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Notifica inesistente: quando il giudice restituisce gli atti

La Corte di Cassazione ha stabilito che non è abnorme il provvedimento con cui il giudice del dibattimento restituisce gli atti al Pubblico Ministero a causa di una notifica inesistente del decreto di citazione a giudizio. A differenza di una notifica semplicemente viziata, che il giudice deve rinnovare, una notifica del tutto omessa giustifica la regressione del procedimento affinché il PM compia l’attività che non ha mai iniziato. Di conseguenza, il ricorso del PM è stato dichiarato inammissibile.

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Pubblicato il 22 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Notifica Inesistente: La Cassazione Chiarisce la Restituzione degli Atti al PM

La corretta instaurazione del contraddittorio è un pilastro fondamentale del processo penale. Un elemento cruciale di questa fase è la notifica del decreto di citazione a giudizio all’imputato. Ma cosa succede se questa notifica manca del tutto? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 21888/2024) affronta il tema della notifica inesistente, chiarendo quando il giudice debba restituire gli atti al Pubblico Ministero (PM) senza che tale atto costituisca un’anomalia procedurale.

I Fatti del Caso Processuale

Il caso trae origine da un processo per furto aggravato presso il Tribunale di Ravenna. Durante l’udienza dibattimentale, il Pubblico Ministero si accorgeva che nel fascicolo non era presente la prova della notifica del decreto di citazione a giudizio all’imputata. Di conseguenza, il PM chiedeva al giudice di disporre la rinnovazione della notifica.

Contrariamente alle aspettative del PM, il Tribunale non procedeva alla rinnovazione, ma disponeva la restituzione di tutti gli atti alla Procura affinché quest’ultima provvedesse a effettuare la notifica mancante. Ritenendo tale provvedimento “abnorme” e causa di un’illegittima regressione del procedimento, il Procuratore della Repubblica proponeva ricorso per cassazione.

La Distinzione Chiave: Notifica Inesistente vs. Notifica Viziata

Il cuore della decisione della Suprema Corte risiede nella fondamentale distinzione tra una notifica semplicemente viziata o nulla e una notifica inesistente. La Corte, richiamando precedenti pronunce delle Sezioni Unite, ha ribadito un principio consolidato:

1. Notifica Viziata o Nulla: Si verifica quando la notifica è stata tentata e compiuta, ma presenta dei vizi (ad esempio, il mancato rispetto dei termini a comparire). In questo scenario, è compito del giudice del dibattimento disporre la rinnovazione dell’atto, sanando il difetto procedurale.

2. Notifica Inesistente: Si ha quando l’attività di notificazione è stata del tutto omessa. In questa ipotesi, la trasmissione stessa degli atti dal PM al giudice avviene in violazione della legge, poiché manca un presupposto essenziale per l’instaurazione del giudizio. La restituzione degli atti al PM non è quindi un atto abnorme, ma la conseguenza logica di un’omissione che solo il PM può colmare.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Applicando questi principi al caso di specie, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso del PM inammissibile. I giudici hanno osservato che, al momento dell’udienza, non solo non vi era prova della notifica, ma non risultava nemmeno che fosse stata tentata. Il fatto che la Procura avesse inviato gli atti all’ufficio notifiche qualche settimana prima era irrilevante, poiché ciò che conta è lo stato degli atti al momento in cui si apre il dibattimento.

Poiché la notifica era, a tutti gli effetti, inesistente e non semplicemente viziata, il Tribunale ha agito correttamente. Non poteva “rinnovare” un atto che non era mai esistito. La restituzione degli atti al PM è stata quindi ritenuta la procedura corretta per consentire al PM di svolgere un’attività indebitamente omessa, senza che ciò comportasse la nullità del decreto di citazione stesso.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza in esame rafforza un importante principio di ordine procedurale. Essa chiarisce che la responsabilità di avviare correttamente il processo, compiendo atti fondamentali come la notificazione della citazione a giudizio, grava primariamente sul Pubblico Ministero. Il giudice del dibattimento ha il dovere di vigilare sulla regolarità del contraddittorio, ma il suo potere di sanatoria si attiva solo in presenza di un atto compiuto ma viziato.

In caso di notifica inesistente, la restituzione degli atti al PM non è un’anomalia, ma un meccanismo che assicura che il processo prosegua solo dopo che tutti i presupposti essenziali siano stati correttamente adempiuti, evitando così di celebrare processi su fondamenta procedurali inesistenti.

Quando un giudice può restituire gli atti al Pubblico Ministero per un problema di notifica?
Secondo la sentenza, il giudice deve restituire gli atti quando la notifica del decreto di citazione a giudizio è totalmente inesistente, cioè quando non è stata neppure tentata. Questo si differenzia dal caso di una notifica semplicemente viziata.

Qual è la differenza tra una notifica viziata e una notifica inesistente?
Una notifica è viziata quando è stata eseguita ma presenta errori procedurali (es. mancato rispetto dei termini). È invece inesistente quando l’attività di notificazione è stata del tutto omessa. Nel primo caso, il giudice la rinnova; nel secondo, restituisce gli atti al PM affinché la compia.

L’ordine del giudice che restituisce gli atti al PM per una notifica inesistente è un atto abnorme?
No. La Corte di Cassazione chiarisce che tale provvedimento non è abnorme, ma rappresenta la corretta gestione di una grave omissione procedurale da parte del Pubblico Ministero, necessaria per ripristinare il corretto andamento del processo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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