LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Notifica irreperibili: quando decorre l’impugnazione?

La Corte di Cassazione chiarisce che in caso di notifica a un soggetto irreperibile, il termine per l’impugnazione decorre dalla data della notifica effettuata al difensore, come previsto dalla legge. Una successiva notifica personale all’interessato è irrilevante ai fini della riapertura dei termini. Il caso riguarda un appello tardivo contro un’ordinanza di espulsione, dove la corretta applicazione delle regole sulla notifica irreperibili ha reso l’impugnazione inammissibile.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 29 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Notifica irreperibili: la Cassazione chiarisce la decorrenza dei termini per l’impugnazione

Nel processo penale, il rispetto dei termini è un pilastro fondamentale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ribadisce un principio cruciale in materia di notifica irreperibili, chiarendo che la notifica eseguita presso il difensore di un soggetto dichiarato irreperibile è pienamente valida e fa decorrere i termini per l’impugnazione, senza possibilità di riaperture successive.

I fatti del caso

Un cittadino straniero, destinatario di una misura di sicurezza dell’espulsione, veniva dichiarato irreperibile dal magistrato di sorveglianza. Successivamente, un’ordinanza che ne dichiarava l’eseguibilità dell’espulsione veniva notificata, in data 22 aprile 2024, al suo difensore, secondo quanto previsto dall’art. 159 del codice di procedura penale per i soggetti irreperibili.

L’interessato proponeva appello contro tale ordinanza solo il 2 ottobre 2024, sostenendo che il termine dovesse decorrere dalla data in cui aveva ricevuto personalmente l’atto, ovvero il 18 settembre 2024. Il Tribunale di sorveglianza, tuttavia, dichiarava l’appello inammissibile per tardività, ritenendo che il termine di quindici giorni fosse ampiamente decorso dalla notifica al difensore.

La decisione della Corte sulla notifica irreperibili

La Corte di Cassazione, investita del ricorso, ha confermato la decisione del Tribunale di sorveglianza, rigettando le argomentazioni del ricorrente. I giudici hanno stabilito che il sistema delle notifiche agli irreperibili è chiaro e non lascia spazio a interpretazioni estensive.

Il punto centrale della decisione risiede nell’articolo 159 del codice di procedura penale, il quale stabilisce che le notifiche eseguite secondo il rito degli irreperibili sono “valide a ogni effetto”. Ciò significa che la consegna dell’atto al difensore non è una mera formalità, ma un atto giuridicamente efficace che produce tutte le conseguenze di una notifica regolare, inclusa la decorrenza dei termini per presentare un’impugnazione.

Le motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che il ricorrente non aveva mai contestato né la dichiarazione di irreperibilità né le modalità con cui era stata eseguita la notifica al suo legale. Di conseguenza, quella notifica, avvenuta il 22 aprile, era perfettamente valida ed efficace.

L’affermazione del ricorrente, secondo cui una nuova notifica personale farebbe decorrere un nuovo termine, è stata definita “palesemente errata”. La legge non prevede una simile conseguenza. La notifica personale, avvenuta a settembre, è stata considerata “inutiliter data”, ovvero effettuata inutilmente ai fini della riapertura dei termini per l’impugnazione, poiché questi erano già scaduti da mesi.

La Suprema Corte ha rafforzato il suo ragionamento richiamando precedenti giurisprudenziali consolidati. In particolare, è stato ribadito che nel procedimento di sorveglianza si applicano le disposizioni generali sulle impugnazioni, che prevedono un termine di quindici giorni decorrente dalla notifica. Nel caso del soggetto irreperibile, la conoscenza dell’atto è garantita legalmente attraverso la consegna al difensore, il quale ha il compito di tutelare gli interessi del suo assistito, anche verificando la correttezza della dichiarazione di irreperibilità.

Le conclusioni

La sentenza in esame offre un importante monito: la dichiarazione di irreperibilità comporta conseguenze processuali significative. La notifica effettuata al difensore è considerata a tutti gli effetti come una notifica all’interessato, con piena validità per la decorrenza dei termini. Qualsiasi successiva notifica personale non ha l’effetto di “sanare” una tardività già maturata. È quindi fondamentale, per chi si trova in una tale situazione, mantenere i contatti con il proprio legale, poiché è attraverso di lui che lo Stato garantisce il diritto di difesa e la conoscenza degli atti processuali.

Da quale momento inizia a decorrere il termine per impugnare un provvedimento se una persona è dichiarata irreperibile?
Il termine per l’impugnazione inizia a decorrere dalla data in cui il provvedimento viene notificato al difensore, secondo la procedura speciale prevista dall’art. 159 del codice di procedura penale.

Una notifica personale successiva a quella effettuata al difensore dell’irreperibile riapre i termini per l’impugnazione?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che una notifica personale successiva è “inutiliter data” (data inutilmente) e non ha alcun effetto sulla riapertura di un termine per impugnare che sia già decorso a partire dalla notifica al difensore.

Qual è l’effetto giuridico della notifica eseguita secondo le modalità per gli irreperibili?
Secondo l’art. 159, comma 2, del codice di procedura penale, le notificazioni eseguite secondo il rito degli irreperibili sono “valide a ogni effetto”. Questo significa che producono tutte le conseguenze legali di una notifica regolare, compreso l’avvio del termine per proporre impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati