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Notifica ordine carcerazione: Ricorso e Inammissibilità

Una persona condannata in via definitiva ha presentato ricorso contro una nota del Presidente del Tribunale di Sorveglianza, ritenendola una declaratoria di inammissibilità della sua istanza per misure alternative. Il ricorso si fondava su una presunta irregolarità della notifica ordine carcerazione. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che la nota impugnata non era un provvedimento giurisdizionale decisorio, ma una mera comunicazione interna, e come tale non appellabile.

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Pubblicato il 22 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Notifica Ordine Carcerazione: La Cassazione Sancisce l’Inammissibilità del Ricorso contro Atti Interni

La corretta notifica ordine carcerazione è un momento cruciale nella fase esecutiva della pena, poiché da essa decorrono i termini per il condannato per poter richiedere l’accesso a misure alternative alla detenzione. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato un caso particolare, non tanto sulla validità della notifica in sé, quanto sulla natura dell’atto che si può impugnare quando si ritiene che vi sia stata una violazione procedurale. La Corte ha stabilito un principio fondamentale: non tutti gli atti scritti, anche se provenienti da un’autorità giudiziaria, costituiscono un provvedimento impugnabile.

I Fatti del Caso: Una Richiesta Tardiva?

Il caso ha origine da un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica. La persona condannata, tramite il suo difensore, presentava un’istanza per la concessione di misure alternative come l’affidamento in prova o la detenzione domiciliare. La Procura trasmetteva gli atti al Tribunale di Sorveglianza, segnalando però che l’istanza appariva tardiva.

In risposta, il Presidente del Tribunale di Sorveglianza redigeva una nota manoscritta indirizzata alla Procura, suggerendo che, in caso di tardività, si dovesse procedere come previsto dall’articolo 656, comma 8, del codice di procedura penale, ovvero revocando la sospensione dell’esecuzione. È contro questa nota che la condannata ha proposto ricorso per cassazione, interpretandola come una decisione di inammissibilità della sua richiesta.

L’Impugnazione e i Motivi del Ricorso

La difesa sosteneva che la richiesta di misure alternative non fosse tardiva, poiché la notifica ordine carcerazione non era mai stata validamente eseguita. Nello specifico, la notifica era stata effettuata solo al difensore del processo di merito, presso un domicilio eletto durante la fase di cognizione. Secondo la ricorrente, tale elezione di domicilio perde efficacia con la sentenza definitiva, rendendo necessaria una notifica personale al condannato per la fase esecutiva. Di conseguenza, il termine per presentare l’istanza non sarebbe mai iniziato a decorrere.

La Decisione della Cassazione sulla notifica ordine carcerazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile. La decisione non si è basata sulla questione della validità della notifica, ma su un presupposto procedurale fondamentale: l’atto impugnato non era un provvedimento giurisdizionale.

Le Motivazioni della Sentenza

Il ragionamento della Corte si articola su alcuni punti chiave che chiariscono i confini dell’impugnazione in materia di esecuzione penale.

La Natura non Impugnabile dell’Atto

Il punto centrale della decisione è che la nota manoscritta del Presidente del Tribunale di Sorveglianza non era una decisione formale sull’istanza della condannata. Non conteneva una declaratoria di inammissibilità né rigettava la richiesta nel merito. Si trattava, invece, di una comunicazione interna, un’interlocuzione tra uffici giudiziari (Tribunale di Sorveglianza e Procura) sulla procedura da seguire. Un atto del genere, privo di carattere decisorio e lesivo dei diritti del condannato, non può essere oggetto di ricorso per cassazione.

L’Impossibilità di Conversione del Ricorso

La difesa, implicitamente, chiedeva di considerare il ricorso come un incidente di esecuzione. Tuttavia, la Cassazione ha ribadito un principio consolidato: un ricorso per cassazione proposto avverso un atto non giurisdizionale e non impugnabile è semplicemente inammissibile e non può essere ‘convertito’ o riqualificato come un altro strumento processuale. La parte interessata, semmai, ha la facoltà di avviare autonomamente la procedura corretta, ovvero l’incidente di esecuzione, per far valere le proprie ragioni.

Considerazioni sulla Notifica (Obiter Dictum)

Pur ritenendo l’argomento assorbito dalla declaratoria di inammissibilità, la Corte ha comunque speso due parole sulla questione della notifica. Ha richiamato un precedente orientamento giurisprudenziale che dà ragione alla tesi difensiva: l’elezione di domicilio effettuata nella fase di cognizione non è più valida nella fase esecutiva. La notifica dell’ordine di esecuzione e del decreto di sospensione deve essere effettuata sia al condannato personalmente sia al difensore. Questo passaggio, sebbene non decisivo per il caso specifico, conferma un importante principio a tutela del diritto di difesa.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La sentenza offre una lezione pratica fondamentale: è essenziale distinguere tra atti decisori impugnabili e comunicazioni interne non appellabili. Impugnare un atto non corretto comporta una declaratoria di inammissibilità, con conseguente spreco di tempo e risorse, oltre alla condanna alle spese. Per contestare vizi procedurali nella fase esecutiva, come una notifica ordine carcerazione invalida, lo strumento corretto non è il ricorso per cassazione contro una nota interlocutoria, ma l’attivazione di un incidente di esecuzione davanti al giudice competente. Questo garantisce che la questione venga esaminata nel merito nella sede appropriata, tutelando efficacemente i diritti del condannato.

È possibile impugnare con ricorso per cassazione una nota interna del Presidente del Tribunale di sorveglianza?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che una nota che non costituisce un provvedimento giurisdizionale decisorio, ma una mera comunicazione interna tra uffici, non è un atto impugnabile in quanto priva di contenuto lesivo dei diritti della parte.

La notifica dell’ordine di carcerazione effettuata solo al difensore presso il domicilio eletto nella fase di cognizione è valida per la fase di esecuzione?
No. Sebbene la Corte non abbia deciso su questo punto perché il ricorso era inammissibile, ha richiamato una giurisprudenza consolidata secondo cui tale notifica è nulla. L’elezione di domicilio fatta durante il processo cessa la sua efficacia con la sentenza irrevocabile e non si estende alla fase esecutiva, che richiede una notifica personale al condannato oltre che al suo difensore.

Un ricorso per cassazione inammissibile può essere convertito in un incidente di esecuzione?
No. La sentenza ribadisce il principio secondo cui, quando un ricorso per cassazione è proposto contro un provvedimento non giurisdizionale e quindi non impugnabile, esso è semplicemente inammissibile e non può essere qualificato o ‘convertito’ in un incidente di esecuzione. La parte ha però la facoltà di avviare separatamente e in ogni tempo la procedura corretta.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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