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Notifica imputato: quando è valida presso il difensore?

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un imputato condannato per calunnia, il quale lamentava la nullità della sentenza per un vizio di notifica. La Corte ha stabilito che la notifica imputato presso il difensore di fiducia è pienamente valida quando risulta impossibile effettuarla al domicilio dichiarato, come nel caso di un indirizzo non rinvenuto dall’ufficiale giudiziario. La sentenza distingue tra omissione della notifica, che causa nullità assoluta, e irregolarità procedurali che non impediscono la conoscenza dell’atto, confermando la regolarità del procedimento e la condanna dell’imputato.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Notifica Imputato al Difensore: la Cassazione fa chiarezza sulla validità

La corretta esecuzione della notifica imputato rappresenta un pilastro fondamentale del processo penale, garantendo il diritto di difesa e la regolarità del procedimento. Ma cosa accade quando l’imputato risulta irreperibile al proprio domicilio? Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 2742 del 2024, ha affrontato un caso emblematico, stabilendo principi chiari sulla validità della notifica eseguita presso il difensore di fiducia.

I fatti del processo

Un uomo, condannato in primo e secondo grado per il reato di calunnia, proponeva ricorso per Cassazione. Il motivo del ricorso era uno solo, ma di cruciale importanza: la presunta nullità assoluta e insanabile della sentenza per un vizio nella notifica dell’avviso di fissazione dell’udienza preliminare.

Secondo la difesa, la notifica era stata erroneamente eseguita presso il legale di fiducia, ai sensi dell’art. 161, comma 4, del codice di procedura penale. Questa procedura era stata attivata dopo che l’ufficiale giudiziario non era riuscito a recapitare l’atto al domicilio dichiarato dall’imputato, attestando nella relazione di notifica di non aver rinvenuto il numero civico. L’imputato sosteneva che tale attestazione fosse il frutto di un errore, poiché altri atti dello stesso procedimento erano stati regolarmente notificati a quell’indirizzo in precedenza.

La questione della notifica imputato e i limiti della nullità

Il cuore della controversia giuridica risiede nella distinzione tra una notifica omessa e una notifica eseguita con modalità diverse da quelle prescritte, ma comunque idonea a portare l’atto a conoscenza del destinatario.

La Suprema Corte, richiamando precedenti pronunce delle Sezioni Unite, ha ribadito un principio fondamentale: la nullità assoluta e insanabile, prevista dall’art. 179 c.p.p., si verifica solo in due casi:
1. Quando la notifica della citazione è stata completamente omessa.
2. Quando, pur essendo stata eseguita, è stata effettuata con modalità tali da risultare del tutto inidonee a determinare la conoscenza effettiva dell’atto da parte dell’imputato.

Non rientrano in questa categoria, invece, i casi in cui vi sia stata una semplice violazione delle regole sulle modalità di esecuzione, ma la notifica abbia comunque raggiunto il suo scopo informativo. Nel caso di specie, la notifica presso il difensore di fiducia è una procedura rituale prevista dalla legge proprio per le situazioni di impossibilità di notifica presso il domicilio eletto. Di conseguenza, non si può ragionevolmente dubitare che l’imputato, tramite il suo legale, abbia avuto effettiva conoscenza dell’udienza.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso basandosi su una duplice argomentazione. In primo luogo, ha stabilito che la procedura seguita era formalmente corretta. L’impossibilità di notificare l’atto al domicilio dichiarato ha legittimamente attivato la procedura sussidiaria della notifica presso il difensore, come previsto dall’art. 161, comma 4, c.p.p. Non si è trattato quindi di un’omissione, ma di una modalità di notifica prevista dalla legge.

In secondo luogo, e in modo ancora più decisivo, la Corte ha rilevato come l’imputato non avesse fornito prove concrete a sostegno della sua tesi. La documentazione allegata al ricorso dimostrava che una precedente notifica andata a buon fine era stata eseguita dalla polizia municipale, e non dall’ufficiale giudiziario in questione. Un’altra notifica successiva, effettuata dallo stesso ufficiale giudiziario, era avvenuta in una data posteriore a quella del tentativo fallito. Pertanto, è venuto a mancare il presupposto di fatto su cui si fondava l’intero ricorso: non era stato provato che lo stesso ufficiale giudiziario avesse in precedenza trovato un indirizzo che poi ha dichiarato irreperibile.

Le conclusioni

La sentenza in esame rafforza un principio cardine della procedura penale: l’onere dell’imputato di garantire la propria reperibilità. La scelta di eleggere un domicilio comporta la responsabilità di assicurare che tale indirizzo sia corretto e facilmente individuabile. In caso di irreperibilità, la legge prevede meccanismi, come la notifica al difensore, che bilanciano il diritto di difesa con l’esigenza di assicurare il corso del processo. Contestare l’attestazione di un ufficiale giudiziario richiede prove concrete e inconfutabili, non mere supposizioni. Per gli operatori del diritto e per i cittadini, questa decisione serve come monito sull’importanza della precisione nelle dichiarazioni di domicilio e sulla robustezza probatoria richiesta per invalidare un atto procedurale eseguito secondo le forme di legge.

Quando una notifica all’imputato è considerata causa di nullità assoluta e insanabile?
Secondo la sentenza, la nullità assoluta si verifica soltanto quando la notificazione della citazione è stata completamente omessa o quando, pur essendo stata eseguita, le sue modalità sono risultate del tutto inidonee a determinare la conoscenza effettiva dell’atto da parte dell’imputato.

Cosa succede se è impossibile notificare un atto al domicilio dichiarato dall’imputato?
In caso di impossibilità di notifica presso il domicilio dichiarato, la procedura corretta, come confermato dalla Corte, prevede che la notificazione venga eseguita presso il difensore di fiducia, ai sensi dell’art. 161, comma 4, del codice di procedura penale.

È possibile contestare l’attestazione di un ufficiale giudiziario che dichiara di non aver trovato un indirizzo?
Sì, ma è necessario fornire prove concrete e inequivocabili che dimostrino l’errore dell’ufficiale. Nel caso specifico, il ricorso è stato respinto proprio perché l’imputato non è riuscito a dimostrare il presupposto di fatto della sua contestazione, ovvero che lo stesso ufficiale avesse in precedenza notificato atti a quell’indirizzo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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