?
La notifica è stata ritenuta nulla perché, nonostante l’invio all’indirizzo PEC corretto del difensore, il documento allegato non riguardava il suo assistito ma un altro imputato in un diverso procedimento. Questo ha reso impossibile per il legale comprendere che la comunicazione si riferisse al proprio cliente.
Qual è la conseguenza di una notifica errata al difensore in questo contesto?
Una notifica così gravemente errata determina una nullità assoluta ai sensi dell’art. 178 lett. c) del codice di procedura penale, poiché lede il diritto fondamentale dell’imputato a partecipare al giudizio e ad essere assistito dal proprio difensore.
Cosa ha deciso in concreto la Corte di Cassazione?
La Corte ha annullato la sentenza della Corte di Appello e ha ordinato la trasmissione degli atti alla medesima corte, affinché venga celebrato un nuovo giudizio d’appello con un diverso collegio di giudici, sanando il vizio di notifica.
Testo del provvedimento
Sentenza di Cassazione Penale Sez. 2 Num. 29343 Anno 2025
Penale Sent. Sez. 2 Num. 29343 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 08/07/2025
SENTENZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato il 03/09/1972
avverso la sentenza del 29/01/2025 della CORTE APPELLO di TORINO
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale COGNOME che ha chie sto dichiararsi l’inammissibilità del ricorso;
RITENUTO IN FATTO
Il difensore di NOME COGNOME propone ricorso avverso la sentenza della Corte di appello di Torino del 29 gennaio 2025, che confermato la sentenza di primo grado reato di ricettazione.
1.1 Il difensore lamenta la nullità della notifica del decreto che aveva disposto la citazione dell’imputato per il giudizio di appello, in quanto lo stesso non era stato mai notificato al difensore; la Corte di appello aveva respinto la relativa eccezione, proposta in sede di conclusioni quando il difensore aveva ricevuto le conclusioni scritte del Procuratore generale, affermando che il decreto di citazione era stato inviato al difensore a mezzo pec; senonché, la comunicazione inviata a
mezzo pec non conteneva il decreto di citazione a carico di COGNOME ma di tale COGNOME NOME, e nell’oggetto della mail era indicato esclusivamente il numero del procedimento assegnato dalla Corte di appello, per cui sarebbe stato impossibile per il difensore associare quel numero (sconosciuto) ad un procedimento a carico di COGNOME.
CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Il ricorso è fondato.
1.1. Questa Corte, quale giudice del fatto processuale, ha acquisito informazioni presso la Cancelleria della Corte di appello di Torino dalle quali è risultato che la pec spedita al difensore che avrebbe dovuto contenere il decreto di citazione di COGNOME per il giudizio di appello, conteneva in realtà un documento relativo ad altro procedimento e nei confronti di altro imputato (tale COGNOME), come del resto evincibile anche dalla intestazione della pec, dalla quale si evince che il pdf contenuto nella stessa era riferibile, appunto, a Cavallo (si veda la scritta ‘CAVALLO DC.pdf).
Si è pertanto verificato un caso di nullità assoluta ai sensi dell’art. 178 lett. c) cod. proc. pen. in quanto concernente la partecipazione dell’imputato al giudizio, che impone l’annullamento senza rinvio della sentenza impugnata, con trasmissione degli atti alla Corte di appello di Torino, in diversa composizione.
P.Q.M.
Annulla sentenza rinvio la sentenza impugnata e dispone trasmettersi gli atti alla Corte di appello di Torino per l’ulteriore corso . Così deciso il 08/07/2025